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LA MAY SMOLLA LA PATATA BREXIT AL PARLAMENTO – TOCCHERA’ A WESTMINSTER L’ULTIMA PAROLA SULL’USCITA DALLA UE. “MA NON SARA’ VINCOLANTE” – MOSSA DELLA COZZA DI FERRO CHE CERCA DI USCIRE DALL’ANGOLO, TORY SPACCATI TRA 'HARD' E 'SOFT'
Alessandra Rizzo per La Stampa
palazzo di Westminster - Houses of Parliament
Il governo s' inchina al Parlamento e dopo mesi di tentennamenti offre ai deputati la possibilità di votare sull' accordo finale con l' Unione europea per la Brexit, se accordo ci sarà. Un voto «prendere o lasciare», ha detto ai Comuni il ministro per la Brexit David Davis, che ha aggiunto: il voto parlamentare non può in alcun modo cambiare il fatto che il Regno Unito lascerà l' Ue nel Marzo del 2019.
Ma intanto l' ala filoeuropea del partito conservatore esulta, così come l' opposizione laburista, che sottolinea la retromarcia del governo su un punto importante e delicato nel lungo divorzio. È una decisione frutto della debolezza della premier Theresa May, costretta a barcamenarsi tra le due ali del partito - pro e anti Brexit - e a fronteggiare chi sfida più o meno apertamente la sua traballante leadership.
Le notizie del weekend non l' avranno rassicurata, come non hanno rassicurato i mercati, che ieri hanno registrato un calo della sterlina. Secondo il «Sunday Times», 40 deputati sarebbero pronti a firmare una lettera di sfiducia verso la premier, un numero non sufficiente per costringerla alle dimissioni, ma pericolosamente vicino alla soglia minima di 48 prevista dal regolamento dei Tory.
Mentre il «Mail on Sunday» riferisce che due pesi massimi del partito e paladini della Brexit, il ministro degli Esteri Boris Johnson e quello dell' Ambiente Michael Gove, hanno scritto alla May per intimarle di mettere in atto una «hard Brexit», ovvero un' uscita netta dall' Ue. Tentativi di ribellione che si inseriscono nel quadro dello scandalo per i presunti abusi sessuali a Westminster, che hanno già fatto perdere al governo un ministro, quello della Difesa, e che mettono a rischio il vice di Theresa May.
La decisione del governo di conferire il voto parlamentare è stata annunciata dal ministro Davis dopo il sesto round di negoziati con Bruxelles. Il governo spera, tramite questa apertura, di riuscire a evitare una possibile ribellione, e conseguente sconfitta parlamentare, sul testo di legge di ritiro dall' Ue: i deputati si apprestano a riprendere l' esame del testo nei prossimi giorni, e sono già previsti centinaia di emendamenti.
Intanto, Theresa May ha incontrato oggi a Downing Street una delegazione di imprenditori europei, compresa la Confindustra, per discutere di Brexit. «Non usciamo da questo incontro rassicurati», ha commentato Emma Marcegaglia, in veste di presidente di Business Europe.
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