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RIMETTI A NOI IL NOSTRO DEBITO - MENTRE SCHAEUBLE ANNUNCIA CHE POTREBBE DIMETTERSI SE FOSSE COSTRETTO A FIRMARE UN PIANO PER ATENE CHE NON CONDIVIDE, LA MERKEL APRE SUL DEBITO GRECO

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Tonia Mastrobuoni per “la Stampa”

 

Completo color panna, il viso tiratissimo per la stanchezza, Angela Merkel è apparsa ieri in televisione per la prima intervista successiva al vertice europeo sulla Grecia. Con il governo Tsipras, ha sottolineato la cancelliera, «tratteremo in modo duro» per la definizione dell’accordo che dovrebbe garantire 86 miliardi di nuovi aiuti ad Atene. Niente taglio del debito, ha ripetuto, ma anche niente Grexit. Si potrà negoziare, però, una ridefinizione degli oneri e dei tempi per i rimborsi dell’immenso debito pubblico greco, che secondo il Fmi viaggia verso il 200% del Pil.

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Dopo una delle settimane più dure della sua carriera, Merkel ha approfittato della tradizionale «intervista estiva» con l’emittente televisiva Ard per puntualizzare che un taglio del debito ellenico resta escluso: «I Trattati non lo consentono». Tuttavia ha aggiunto che un allungamento delle scadenze o uno sconto sui rendimenti sarà negoziabile.

 

Il giorno dopo le anticipazioni dell’intervista a Wolfgang Schaeuble che ha ventilato la possibilità di dimissioni se si sentirà pressato da «imposizioni» sul caso greco, Merkel ha precisato che «nessuno è venuto da me per chiedermi di dimettersi». Per la cancelliera c’è poco da aggiungere all’intervista del suo ministro delle Finanze: «Si occuperà delle trattative, esattamente come me». Nella chiacchierata col settimanale, Schaeuble ha dichiarato che se si sentisse forzato a firmare un’intesa che non sottoscriverebbe, potrebbe lasciare.

 

MERKEL SCHAEUBLEMERKEL SCHAEUBLE

Una mossa che precipiterebbe il governo Merkel in una crisi pesantissima, ma che avrebbe anche conseguenze pesanti sul partito. Nel voto al Bundestag, Merkel ha subito la più grande fronda tra i cristiano-democratici dall’inizio della crisi: 65 tra voti contrari e astensioni; la rivolta è stata contenuta anche per la consapevolezza che non c’è un’alternativa alla cancelliera, al momento. E che una spaccatura seria tra «merkeliani» e «schaeubleiani» indebolirebbe il partito, a vantaggio di nessuno.

 

Merkel ha detto ieri che con la Grecia la cosa importante è negoziare «rapidamente» per una soluzione. E ha anche precisato che i primi timidi segnali di un recupero economico greco sono stati «distrutti» durante gli ultimi sei mesi di governo Tsipras, ma non ha lesinato critiche anche agli esecutivi precedenti, che hanno accumulato ritardi sulle riforme.

 

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Poi la cancelliera ha escluso l’ipotesi avanzata da Schaeuble di un’uscita temporanea della Grecia dall’euro: «L’opzione Grexit è stata sul tavolo, ma abbiamo scelto l’alternativa». Una posizione simile è stata formulata da Peter Tauber, segretario generale della Cdu: la Grexit non è sul tavolo ma l’Europa «non ha firmato un assegno in bianco» con Atene, ha puntualizzato. La cancelliera ha anche respinto le accuse di freddezza nei confronti della situazione greca: «Qui non si tratta di vincere un concorso di popolarità o di bellezza, si tratta di fare la cosa giusta».

 

 

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