alessandro giuli re carlo e camilla francesco merlo

“NESSUN ALTRO UOMO DELLE ISTITUZIONI ITALIANE CERCA SENZA TROVARLA L’ELEGANZA CON LO STESSO ACCANIMENTO DI GIULI” – FRANCESCO MERLO IRONIZZA SULL’IMBARAZZO DEL MINISTRO DAVANTI ALL’ELEGANZA DEL SOVRANO AL COLOSSEO: "GIULI TRATTA GLI ABITI COME SPORTELLO DELLE IDEE. STIVALI, PANCIOTTI, CATENE, FERMACRAVATTA…RACCONTANO LA VOGLIA DI RIFARSI, SONO GLI ARNESI DI UNA RIVINCITA SPAVALDA, VANNO BENE PER LE TRIBÙ DI ATREJU, MA NON SI ADDICONO ALLA DOVEROSA SOBRIETÀ DI UN MINISTRO CHE RICEVE UN CAPO DI STATO. CHISSÀ CHE IL DISAGIO DI QUEL CONFRONTO. VENIVA VOGLIA DI RINCUORARLO..."

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Dalla rubrica delle lettere di “Repubblica”

 

re carlo alessandro giuli

Caro Merlo, non riesco a dimenticare l’immagine del ministro Giuli al Colosseo con re Carlo. Mi fa sorridere e al tempo stesso mi turba. Era scontato il confronto tra l’eleganza naturale e l’eleganza posticcia, tra il buon gusto e il cattivo gusto, ma non era scontato che Giuli esibisse l’imbarazzo dell’inadeguato che, forse, è un segnale niente male.

Laura Traverso, Genova

 

Risposta di Francesco Merlo

L’eleganza di Carlo è ineguagliabile e nessuno dei nostri, da Mattarella in giù, sfigura accanto al re, che semmai fa fare bella figura a tutti gli altri. E invece Giuli era a disagio. Forse perché nessun altro uomo delle istituzioni italiane, tra quelli che re Carlo ha incontrato, cerca — senza trovarla — l’eleganza con lo stesso accanimento del ministro Giuli.

 

alessandro giuli re carlo e camilla

È vero, in quella foto, con la meraviglia del Colosseo alle spalle, non colpiva tanto il confronto tra l’elegante e l’elegantone, ma l’imbarazzo di Giuli accanto al campione dell’eleganza maschile più raffinata e al tempo stesso più disinvolta.

 

Eppure Giuli non indossava gli stivaloni di nappa al ginocchio e il completo di velluto rosso che ha esibito a Ercolano, ma un abito scuro un po’ meno scamuffo, anche se era allicchittato , agghindato e accessoriato con i soliti dettagli eccessivi. Veniva voglia di rincuorarlo, magari coprendolo con un leggero soprabito.

 

alessandro giuli

In fondo Giuli non si sveglia con la cornamusa e ogni mattina ridisegna sé stesso senza maggiordomi. E però Carlo ha il gentleman come modello, mentre Giuli tratta gli abiti come sportello delle idee.

 

Stivali, panciotti, catene, fermacravatta… raccontano infatti la voglia di rifarsi, sono gli arnesi di una rivincita spavalda, vanno bene per le tribù di Atreju, ma non si addicono alla doverosa sobrietà di un ministro che riceve un capo di Stato. Chissà che il disagio di quel confronto, oltre che a segnare la differenza tra la moda che non passa mai di moda e la moda che non diventa mai di moda, non serva a Giuli per capire che è migliore dei suoi abiti.

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