fini tulliani

‘HO MENTITO PER PROTEGGERE LE MIE FIGLIE’. FINI SCARICA LA MOGLIE E AMMETTE DI AVER DETTO UN SACCO DI CAZZATE SULLA CASA DI MONTECARLO. E PROVA A FINGERSI VITTIMA - NEL 2010 SAPEVA BENISSIMO CHE ELISABETTA E GIANCARLO TULLIANI SI ERANO ACCORDATI PER SOTTRARRE AD ALLEANZA NAZIONALE LA CASA DI MONTECARLO, A UN PREZZO STRACCIATO - ALL’EPOCA I GIORNALI CHE SE NE OCCUPARONO (E DAGOSPIA) VENNERO CHIAMATI ‘MACCHINA DEL FANGO’ PER AVER SCRITTO PER FILO E PER SEGNO QUELLO CHE LUI AMMETTE OGGI - ORA C’È DI PIÙ: I VERSAMENTI MILIONARI DI CORALLO AI TULLIANI RIVELANO BEN ALTRI AFFARI

 

1. FINI TRADISCE SU MONTECARLO «ECCO PERCHÉ HO MENTITO»

Massimo Malpica per il Giornale

 

fini tulliani

La verità. Un concetto che, per Gianfranco Fini, pare a geometria variabile. Plasmabile a seconda del momento, delle circostanze e, per sua stessa ammissione, dell' opportunità. Ed ecco dunque che sulla linea del traguardo delle indagini sulla casa di Montecarlo e la liaison d' affari Fini-Tulliani-Corallo, all' ultima chiamata prima della probabile richiesta di rinvio a giudizio suo e dei Tullianos da parte della procura, cade l' ultima bugia in ordine di tempo dell' ex presidente della Camera.

fini elisabetta tulliani

 

Lui negli anni ha voltato le spalle a dio, patria e famiglia, su questa storia. Ignorando la volontà della contessa Colleoni, militante missina ed entusiasta supporter di Gianfry, che aveva lasciato le sue proprietà in eredità ad An «per la buona battaglia». Mentendo al Paese con la promessa - non mantenuta - di dimettersi se si fosse dimostrato che la casa a Montecarlo era del cognato.

 

FINI TULLIANI

E scaricando, infine, prima lo stesso cognato - indicato come regista-millantatore dell' affaire immobiliare e degli intrecci finanziari con il re delle slot Francesco Corallo - e ora pure la moglie Elisabetta, difesa solo, sostiene ora, nell' interesse delle due figlie.

 

elisabetta tulliani e gianfranco fini

Ma almeno torna a galla una verità finora sempre negata, tra minacce di querela e pubbliche smentite. Fini è stato in quella casa. Il Giornale l' aveva sostenuto anni fa, e di nuovo più recentemente, dando conto di una email spedita dal costruttore monegasco Luciano Garzelli all' avvocato dei fratelli Tulliani, Izzo, nel quale Garzelli raccomandava al legale di placare Giancarlo, ricordandogli di aver registrato una telefonata nella quale il giovane Tulliani raccontava di un problema al parquet che disturbava i sonni di un «noto personaggio» che soggiornava in quella casa con «la sorella».

fini, tulliani

 

Facile capire chi fosse. E due settimane fa, nell' ultimo interrogatorio, rivelato ieri dal Tempo, Fini lo ammette. «È vero che sono andato nella casa, una volta perfezionata la vendita, perché Elisabetta mi chiese di accompagnarla, asserendo che aveva preso l' impegno di aiutare il fratello ad arredarla». Di averci dormito, però, lo nega. Chissà se era davvero colpa del parquet.

 

fini-tulliani

Per una menzogna caduta l' altro pilastro che cede è il solidissimo rapporto tra Fini ed Elisabetta, finora difesa a spada tratta dall' ex terza carica dello Stato. Che, invece, ora ammette che anche lei era d' accordo con il fratello nell' apparecchiare l' affare immobiliare per impossessarsi della metà dell' appartamento. Il tutto, ovviamente, all' insaputa di Gianfry, che mentre compagna e cognato gli frugavano nel patrimonio del partito chiedendo di organizzare una vendita di immobili ad personas non sospettava nulla di nulla, né per la presenza di una offshore come acquirente né per le insistenze di Giancarlo e della stessa Elisabetta.

giancarlo tulliani by vincino

 

In fondo, anche l' aver mentito a proposito del ruolo di lady Fini nel primo interrogatorio rientra nel concetto elastico di verità dell' ex leader di An.

