1- BISOGNA LEGGERSI IN SANTA PACE LE MICIDIALI INTERCETTAZIONI DI BISY BISIGNANI COL CARO VECCHIO AMICO MONTEPREZZEMOLO PER CAPIRE CHI E' DAVVERO IL BERLUSCHINO DI MONTE PARIOLI CHE SOGNA LA PALINGENESI MORALE E SMANIA DI PRENDERE IL POSTO DEL BANANA. DOPPIO COGNOME, PROFILO MODERNO, VECCHISSIME ABITUDINI 2- ECCO MONTECIUFOLO INCAZZATO CON SADOMASI CHE NON GLI FA PASSARE LE FICTION DELLA EX COMPAGNA EDVIGE FENECH: “TRA L’ALTRO IO LÌ LA MACCHINA (UNA MASERATI, NDR) GLIEL’HO MANDATA, LUI NON L’HA MAI RITIRATA IN TUTTO QUESTO…, PERÒ LUIGI, TU GLI DEVI FAR CAPIRE CHE SE LUI NON MI FA QUESTA COSA… CON ME HA CHIUSO EH” 3- MA IL FATTO PIÙ SORPRENDENTE È IL FAVORE DI BISIGNANI, CON LETTA E LA GELMINI, ALLA DISCESA IN CAMPO POLITICA DEL “COMMESSO PREFERITO” DI DIEGO LAQUALUNQUE

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1- P4 QUEL MONTEZEMOLO FA PER NOI
Malcom Pagani per "il Fatto quotidiano"

Ecco l'uomo nuovo. Il ricco signore dal profilo elegante che parla di domani, mette in un angolo il passato, sogna la palingenesi morale di un Paese che dopo quasi due decenni di berlusconismo avverte la necessità di proiettarsi nel futuro. Doppio cognome, profilo moderno, vecchissime abitudini.

Luca Cordero di Montezemolo appare in molte conversazioni dell'affaire P4. Dialoghi ininfluenti sotto l'aspetto penale, ma illuminanti in un'ottica popolare esasperata che rifiuta lo status quo e pretende, per gli anni a venire, mutamenti radicali del costume da parte di chi si candida a guidare la barca. Luca Cordero di Montezemolo è tra loro.

Al telefono con l'intercettato Bisignani, dopo essersi dichiarato favorevole allo strumento investigativo ("Fondamentale in tante indagini e processi"), parla di sondaggi, di macchine da ritirare, chiede piccoli favori per l'ex compagna Edwige Fenech, riceve messaggi, effettua chiamate. Ripercorrerne il senso, a quasi un anno di distanza - quando il progetto di mettere faccia e voce in politica è ben oltre lo stato embrionale - può essere utile per fornire una carta d'identità all'elettore tipo. Con Luigi Bisignani il rapporto è antico.

Come scrive Stefano Feltri nel libro ‘Il candidato', i due si incontrano alla fine di un complicato decennio, gli anni '80, sul terreno di Italia '90, fitto di occasioni lavorative (Montezemolo, dal 1986 ai Mondiali, fu presidente del comitato organizzatore). Bisignani è reduce dall'affaire P2, Montezemolo dalle ire di Cesare Romiti (che lo allontanò dalla Fiat nel 1983, confinandolo alla Cinzano, grazie all'intercessione di Gianni Agnelli).

A ‘La Storia siamo noi' di Giovanni Minoli, a precisa domanda del conduttore: "Senta, ma è vero che lei con Montezemolo ha avuto uno scontro durissimo? Che l'ha cacciato dalla Fiat? L'ha mandato alla Cinzano perché vendeva gli incontri con l'avvocato Agnelli?", la risposta di Romiti non ammetteva repliche: "Sì, è vero questo (...) Perché lui ha ammesso quello che avveniva. Eravamo insieme, l'avvocato Gianni Agnelli, io e lui, naturalmente ha lasciato immediatamente l'azienda (...)".

Tra "Bisi" e Luca Cordero nasce un'amicizia, giunta intatta fino a oggi. Ragionano di prospettive, riflettono sul futuro, si danno conforto. Ed evocano eminenze grigie, di nome Gianni Letta. In questa conversazione del 19 novembre 2010, Luca chiede un favore all'amico e intanto sventola sondaggi consolanti.

Montezemolo: "A parte che sono usciti dei sondaggi su di me incredibili - incomprensibile - non me ne frega niente e sottolineo niente, però io (...) non capisco perché sono così buoni visto che sono sempre fuori da tutto, va bene, ti volevo dire, tu senti magari un attimo Gianni... (...) no almeno che aria tira, cosa pensa lui, ultimamente mi dice la gente che l'ha visto che l'ha trovato molto, molto non suonato, ma non è il termine giusto, frastornato dalla situazione...".

Bisignani: "Sì, sì ma io domani ti do un quadro ben preciso".

Montezemolo: "Ma tu lo senti ogni tanto o no?".

Bisignani: "Sì, sì ma domani ti dico tutto".

Montezemolo: "Scusa, finisco, un minimo di condivisione anche un po' con lui su certe cose, ecco".

Bisignani: "Assolutamente".

