
DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI…
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L’ostinazione con cui il Soldato Renzi cerca il voto anticipato gli sta facendo perdere petali dal Giglio Tragico. Il primo che sembra prendere le distanze dal Ducetto sul tema sembra essere quel Francesco Bonifazi che Matteuccio ha imposto come tesoriere del Pd. Non sarà mica per la storia dei vitalizi che scattano a settembre?
Matteuccio s’è convinto che dietro la mossa di Napolitano (“Nei paesi civili alle elezioni si va a scadenza naturale. Ed a noi manca ancora un anno”) ci sia lo zampino di Sergio Mattarella. L’ex premier, ormai, è entrato in un mood negativo: nessuno riesce a togliergli dalla testa l‘idea che ce l’abbiano tutti con lui.
Tesi suffragata dai resoconti (zeppi di dettagli) che, regolarmente, gli offre Maria Etruria Boschi. La sua mission a Palazzo Chigi è ormai chiara a tutti: marcare stretto Gentiloni. Che per Renzi significa: “memento mori”; ricordati che devi morire, cioè dimetterti a comando. Più passa il tempo, però, più Paolo “il moscio” ci sta prendendo gusto. Tanto che Matteo, nei giorni scorsi, si è lasciato andare ad una riflessione con la Boschi: “Gentiloni può essere pericoloso se chiede consiglio a Rutelli”. Chissà cosa avrà voluto dire…
Nemmeno Meb, però, se la passa tanto bene a Palazzo Chigi. Tutti i ministri sanno che è la Mata Hari di Matteo, il suo Orecchio in Consiglio dei ministri. Così, ogni volta che la vedono avvicinare cambiano argomento in maniera grossolana; oppure, come i calciatori, parlano fra loro mettendo la mano davanti alla bocca: ed il filone di informazioni verso Matteo si esaurisce ogni giorno che passa.
Renzi comincia a temere complotti anche dentro il Pd. Soprattutto dal duo Orlando-Franceschini. Avrebbe anche chiesto aiuto alla neo ministra Anna Finocchiaro. Le avrebbe chiesto di tastare gli umori di Luigi Zanda, capogruppo al Senato che negli ultimi tempi si è ricordato di far parte della corrente del ministro dei Beni Culturali.
La condanna di Mauro Moretti per la Strage di Viareggio sta dividendo il governo. Uomini “di peso” e anti-renziani come Franceschini ed Orlando stanno facendo sapere in giro che si sarebbero aspettati una mossa “spintanea” dell’amministratore delegato di Leonardo/Finmeccanica verso le dimissioni dall’incarico; o, per lo meno, una sospensione. Invece, niente.
Così, i due - ma sembra anche la Pinotti (“tu quoque…”) – si sarebbero fatti vivi con Padoan. Al ministro dell’Economia, azionista di maggioranza di Finmeccanica, verrebbe chiesto in queste ore un comunicato per marcare le distanze da Moretti. A cui è venuto a mancare, dopo averlo imposto, anche il sostegno di Matteo Renzi.
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