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Martina Marinelli per La Verità
L' acquisto di bunker e case con sistemi di sicurezza di alto livello lo scorso anno è cresciuto del 150% rispetto al 2015. Attori e atleti, politici e finanzieri, filantropi e manager della Silicon Valley: ecco chi sono perlopiù gli acquirenti. Tutti ossessionati della fine del mondo.
Reid Hoffman, co fondatore del social network lavorativo Linkedin, ha detto in un recente articolo pubblicato sul New Yorker che più del 50% dei miliardari del settore tecnologico californiano si sta preparando al peggio. In America li chiamano «prepper» o «survivalist», in Italia sono più semplicemente gli apocalittici. Ma cosa temono? Di tutto.
Secondo Steve Humble, presidente della società di costruzioni di bunker Home creative engineering, molti hanno paura di attentati terroristici e fucilazioni di massa, altri vivono nel terrore che un grande terremoto possa distruggere la California, altri ancora credono che un virus letale possa sterminare l' intera popolazione. E poi c' è chi vive in balia delle profezie o anche chi è convinto che presto si scatenerà un' insurrezione popolare.
«Tutti quelli che vivono nella Silicon Valley sono abbastanza certi che l' America si sta dirigendo verso qualcosa di simile a una rivoluzione russa», ha spiegato sempre al New Yorker il filantropo Robert H.
Dugger. A temere una rivolta civile che possa mettere a rischio i loro patrimoni sono soprattutto gli investitori della campagna di Donald Trump.
Dice Gary Lynch, general manager della Rising S. Bunkers: «Ogni volta che c' è un panorama politico turbolento, vediamo un picco nelle nostre vendite». Dall' elezione del magnate americano, le vendite della sua società sono salite del 700%. Non resta che chiederci se i grandi ricchi siano a conoscenza di qualcosa che sfugge al sapere di noi comuni mortali.
PANICO L' idea di un' imminente catastrofe si è sedimentata nella società per influsso della narrativa e della cinematografia. La paura si è diffusa anche tramite il web. Le tecnologie ci hanno reso più attenti ai rischi ma più tendenti al panico.
OCCHIALI Steve Huffman, 33 anni, ad del social network Red dit, patrimonio di 600 milioni di dollari, è stato miope fino a novembre del 2015, quando si è sottoposto a un intervento laser agli occhi. Motivo: in caso di apocalisse «senza occhiali sarei fottuto».
MUNIZIONI «Ho un paio di motociclette. Un mucchio di armi e munizioni. Cibo. Potrei restare nella mia casa per un sacco di tempo» (Steve Huffman).
ISOLA Antonio García Martínez, ex product manager di Facebook, ha comprato 5 acri di bosco su un' isola del Pacifico nordoccidentale e li ha ricoperti di pannelli solari e generatori. In più si è dotato di migliaia di munizioni: «Servono così tante cose per salvarsi in caso di apocalisse».
VALIGIE Tim Chang, 44 anni, managing director di Myfield Fund, società di venture capital, ha un set di valigie sempre pronto per lui, la moglie e la figlia di 4 anni. «Se scoppiasse la guerra civile o se un terremoto spaccasse la California vogliamo essere pronti».
NUOVA ZELANDA Reid Hoffman dice di voler andare a visitare la Nuova Zelanda perché ha scoperto che si tratta di un rifugio sicuro in caso di catastrofi. Nei primi mesi del 2016, l' acquisto di terreni in Nuova Zelanda da parte degli stranieri è aumentato di quattro volte rispetto all' anno precedente.
survival condo project wichita
CONDO Il Survival Condo project, ovvero un condominio con bunker di lusso costruito in vecchi silos interrati a nord di Wichita, in Kansas, un tempo usati come basi per il lancio di missili balistici. Gli appartamenti sono dotati di ogni comfort, hanno scorte di viveri disidratati per 5 anni, giardini idroponici per coltivare ver dure, un sistema di filtraggio dell' aria e dell' acqua dall' esterno che le purifica da ogni sorta di scoria e persino finte finestre per scongiurare eventuali attacchi di panico. Costo: a partire da 1,5 milioni di dollari.
OSCAR Brad Roberson, direttore marketing della Rising S. Bunkers, società produttrice di rifugi di sicurezza, ha affer mato di aver costruito per un attore premio Oscar un bunker nella Napa Valley di 3.000 metri quadri con 37 camere, campo di shooting, sala cinema e un bowling. Altri richiedono bunker che si ispirano a Indiana Jones, Batman o James Bond
SCEICCO L' attico del Penthouse, grattacielo nell' Hyde Park di Londra, stando ai maggiori esperti è una delle case più sicure al mondo: finestre di vetro antiproiettile, camere antipanico, scanner di rilevazione dell' iride. Il sistema di sicurezza fu progettato da ex ufficiali delle forze speciali dell' esercito britannico per lo sceicco Hamah Bin Khalifa, ministro degli Esteri del Qatar.
SEMI Bill Gates ha enormi rifugi sotto ognuna delle sue case, a Rancho, Santa Fe e Washington. In Norvegia, più precisamente nell' isola di Spitsbergen, ha finanziato per 25 milioni di dollari la costruzione di un bunker, il Svalbard Global Seed Vault (o arca dell' apocalisse), dove sono stati stoccati i semi di ben 4,5 milioni di specie di piante provenienti da ogni angolo del pianeta, per garantire la biodiversità del pianeta in caso di catastrofe.
SOLDI Justin Kan, classe 1983, cofondatore di Twitch, la piattaforma per videogame venduta poi ad Amazon per quasi 1 miliardo di dollari, per prepararsi alla fine del mondo non fa scorte di cibo ma mette da parte soldi e metalli preziosi: «È come un' assicurazione».
CRUISE Tom Cruise ha venduto la sua villa in Colorado per 59 milioni di dollari: 7 camere, 9 bagni, un eliporto e un rifugio antiatomico sotterraneo, dove nascondersi in caso di attacchi terroristici.
SICUREZZA Nel 2006 Larry Ellison, cofondatore della Oracle Corporation, spese 1,8 milioni di dollari per mettere in sicurezza la sua casa a Lake Tahoe, in Nevada.
FACEBOOK Su Facebook ci sono gruppi privati nei quali si scambiano consigli sui modelli di maschere antigas, sui bunker e sulle location al riparo da eventuali stravolgimenti climatici. Alle cene di lavoro degli uomini della Silicon Valley spesso si finisce col raccontare a che punto è la scorta di cibo o la costruzione del rifugio antiatomico.
LOGICA Yishan Wong, ex ceo di Reddit, ha spiegato al New Yorker: «La maggior parte delle persone si rende conto che la fine del mondo è un evento improbabile, ma gli apocalittici tecnologici sono soliti calcolare matematicamente il rischio, quindi investono una piccola parte degli enormi patrimoni che hanno per proteggersi in caso di catastrofe: è una scelta logica».
INFERNO Robert Vicino, ad di una società che costruisce rifugi, crede fermamente al giorno del giudizio (vedi box), ma afferma che le élite che sopravvivranno all' apocalisse avranno vita dura: si troveranno a vivere in strada, insieme a migliaia di topi e altri pochi superstiti feriti, mutilati o colpiti da radiazioni: «Un vero inferno». La domanda quindi è: vale la pena sopravvivere alla fine del mondo?
reid hoffman fondatore di linkedin
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