FLASH – IL GOVERNO VUOLE IMPUGNARE LA LEGGE REGIONALE DELLA CAMPANIA CHE PERMETTE IL TERZO MANDATO…
- BARNIER, BENE CHIAREZZA MAY, GB FUORI DA MERCATO UNICO
(ANSA) - Il capo negoziatore dell'Unione europea Michel Barnier "dà il benvenuto al discorso" della premier britannica Theresa May. "La chiarezza sull'uscita della Gran Bretagna dal mercato unico e dall'unione doganale, e il riconoscimento dei trade-off - afferma - sarà riflessa nelle linee guida dei 27 "per il futuro accordo di libero scambio".
- BREXIT: WEBER, NON SO COME SI ARRIVERÀ AD ACCORDO CON LONDRA
(ANSA) - "Dopo quello che ho sentito oggi sono molto preoccupato. Non vedo come si possa arrivare ad un accordo sulla Brexit se il governo del Regno Unito continua a mettere la testa sotto la sabbia". Così in un tweet il capogruppo del Ppe al Parlamento europeo Manfred Weber dopo il discorso della premier britannica Theresa May.
- BREXIT: MAY, NESSUN ACCORDO MEGLIO DI UN CATTIVO ACCORDO
(ANSA) - Theresa May conferma di considerare l'opzione di un 'no deal', di un divorzio senza accordo negoziale con l'Ue, "meglio di un cattivo accordo". Tuttavia, rispondendo a domande dei giornalisti dopo il suo discorso sulla Brexit alla Mansion House di Londra, la premier britannica ripete più e più volte di essere "fiduciosa che un buon accordo sarà raggiunto", un accordo che "vada bene per tutti". In fin dei conti, taglia corto, "è nell'interesse tanto del Regno Unito quanto dell'Ue".
- BREXIT, MAY: “LA LIBERTÀ DI MOVIMENTO CON LA UE È DESTINATA A FINIRE”
Theresa May illustra i cinque principi che dovrebbero regolare i nuovi rapporti commerciali tra Regno Unito e Unione Europea. Per prima cosa, ha detto la premier nel discorso che sta tenendo alla Mansion House, a Londra, dovranno esserci «impegni reciproci e vincolanti per garantire una concorrenza equa e aperta».
Inoltre, May indica la necessità di istituire un «meccanismo di arbitrato» completamente indipendente per risolvere gli eventuali contenziosi tra Londra e Bruxelles. Il terzo punto riguarda la necessità di mantenere una dialogo aperto ed istituire strumenti per una costante consultazione tra Regno Unito e Ue. Al quarto punto, la premier britannica chiede la sottoscrizione di un accordo per la protezione dei dati e, quale ultimo punto, indica la necessità che Regno Unito e Ue mantengano aperti i legami tra i rispettivi popoli. L
a giurisdizione della Corte europea sulla Gran Bretagna «deve finire», quando la Brexit sarà definitiva. E anche «la libertà di movimento delle persone» è destinata a finire, con il «recupero del controllo delle frontiere» da parte di Londra. May ha evocato la necessità di un «meccanismo indipendente d’arbitrato», un organismo terzo, poiché non può essere la corte «di una delle parti» a dirimere future dispute commerciali.
May ha ammesso che nessuna delle due parti riuscirà «esattamente ad avere ciò che vuole», di qui la necessità di «uno sforzo creativo» per raggiungere un accordo. Quanto ai modelli delle future relazioni commerciali, May ha ribadito che non ha senso inseguire i modelli sperimentati dalla Ue con il Canada e con la Norvegia, rivendicando il fatto che occorre trovare una soluzione articolata e «su misura» per i due partner.
In ogni caso, ha confermato la classica linea: no nell’unione doganale, no nel mercato unico. Alla domanda se non fosse arrivato il momento di dire la verità ai britannici sul fatto che ci saranno frontiere «dure» tra l’Irlanda e il Regno Unito, May ha detto: «Non ci saranno hard border, non torneremo al passato, ora discuteremo come procedere e che cosa fare insieme con la Commissione europea e il governo irlandese».
May ha passato in rassegna tutti i temi al centro del negoziato con la Ue, indicando che un mancato accordo è meglio di un «cattivo» accordo con la Ue. Tuttavia più volte ha indicato che un accordo di ritiro e per definire le future relazioni commerciali e per la sicurezza continentale è una necessità per tutti (pure per i britannici, dunque)
Per la gestione delle frontiere, ha indicato di voler puntare a misure che riducano la possibilità di blocchi ai porti e gli aeroporti riducendo al minimo e semplificando le procedure per le merci. L’accordo di partnership implicherebbe, nella visione di May, tariffe identiche per i prodotti destinati nel Regno Unito e per i prodotti destinati alla Ue. Va seguito quindi il principio di «reciprocità».
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