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GIORGIA MELONI NON HA CAPITO CHE STREPITARE CONTRO L’UE È CONTROPRODUCENTE – AL SENATO PER LE REPLICHE SULLE COMUNICAZIONI IN VISTA DEL CONSIGLIO EUROPEO, LA DUCETTA ATTACCA: “L’EUROPA DIMOSTRA MIOPIA SULLE GRANDI SCELTE”. IL RIFERIMENTO È ALLE SPACCATURE SU SANZIONI ALLA RUSSIA E PRICE CAP, SU CUI IERI AVEVA DEFINITO “INSODDISFACENTE” LA RISPOSTA DELL’UNIONE. IL PROSSIMO PASSO SARÀ IL VOTO SUL CONGELAMENTO DEI FONDI UE A ORBAN: SI SCHIERERÀ CON IL SUO AMICO “VIKTATOR” ANCHE QUESTA VOLTA, PER FINIRE NEL GIRONE DEGLI EURO-APPESTATI?

GIORGIA MELONI ALLA CAMERA.

1. FONTI, MANCA ANCORA ACCORDO SU NONO PACCHETTO SANZIONI UE

(ANSA) - Ancora nulla di fatto - a quanto si apprende - alla riunione degli ambasciatori Ue sul nono pacchetto sanzioni contro la Russia per la guerra in Ucraina. Le motivazioni sarebbero di "natura tecnica". La questione potrebbe essere discussa nuovamente in serata, prima dell'inizio ufficiale del Consiglio Europeo.

 

2. UCRAINA:MELONI,CI RIGUARDA TUTTI E VOGLIO ITALIA CREDIBILE

(ANSA) - "La vicenda Ucraina non riguarda solo Ucraina, ci coinvolge tutti, ci piaccia o no. Coinvolge il ruolo dell'Italia. Voi pensate che se l'Italia decidesse d estraniarsi dalla comunità internazionale, di non inviare nulla, cambierebbe qualcosa" sul fronte internazionale per Kiev? "No, cambierebbe l'approccio verso di noi. Saremmo considerati una nazione inaffidabile che di fronte alle difficoltà scappa. Io", invece, "voglio un' Italia credibile e seria, che può" per questo "chiedere solidarietà, attenzione e difendere i propri confini". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nelle repliche al Senato.

 

SERGIO MATTARELLA URSULA VON DER LEYEN GIORGIA MELONI

3. MIGRANTI: MELONI, CHIEDO PARI DIGNITÀ TRA PAESI UE

(ANSA) - L'immigrazione "non è tema redistribuzione" e "quello che pongo è un tema di pari dignità" tra i paesi Ue: "Perché l'Italia dovrebbe accettare qualcosa che gli altri non vogliono fare in Europa? La soluzione è fermare le partenze e difendere i confini esterni della Ue. Anche gli altri non vogliono movimenti secondari, le redistribuzioni, le Ong". Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in replica al Senato sulle comunicazioni in vista del Consiglio europeo.

 

giorgia meloni volodymyr zelensky video collegamento g7

4. MANOVRA:MELONI, SODDISFATTI, UE CONFERMA BONTÀ NOSTRO LAVORO

(ANSA) - "Siamo particolarmente soddisfatti del giudizio espresso dalla Commissione europea sulla legge di bilancio. Una valutazione positiva che conferma la bontà del lavoro del Governo italiano, sottolinea la solidità della manovra economica e ribadisce la visione di sviluppo e crescita che la orienta. In questa direzione continueremo a lavorare nell'interesse dei cittadini italiani, delle famiglie e delle imprese". Così il presidente del Consiglio Giorgia Meloni dopo il giudizio Ue sulla manovra.

 

5. MELONI, UE MIOPE SU SCELTE STRATEGICHE, SIA ATTORE POLITICO

giorgia meloni al senato

(ANSA) - L'Europa "dimostra una miopia sulle grandi scelte strategiche. L'Europa dovrebbe trovare una soluzione efficace, dare il segnale di agire come attore politico". Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in replica al Senato sulle comunicazioni in vista del Consiglio europeo a proposito di Ucraina e crisi energetica.

 

L'Ue dovrebbe usare poi "quella forza per porre il problema del rapporto che le scelte che altri nostri alleati stanno facendo in campo economico", riferendosi agli Usa. La Ue, aggiunge, "dovrebbe mantenere una posizione comune perché se noi di fronte al conflitto ucraino ci mettiamo anche a farci concorrenza uno con l'altro in una situazione così difficile non so quanto possa essere intelligente".

 

giorgia meloni nel 2018 proponeva lo scioglimento della zona euro 2

6. GAS, MELONI ATTACCA L'EUROPA "RISPOSTE INUTILI, FAREMO DA SOLI"

Ilario Lombardo per “la Stampa”

 

Per il suo primo Consiglio europeo Giorgia Meloni ha coniato uno slogan dal vecchio sapore sovranista: «Il nostro obiettivo -ha detto ieri durante le comunicazioni alla Camera- non è più Europa in Italia, ma più Italia in Europa». Cosa vorrà dire concretamente lo si capirà dall'azione del governo italiano nei prossimi mesi, ma il primo test per la premier sarà domani, al debutto in un vertice dei Ventisette a Bruxelles.

