DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE…
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DISCORSO DI MELONI ALL'ONU
Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per corriere.it
Conciliare l’elogio del sovranismo e i benefici del multilateralismo spinto: ecco l’equilibrismo che Giorgia Meloni prova a suggerire alle Nazioni Unite. Per la prima volta davanti all’Assemblea generale, la presidente del Consiglio esalta i concetti di nazione e “identità”, ma sollecita subito dopo un impegno collettivo contro i flussi migratori: “Combattere le organizzazioni criminali dovrebbe essere un obiettivo che ci unisce tutti – scrive nel suo discorso - e che investe anche le Nazioni Unite”.
Di più: “E’ dovere di questa organizzazione rifiutare ogni ipocrisia e dichiarare una guerra globale e senza sconti ai trafficanti di esseri umani”. Chiede l’impossibile, o quasi: mai come negli ultimi decenni l’organizzazione con sede a New York è stata così paralizzata, soprattutto a causa del conflitto tra le due super potenze giocato sul terreno dell’Ucraina.
L’emergenza migratoria
L’aveva promesso, l’ha fatto: Meloni dedica i suoi ragionamento soprattutto all’emergenza migratoria. Usa un’immagine per racchiudere quanto sta accadendo: i trafficanti organizzano la traversata verso l’Europa “vendendo le brochure come fossero normali agenzie di viaggio, ma senza scrivere che troppo spesso conducono alla morte”.
Quasi tutto, nel discorso consegnato all’assemblea, riporta all’attuale fase di destabilizzazione in Africa e all’incremento degli sbarchi. Una dinamica figlia anche del “ricatto” di Mosca sul grano ucraino, che espone ancora di più quelle regioni all’instabilità “rendendole facili prede del terrorismo e del fondamentalismo”. “E’ una scelta: creare il caos e diffonderlo. E in quel caos – insiste Meloni - si infiltrano reti criminali che lucrano sulla disperazione per collezionare miliardi facili”.
Una nuova schiavitù
I toni verso l’Onu sono aspri, come d’altra parte quelli scelti verso l’Unione europea negli ultimi giorni. E’ la fotografia di una difficoltà politica estrema: conciliare gli slogan tradizionali della destra con la (nuova) consapevolezza: che i problemi sono enormi, globali. E che nessun Paese può dichiarare da solo guerra agli scafisti lungo il globo terracqueo, come ebbe a dire la presidente del Consiglio soltanto pochi mesi fa. Per questo, Meloni cerca di coinvolgere l’Onu: “Davvero una organizzazione come questa, che afferma nel suo atto fondativo “la fede nella dignità e nel valore della persona umana” può voltarsi dall’altra parte di fronte a questo scempio? Davvero questa assemblea, che in altri tempi ebbe un ruolo fondamentale nel debellare definitivamente la schiavitù, può tollerare che torni oggi sotto altre forme?”.
L’incontro con Zelensky
meloni zelensky incontro a new york
Mentre Meloni si concentra sull’immigrazione illegale, le Nazioni Unite si interrogano soprattutto sul primo contatto tra Volodymyr Zelensky e il russo Sergej Lavrov nel corso del Consiglio di sicurezza. Meloni, fa sapere a sera Palazzo Chigi, si ferma con il leader ucraino a margine di quella sessione. Pubblicamente, ribadisce ovviamente le ragioni del sostegno a Kiev, “per senso di giustizia”: quella russa è una guerra “di stampo neo-imperialista”, mentre la resistenza degli ucraini è dettata da “amore di Patria e valore della Nazione” (ancora le maiuscole).
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MELONI
Estratto da corriere.it
Spaghettone al pomodoro in una pizzeria italiana, invece del ricevimento con Joe Biden. E niente più discorso al Consiglio di sicurezza dell’Onu, che per la prima volta ha visto nella stessa stanza il capo della resistenza ucraina Zelensky e il ministro russo Lavrov.
Al suo debutto al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite, Giorgia Meloni segue la sua agenda, che a volte entra in conflitto con quella ufficiale. Alle 11.23 di mercoledì un messaggino sulla chat dell’ufficio stampa di Palazzo Chigi informa i giornalisti italiani che «al dibattito in Consiglio di Sicurezza dedicato all’Ucraina interverrà il ministro Tajani». E non la premier, il cui discorso era atteso per l’ora di pranzo di New York.
La notizia accende i sospetti della stampa al seguito. Che fine ha fatto, la presidente del Consiglio?
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L’altro «mistero» che per qualche ora interroga i giornalisti italiani è perché Meloni abbia disertato martedì sera il ricevimento organizzato dalla Casa Bianca. Nessun caso e nessun giallo. Semplicemente e banalmente, come ama dire la leader di Fratelli d’Italia, lei il presidente Biden lo ha incontrato faccia a faccia negli ultimi mesi sia alla Casa Bianca che in India e, spiegano i collaboratori, «non aveva bisogno di mettersi in fila per avere un’altra photo opportunity».
E quindi, all’ora del ricevimento a stelle e strisce, la premier era a cena con il suo staff e la figlia Ginevra da Ribalta, una pizzeria italiana che nel 2014 ospitò a tavola anche l’allora premier Matteo Renzi
meme giorgia meloni matteo salvini
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