MEZZO GIAPPONE, MEZZO GAUDIO - SHINZO ABE RIELETTO CON LARGA MAGGIORANZA, MA L’AFFLUENZA SI FERMA AL 52% - ORA AVANTI CON L’“ABENOMICS”, PIÙ ESERCITO E NUCLEARE. E MENO LIBERTÀ DI STAMPA

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Ilaria Maria Sala per “la Stampa

 

SHINZO E AKIE ABE SHINZO E AKIE ABE

Le elezioni-lampo volute dal primo ministro giapponese Shinzo Abe sono andate secondo tutte le previsioni: riconfermato il governo in carica, rieletto con una comoda maggioranza di oltre i due terzi, ma bassa affluenza alle urne.

 

Solo il 52% degli elettori ha deciso di andare a votare, la percentuale più bassa del dopoguerra. Di questi, però, la maggioranza ha voluto riconfermare non solo la coalizione di governo attuale, ma soprattutto lo stesso Abe, che nel corso della breve campagna elettorale era riuscito a tramutare le elezioni in un referendum su se stesso.

 

SCOMMESSA VINTA

Scommessa vinta pienamente da Abe, quindi. La sua coalizione con il Nuovo Komeito ha ottenuto 325 seggi su 475. Oltre la maggioranza di due terzi che gli consentirà di riprendere in mano leggi respinte dalla Camera alta e renderà possibile proporre emendamenti alla Costituzione. Mentre l’opposizione, il Partito democratico giapponese, ne ha ottenuti appena 70. L’estrema destra ha riportato un calo, e a sorpresa il Partito Comunista Giapponese ha ottenuto 13 seggi, 5 in più rispetto a due anni fa, dopo aver montato una campagna elettorale basata su personaggi da fumetti.

SHINZO E AKIE ABE SHINZO E AKIE ABE

 

Al premier resta l’amaro in bocca per quella metà dell’elettorato che non vede per quale motivo scomodarsi per riconfermare chi il governo lo ha già in mano, e con due anni d’anticipo rispetto al calendario politico.

 

LA STAGIONE DELLE RIFORME

Il calcolo di Abe però era nato il mese scorso, quando le statistiche economiche avevano mostrato che il Giappone era di nuovo in recessione tecnica, e che la crescita repentina del 2013, che tutti avevano attribuito all’effetto choc dell’«Abenomics», era stata stroncata sul nascere dall’introduzione di una nuova tassa sui consumi. Tassa criticata da economisti, analisti e cittadini, voluta da chi, invece, pensa che sia ora di fare il possibile per diminuire il debito pubblico (grande circa il doppio dell’economia nazionale) soffocando così ogni dinamismo economico interno.

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Ora nuovamente legittimato da questo buon risultato elettorale Abe vorrebbe passare a una nuova fase del suo programma di riforme, che comprende non solo l’economia, che naturalmente è stata al centro della campagna, ma anche la difesa nazionale, il nucleare e le relazioni estere.

 

Parte del programma vorrebbe dunque modificare il mercato del lavoro, diminuendo le tutele sindacali, di nuovo immettere stimoli all’economia, dare un ruolo maggiore all’esercito giapponese svincolandolo ulteriormente dalla Costituzione pacifista e autorizzandolo a missioni di pace all’estero, e riavviare le centrali nucleari, malgrado il timore dato dal post-Fukushima.

Xi JinpingXi Jinping

 

LIMITI ALLA STAMPA

Abe riconfermato premier promette di continuare il gioco duro con la Cina. Il sostegno nei confronti del primo ministro ha deluso chi aveva sperato che venisse punito per la nuova legge sui segreti di Stato, severa e in grado di limitare la possibilità della stampa giapponese di portare avanti inchieste. Ma tant’è: chi in Giappone ha deciso di accantonare i piani domenicali per andare alle urne ha dichiarato di essere soddisfatto di Abe e delle sue politiche.