 

giorgia meloni con paolo gentiloni

L'agenda è piena. Meloni atterrerà in Belgio oggi, per il primo summit ad alto livello tra Ue e Asean, il blocco che racchiude dieci Paesi del sud-est asiatico. Ad accogliere la presidente del Consiglio ci sarà la pagella della Commissione europea sulla manovra di Bilancio. Non sarà una bocciatura, anche se saranno confermati i dubbi sulla sostenibilità della riforma delle pensioni (Quota 103), e saranno presentati rilievi sui ritardi nell'attuazione della riforma del fisco, e sulla lotta all'evasione (con un riferimento indiretto alla soglia Pos).

 

Domani si entrerà nel vivo del confronto tra i leader. E Meloni avrà la sua prima occasione per dimostrare con quale strategia il governo si presenterà al tavolo dei negoziati con i partner più riluttanti.

 

giorgia meloni al senato

L'energia è il primo banco di prova. Stamattina, prima di partire per il Belgio, la premier bisserà le comunicazioni in Senato, e avrà modo di commentare il risultato del Consiglio europeo straordinario dei ministri dell'Ambiente e dell'Energia, di ieri. Un nulla di fatto. Resta il target di un tetto al prezzo del gas cosiddetto "dinamico", ma senza un accordo sulla soglia di prezzo.

 

Troppe, ancora, le distanze tra i Paesi. Meloni si prepara al brutto finale delle trattative e dall'aula del Parlamento definisce «insoddisfacente e inattuabile la risposta della Commissione Ue», annunciando che «se le misure europee dovessero tardare o essere inefficaci» il governo è pronto «a intervenire a livello nazionale».

 

VIKTOR ORBAN GIORGIA MELONI

Per capire la dimensione del problema bisogna entrare più nel dettaglio dei negoziati lunghi oltre otto ore. La terza proposta di compromesso sul price cap porta la firma della Repubblica ceca, presidente di turno dell'Ue.

 

Nelle bozze, la soglia di attivazione del meccanismo di correzione dei prezzi sul mercato Ttf di Amsterdam scenderebbe, rispetto agli originari 275 euro a megawattora proposti dalla Commissione, a 180-220 euro, se i picchi fossero raggiunti per un periodo tra tre e cinque giorni o se il prezzo salisse fino a 35 euro in più rispetto all'indice di riferimento mondiale del gas naturale liquefatto (Bruxelles si era fermata a 58 euro).

 

Ed ecco le reazioni opposte. Per il fronte del No, guidato da Germania e Olanda, terrorizzate dall'eventualità di un effetto negativo sulle forniture, le soglie sarebbero troppo basse. Di contro, secondo il fronte guidato da Italia, Francia e altri tredici Paesi, l'asticella è troppo alta. «Servirà più tempo» ha ammesso la commissaria Ue per l'Energia Kadri Simson. Se come pare prevedibile, il Consiglio dei capi di Stato e di governo di domani non produrrà nulla di diverso, il prossimo appuntamento per sperare in un miracolo sarà il vertice ministeriale del 19 dicembre.

 

GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI MEME BY GNENTOLOGO

«Andare in ordine sparso di fronte a queste sfide, pensando che chi è più forte economicamente faccia da sé, e quelli con maggiori problemi di spesa vengano lasciati indietro - ha argomentato ieri Meloni - non solo penalizzerebbe il mercato unico, ma comprometterebbe l'intera Europa».

 

Ma non c'è solo l'energia, nei pensieri e nelle parole della premier, rivolte a Bruxelles. Meloni torna sui migranti, ed è un assaggio della campagna che il governo prepara per il 2023: «Bisogna passare dal dibattito sulla redistribuzione a quello sulla difesa comune dei confini esterni dell'Ue». Niente di nuovo.

 

È la ricetta di sempre della destra italiana. Meloni risponde anche a chi in questi giorni sostiene che il fronte Est stia portando più profughi in Europa rispetto alla rotta mediterranea, ribadendo il concetto di una netta separazione tra profughi, riconosciuti dal trattato di Dublino, e «migranti economici», che lei definisce «illegali»: «L'Italia quest' anno ne ha fatti entrare 94 mila, e meno del 30% di queste persone avrebbe diritto a essere ricollocata».

 

giorgia meloni e viktor orban

Argomento che, rispondendo a M5S e Pd, le permette anche di lanciare una frecciata alla Francia, sul meccanismo volontario di redistribuzione: «Hanno ricollocato solo 38 persone entrate in Italia. E in cambio di cosa? Della previsione che l'Italia sia l'unico porto di sbarco possibile». Secondo la premier, lo proverebbe la reazione francese alla prima nave di migranti, la Ocean Viking, sbarcata in Francia dopo le tensioni con l'Italia. La frattura diplomatica ha fatto scendere il gelo con Emmanuel Macron. Nessun bilaterale di chiarimento è all'orizzonte. «In Europa - dice Meloni - devono valere gli stessi doveri e gli stessi diritti per tutti». -