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PARISI MA NON RISI - MATTEO SALVINI ATTACCA STEFANO PARISI, AUTOCANDIDATOSI LEADER DEL CENTRODESTRA: “SE IL SUO È IL MODELLO MILANO, CHE È UN MODELLO PERDENTE, NON CI STIAMO. UNA CONVENTION CON CASINI, ALFANO E PASSERA? NO GRAZIE, SE LA ORGANIZZI LUI”

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Tommaso Ciriaco per “la Repubblica

 

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Se lui vuole un centrodestra che a Bruxelles si schiera con la Mekel noi diciamo no Il mio interlocutore è Berlusconi, è lui che deve posizionare il partito. Stefano Parisi si candida alla guida del centrodestra.

 

Sarà il suo leader, Matteo Salvini?

«Questa cosa del leader è un po’ stucchevole. Sempre a parlare dei nomi, e invece bisognerebbe occuparsi delle cose da fare. Per dire: Parisi cosa pensa della Turchia in Europa, che per me resta una follia? E della moneta unica, che è totalmente sbagliata?».

 

Provo a darle qualche indizio, segretario: Parisi è stato city manager di Albertini, ed è da sempre socialista e moderato.

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«Appunto... Se quindi pensa di lanciare a settembre una convention con Casini, Alfano e Passera, no grazie. Così non ci interessa, se la organizzi lui. A me comunque sembra soprattutto una guerra di posizione in FI».

 

Dietro Parisi c’è Berlusconi, lo sa? È il Cavaliere che tenta di mantenere il pallino in mano.

«È così, in Forza Italia funziona da sempre così. L’onere di come posizionare il partito è suo, è lui il mio interlocutore. Mi auguro che scelga bene, e che posizioni il partito in modo da vincere le prossime elezioni».

 

E lei intanto cosa fa?

«A Ferragosto a Ponte di Legno spiegherò cosa penso del futuro dell’Europa. E sarò chiaro».

 

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Insisto: difficile che Parisi la pensi come lei su Bruxelles.

«Senta, se il suo è il modello Milano, che è poi un modello perdente visto il risultato, è evidente che noi non ci stiamo».

 

Ha proposto un centrodestra liberale e popolare. È il suo?

«Ah, e quindi a Bruxelles con chi sta, con la moderata Merkel? Lo lasciamo serenamente alla signora Merkel, noi puntiamo su idee forti e decise».

 

È ancora convinto che sarà lei a sfidare Renzi e Di Maio?

«Renzi è bollito, è già tanto se sarà premier nel 2017, di certo non porterà lui il Pd alle elezioni. Nei cinquestelle si scanneranno. Noi, le ripeto, adesso pensiamo ai contenuti».

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Potete sempre decidere la leadership con le primarie. Magari in una sfida contro Parisi?

«Certamente. Poi io non mi impicco alle formule, l’importante è che venga coinvolta più gente possibile. Anche perché, lo ricordo, il modello Milano ha lasciato metà dell’elettorato a casa...».

 

Parisi no, ma con Toti lei va invece parecchio d’accordo.

«Sa, con Forza Italia governiamo tre Regioni e centinaia di Comuni. Abbiamo una sensibilità simile, soprattutto con quegli amministratori che non si comportano come quella Forza Italia che si è suicidata a Roma».

 

Si avvicina il referendum d’autunno e lei prevede che Renzi perderà. Dovesse accadere, siete disposti a cambiare la legge elettorale tutti assieme?

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«Renzi perderà il referendum. E trovo bizzarro che Parisi dica che non deve dimettersi. L’ha detto lui, lo faccia. Poi per me la via maestra è restituire ai cittadini un Parlamento legittimato. Vogliono cambiare la legge elettorale? Facciano pure, io non mi sottraggo mai alle sfide. Ma tocca alla Consulta esprimersi».

 

E la sua Lega, Salvini? Sembra in affanno. E ha avuto un brutto risultato al Sud.

salvini e berlusconi allo stadio  bsalvini e berlusconi allo stadio b

«Al Sud si poteva fare meglio, ma è un inizio. E per la prima volta nella storia siamo presenti anche lì, con nostri amministratori. Discussioni ci sono in ogni partito, ma è tutto sotto controllo. Poi, certo, c’è sempre qualcuno che pensa al passato, ma andiamo avanti».