«Non l' ho riferito - spiega - per timore delle ripercussioni laceranti che tali affermazioni avrebbero potuto causare nel mio ambito familiare, soprattutto alle mie figlie».

 

 

2. FINI SCARICA ELISABETTA PER SALVARSI

Valeria Di Corrado per ‘Il Tempo’ di ieri

 

GIANCARLO TULLIANI E LA CASA DI MONTECARLO

«Elisabetta mi ha confessato solo recentemente che, insieme al fratello Giancarlo, nel 2008, avevano deciso di comprare la casa di Montecarlo.

 

Non l' ho riferito, nel primo interrogatorio, per timore delle ripercussioni laceranti che tali affermazioni avrebbero potuto causare nel mio ambito familiare, soprattutto con riferimento alle mie figlie. Oggi però sono convinto che per affermare la mia onorabilità devo prescindere dalle mie vicende familiari, per quanto dolorose». Insomma, Gianfranco Fini ha ammesso di aver mentito ai pm della Procura di Roma lo scorso aprile, per difendere la compagna e scongiurare una crisi familiare.

CITOFONO TULLIANI A MONTECARLO

 

 Quando però il 10 ottobre si è visto recapitare dai finanzieri dello Scico l' avviso di conclusione delle indagini preliminari (anticamera della richiesta di rinvio a giudizio), ha deciso che, per evitare di trovarsi a processo con la pesante accusa di concorso in riciclaggio internazionale, era il caso di cominciare a prendere le distanze dalla famiglia Tullia ni, compresa la sua Elisabetta.

 

«MI SONO ARRABBIATO CON ELISABETTA PER LA CASA»

Il punto èche, stando a quanto riferito nella nuova versione resa da Fini il 16 novembre al procuratore aggiunto Michele Prestipino e al pm Barbara Sargenti, sono ancora tanti gli aspetti che non convincono.

MONTECARLO TULLIANI

 

Una sequela di «non sapevo» che sviliscono l' intelligenza dell' ex presidente della Camera, il quale, per difendersi, preferisce passare per un ingenuo cronico, a cui la moglie e il cognato gliel' hanno fatta sotto il naso. In sostanza, «il coglione» che aveva ammesso di essere a dicembre, «a caldo», quando era stato appena diffusa la notizia dell' arresto del «re delle slot» Francesco Corallo e si era scoperto che Giancarlo Tulliani era indagato insieme a lui per la compravendita della casa di Montecarlo.

FINI TULLIANI DOCUMENTI CASA MONTECARLO

 

«Quando ho appreso dalle indagini che Elisabetta aveva ottenuto la metà del ricavato della vendita dell' appartamento, ovviamente mi sono molto dispiaciuto e arrabbiato. Lei mi ha confessato solo recentemente che, insieme a Giancarlo, nel 2008, avevano deciso di comprare quell' appartamento e, per evitare che la proprietà fosse di pubblico dominio, il fratello aveva appositamente costituito le società off shore Timara e Printemps. Il fratello le confidò che il nome di James Walfenzao, quale soggetto che si sarebbe occupato della costituzione delle società offshore, era stato proposto da Francesco Corallo al fratello».

 

«LEI NON SAPEVA CHE I SOLDI ERANO DI CORALLO»

Filippo Apolloni Ghetti

«Chiesi ad Elisabetta spiegazioni sull' acquisto, mi disse che non sapeva da dove provenisse il danaro impiegato. Anzi, Elisabetta mi ha riferito che di tutto si era occupato il fratello Giancarlo; che lei era stata coinvolta solo per condividere la proprietà dell' appartamento, nella consapevolezza che la comproprietà sarebbe stata schermata da società offshore.

 

FRANCESCO CORALLO

Se io avessi avuto, nel 2008, il minimo sospetto che dietro le società Printemps e Timara ci fossero stati i due fratelli Tullia ni, mai avrei autorizzato la vendita. Solo dopo, leggendo le carte dell' indagine, ho capito l' insistenza a conoscere circostanze relative alla vendita dell' appartamento. Ricordo con certezza che Giancarlo Tulliani, che già frequentava Montecarlo, mi chiese - con insistenza se fosse vero che An aveva un appartamento lì, se l' appartamento fosse in vendita, affermando che c' era una società interessata all' acquisto. Non escludo che anche Elisabetta Tulliani mi abbia fatto qualche domanda al riguardo, ma francamente non lo ricordo. Qualora lo abbia fatto, gli avrò risposto, ma non presi certo io l' iniziativa di segnalare l' esistenza dell' appartamento, né la possibilità di una vendita».

