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AL "NESSUN DORMA" DI DRAGHI E MATTARELLA RISPONDE L’ORDINARIO TEATRINO DELLE BARUFFE TRA MELONI E L'OPPOSIZIONE – "LA STAMPA": “LA PREMIER, CHE PARE IN PERENNE "SMART WORKING", AI VERTICI INTERNAZIONALI SI COLLEGA, NELL'OSSESSIONE DI TURBARE TRUMP E DELLO SCAVALCAMENTO A DESTRA DI SALVINI, E TUTTAVIA RESTA "ALLINEATA" ALL'EUROPA SU KIEV E SULLA DIFESA. ANCHE IL RIOTTOSO SALVINI ABBAIA, MA NON MORDE. DALL'ALTRO LATO INVECE CONTE MORDE MENTRE SCHLEIN LA PENSA COME IL LEADER M5S MA NON PUÒ DIRLO. SE IL CENTROSINISTRA VINCESSE LE ELEZIONI, ELLY NON SAREBBE IN GRADO GARANTIRE A MATTARELLA LA POLITICA ESTERA (E DI DIFESA) CHE IL CAPO DELLO STATO SOLLECITA…” – VIDEO
Alessandro De Angelis per "la Stampa" - Estratti
Per carità: alcune battute sono anche riuscite, all'interno del cosiddetto "premier time" alla Camera. Come quando Giorgia Meloni ironizza sulla sinistra che «quando è al governo fa le riforme, quando è all'opposizione le vuole abolire coi referendum».
O quando Elly Schlein, particolarmente pimpante, le risponde che «il suo mondo è fantastico, perché quando le cose funzionano, è merito suo, quando non funzionano è colpa degli altri».
O Giuseppe Conte che, con una trovata ad effetto, chiede un minuto di silenzio su Gaza, dopo aver incassato una botta essa stessa ad effetto quando la premier gli dice, «io realizzo anche gli impegni che ha sottoscritto lei sulle spese militari prima di cambiare idea».
O Maria Elena Boschi che gioca a fare Meloni con Meloni e, quando la premier rivendica il minimo storico dello spread, la invita, proprio come diceva la premier quando non era premier, ad «ascoltare i mercati rionali e non solo quelli finanziari».
E così via, ognuno che, nel domanda-risposta, va sul sicuro, batte sui temi più consoni alla sua curva, ed è sempre all'opposizione: il governo è all'opposizione dell'opposizione, l'opposizione è all'opposizione del governo e anche del suo passato.
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Casca il mondo, ma il format è eternamente uguale a se stesso.
Oggettivamente il confronto con l'altra istantanea di giornata è impietoso. Qui, a Roma, l'ordinario teatrino. Lì, in Portogallo, il "nessun dorma", di Mario Draghi e Sergio Mattarella. Due discorsi, in perfetta sintonia, l'uno più focalizzato sugli elementi di rottura sul terreno economico, con la sfida dei dazi, l'altro più sugli elementi di rottura sul terreno della difesa.
Insomma, entrambi sono animati dal medesimo assillo, si misurano con la storia e con la straordinarietà di questi tempi. Il cuore del messaggio, tutto politico, è una sveglia all'Europa, nella direzione di una maggiore soggettività politica e di un rinnovato protagonismo, come risposta all'America first che sancisce la fine della sicurezza gratis e un consolidato sistema di relazioni commerciali.
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Giorgia Meloni non è protagonista, pare in perenne "smart working", nel senso che ai vertici internazionali si collega, nell'ossessione di turbare Trump e nell'ossessione dello scavalcamento a destra di Salvini, e tuttavia sia pur a bassa intensità resta "allineata" all'Europa tanto su Kiev, quanto sul tema della difesa.
Anche il riottoso Matteo Salvini abbaia, ma non morde. Dall'altro lato invece Giuseppe Conte morde e non è un caso che non c'è una sola occasione in cui Elly Schlein faccia un discorso compiuto sulla politica estera e sulla difesa, dove la pensa come Conte ma non può dirlo. Sul principale terreno su cui si gioca non la competizione elettorale (si sa, questi temi sono impopolari) ma l'interesse nazionale c'è, nel centrosinistra, un mai risolto disallineamento rispetto all'Europa.
Tanto per capirci. Se domani mattina il centrosinistra vincesse le elezioni, Elly Schlein, nel momento dell'incarico, non sarebbe in grado garantire a Mattarella la politica estera (e di difesa) che il capo dello Stato sollecita. Giorgia Meloni questo problema, che non è un dettaglio, non ce l'ha.
MATTEO SALVINI AGLI INTERNAZIONALI DI TENNIS MENTRE GIORGIA MELONI PARLA IN AULA
salvini meloni
GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI E ANTONIO TAJANI A GENOVA 1
GIORGIA MELONI - QUESTION TIME ALLA CAMERA
giorgia meloni question time alla camera - foto lapresse
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