MUMMIA CON LE FORBICI – MATTARELLA SI DECURTA LO STIPENDIO PRESIDENZIALE DELLA SOMMA CHE PRENDE COME PROFESSORE IN PENSIONE – DIVIETO DI CUMULO STIPENDIO-PENSIONE PER TUTTI I DIPENDENTI DEL QUIRINALE: RE GIORGIO AVEVA FATTO L’INDIANO

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M.G.per “Libero Quotidiano

 

sergio mattarellasergio mattarella

Prima il volo di linea per fare i viaggi, poi l’autobus per spostarsi in città. E adesso il taglio spontaneo dello stipendio. Se dal punto di vista politica è ancora presto per fare valutazioni, da quello dell’anticasta si può già emettere sentenza: Sergio Mattarella non prende lezioni da nessuno. A dare notizia dell’avvenuta decurtazione è il portavoce del Quirinale Giovanni Grasso, mediante lettera inviata al Giornale.

 

Dalla missiva si apprende che «il presidente della Repubblica, il 27 febbraio scorso, ha disposto la riduzione dell'assegno a lui spettante per legge, in corrispondenza dell’ammontare del suo trattamento pensionistico». In sostanza, Mattarella ha dato disposizione di decurtare dal proprio appannaggio quirinalizio l’ammontare della pensione da docente universitario che percepisce per gli anni di insegnamento all’università di Palermo.

 

E la scure non si ferma qui: Mattarella, infatti, «ha disposto nei confronti di tutti i soggetti che svolgono funzioni all’interno della Presidenza l’introduzione del divieto di cumulo delle retribuzioni con trattamenti pensionistici erogati dalla P.A.». Pertanto, «diversi consiglieri del capo dello Stato svolgono le loro funzioni senza alcun compenso, mentre per altri il compenso risulta fortemente ridotto».

 

sergio mattarella sergio mattarella

Mattarella riesce dunque dove chi era venuto prima di lui non aveva potuto o voluto riuscire. Il divieto di cumulo, non manca infatti di sottolineare la lettera quirinalizia, «non era, per sua espressa disposizione, direttamente vincolante nei confronti degli organi costituzionali. Come tale la stessa non risultava recepita nell'ordinamento della Presidenza della Repubblica».

 

Tutto vero: la legge in questione risale originariamente al 2012 (governo Monti) ed ha trovato definitiva sistemazione nel citato provvedimento (cioè la Finanziaria del governo Letta). Soprattutto, non è mai stata vincolante per la massima carica dello Stato: prova ne è il fatto che Giorgio Napolitano, a maggior gloria dell’autonomia istituzionale del Colle quanto a retribuzioni, si era sempre ben guardato dall’ottemperarvi.

 

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Ed è forse proprio per via dell’ingombrante precedente che dal Pd nessuno ritiene di produrre la dichiarazione-salamelecco di prammatica. Parlano col contagocce, e comunque solo di Mattarella. Che «ha compiuto una decisione molto positiva ed irrituale» (Stefano Fassina), che «ha dato una lezione a quanti si oppongono al tetto dei 240mila euro agli stipendi pubblici» (Michele Anzaldi), che «ha dato l’esempio a tutti compiendo un gesto che dovrebbe essere obbligatorio» (Ileana Argentin). Su Napolitano, però, non una parola. Anche un no comment, alle volte, vale più di mille parole. 

QUIRINALE - IL CANE BRICIOLA E MATTARELLAQUIRINALE - IL CANE BRICIOLA E MATTARELLAgiorgio e clio napolitano lasciano il quirinale  6giorgio e clio napolitano lasciano il quirinale 6