LA FOTOCOPIA DEL PASSAPORTO DI ELISABETTA TULLIANI SPEDITA DA CORALLO A WALFENZAO jpeg

 

Quindi Fini, pur essendo in quel momento storico il presidente di Alleanza nazionale, e colui che decise la vendita dell' immobile lasciato in eredità al partito dalla contessa Colleoni, non si preoccupò né di verificare chi ci fosse dietro la società off shore acquirente, né si insospettì nel vedere che a proporla fosse proprio suo cognato, né tanto meno si allarmò quando vide che sia Giancarlo che Elisabetta gli facevano «strane» domande sulla vendita di quella casa.

 

James Walfenzao

«Elisabetta si informava da me se si riusciva a vendere l' appartamento alla società proposta dal fratello. L' interesse e la sua insistenza - è la spiegazione che ha dato Fini ai pm - era collegata (così diceva) al fatto che Giancarlo Tulliani si interessava a far acquistare questo appartamento alla società off shore da cui avrebbe preso in affitto l' appartamento. Avere un contratto di affitto, infatti, lo avrebbe facilitato nella procedura per ottenere la residenza». Quindi il fatto che Tulliani, tra migliaia di case presenti a Montecarlo, avesse scelto di locare proprio quella di An, era per l' ex leader del partito una spiegazione plausibile e non ulteriore motivo di sospetto.

 

«NON MI SONO OCCUPATO DELLA VENDITA»

ANNA MARIA COLLEONI

 Fini ha rinnegato anche il ruolo avuto nella vendita dell' appartamento, bollando come falsa la testimonianza resa da Filippo Apollonj Ghetti, storico agente immobiliare romano, che, sentito come persona informata sui fatti dai pm, ha spiegato che nel 2002 l' ex presidente della Camera gli fece vedere le piantine della casa e lui le valutò almeno 1 milione e 200 mila euro. «Non è verosimile quanto affermato da Apollonj Ghetti. Io avevo ben altre cose di cui occuparmi. Questo appartamento faceva parte del patrimonio di An e se ne occupavano altre persone nel partito.

GIANCARLO ELISABETTA TULLIANI - LABOCCETTA - GIANFRANCO FINI

 

Apollonj Ghetti non ha fatto che ribadire qui in Procura quello che aveva già detto in un' intervista del 2010, intervista che rilasciò quando era un mio avversario politico. Quando, più tardi, Giancarlo Tullia ni mi prospettò la vendita e un possibile acquirente (quelli che si erano palesati negli anni precedenti, Fini li aveva guarda caso ignorati, ndr), io diedi l' incarico a Pontone (segretario amministrativo di An, ndr) e chiarii che la vendita non poteva essere fatta per un valore inferiore di quello iscritto al bilancio. Mi sono adeguato alla valutazione del cespite che era stata fatta dalla segreteria del partito e dagli uffici competenti».

GIANCARLO TULLIANI E FRANCESCA A DUBAI

 

«NON HO MAI DORMITO A MONTECARLO»

 Riguardo al viaggio a Montecarlo per seguire i lavori di ristrutturazione dell' appartamento, Fini ha precisato: «È vero che sono andato nella casa, una volta perfezionata la vendita, perché Elisabetta mi chiese di accompagnarla, asserendo che aveva preso l' impegno di aiutare il fratello ad arredarla.

 

Mi sembra fosse nell' autunno 2008, quando ancora ero convinto che la vendita era stata effettuata ad una società terza e che Giancarlo Tulliani l' avesse solo affittata. Mi ricordo che i lavori di ristrutturazione non erano stati ancora effettuati.

 

Mi ricordo di esserci andato ma di essere tornato indietro, senza soggiornare a Montecarlo, né in casa, né in albergo.

Anzi aggiungo che negli ultimi dieci anni non ho mai dormito a Montecarlo». Peccato che l' immobiliarista Luciano Garzelli ha detto a Il Tempo mesi fa: «Mi ricordo che i signori, Fini e la moglie, andavano a dormire nell' hotel a fianco all' appartamento della Colleoni per poter supervisionare da vicino i lavori di ristrutturazione».

Luciano Garzelli