IL CANDIDATO (?)
Luca Cordero di Montezemolo vuole entrare in politica. Molto al di là delle dichiarazioni d'intenti. Per presentarsi a un pubblico distante dalle assise di Confindustria sceglie il palco televisivo. Assieme ad Aldo Cazzullo ed Elisabetta Canalis, Fabio Fazio lo ospita a Che tempo che fa il 21 novembre 2010. La trasmissione -come spesso capita - fa ottimi ascolti. Sotto l'occhio delle telecamere Montezemolo pontifica: "Non mi piace il modo di fare politica di oggi". Il giorno dopo, alle 13:06, Luca Cordero chiama Bisignani. Insieme valutano il successo dell'operazione simpatia.

Montezemolo: "Luigi allora... e grazie ancora dell'sms, abbiamo battuto tutti i record di audience".

Bisignani: "Grande".

Montezemolo: "Nel senso che abbiamo fatto, io ho fatto il 22%, loro non erano mai andati oltre il 15%-16%".

Bisignani: "Mamma mia".

Montezemolo: "Con sei, sei milioni di persone e la rete Tre è la prima volta di domenica sera vince la serata, quindi bene anche come attenzione, dunque adesso io ti chiamo per una cosa di questo genere su cui, allora... sai che ho un grande amico (...) fraterno che si chiama Gianni Punzo (...). Lì c'è uno, un mascalzone che vuol far il presidente degli industriali. Te la faccio breve, la Marcegaglia ha posto il veto su Punzo, allora sia lui, che un altro molto bravo proprietario della Ferrarelle, un altro proprietario della Yamamay, escono perché dicono che non accettano che ci siano dei veti sulle vice-presidenze (...)".

La conversazione prosegue e Montezemolo passa al punto chiave. Sulla successione a Gianni Lettieri, presidente da quattro anni di Confindustria Napoli, c'è la guerra. Paolo Graziano, il candidato scelto da 53 imprenditori, secondo Montezemolo è "un giovane senza né arte né parte". Montezemolo si prodiga perché il suo amico Gianni Punzo, potente patron di Cis-Interporto, non subisca veti.

Montezemolo: "Allora posso farti chiamare da Carlo Calenda per spiegarti la situazione perché in questo momento, quello che noi vorremmo tutti...".

Bisignani: "È che questo si ritirasse".

Montezemolo: "No è che la Marcegaglia non può pensare di dire che sono i vicepresidenti di Napoli, no a Punzo perché è troppo amico di Montezemolo perché dobbiamo anche tra di noi un po' fare squadra". Bisignani: "Certo, assolutamente sì, mi dai 5 minuti che chiamo prima Lucchini... sento come sta la questione, ma questo lo facciamo".

Alle 13:10 del 22 novembre Bisignani chiama Stefano Lucchini, consigliere di amministrazione dell'Eni. Quest'ultimo gli spiega che la guerra triangolare - in atto tra Mauro Moretti, amministratore delegato di Fs, Emma Marcegaglia e lo stesso Montezemolo - crea dei disequilibri che vanno sanati. Dunque via libera a Punzo. Che però, a dispetto delle conversazioni, si ritirerà sull'Aventino e rimarrà fuori dalla giunta.

Convinto del successo dell'operazione, Bisignani chiama comunque Montezemolo, in tempo reale. Sono le 13:14. Dalla telefonata con Lucchini sono trascorsi pochi secondi. Bisignani dice all'amico di chiamare Lucchini o di farlo chiamare da Punzo. Concordano sul fatto che il problema abbia nome e cognome:"Tutto‘ sto casino lo sta mettendo su Moretti, non ti credere", e infine Bisignani accoglie le lamentele di Montezemolo.


Luca ce l'ha con Maurizio Bianconi del Pdl che ha dichiarato: "L'unico cinepanettone è la vita di Montezemolo".

(...) Montezemolo: "Ma leggiti una dichiarazione di un certo Bianconi (...) che dice ‘Montezemolo è un figlio di papà, non ha mai fatto un cazzo nella vita, come cazzo si permette di parlare (...)' e nessuno che entra nel merito (...) mi ha chiamato uno che non sentivo mai, Giancarlo Leone, mai da mesi (...) dice che ho dato un segnale di positività e anche di amore per questo Paese al di fuori delle polemiche (...)".

PUNTO G(ELMINI)
Bisignani e i suoi amici discutono spesso di Montezemolo, e lo fanno al telefono. L'8 ottobre 2010 alle ore 19:55 Gigi tocca l'argomento con Mariastella Gelmini, ministro della Pubblica Istruzione, apparentemente più interessata al dopo Berlusconi che alle ambasce di un mondo della scuola alle prese con tagli selvaggi. Non prima di aver scaricato veleno sul capo di gabinetto, il professor Vincenzo Fortunato: "Io non mi faccio trattare come Bondi", perché quello (Fortunato) è "un cafone, maleducato e anche impreparato" che la mette contro il ministro dell'Economia "dopo che io mi ero praticamente prostituita per costruirmi un rapporto con Tremonti e lui è andato a dirgli che io facevo la furba".

E di aver fornito la migliore definizione del partito azienda, da molti anni a questa parte. (...) "Al netto del casino berlusconiano, però in una qualunque organizzazione aziendale se una persona come Gianni Letta che è come l'amministratore delegato, consente che un capoufficio si comporti così, viene meno l'autorevolezza dell'amministratore delegato". Poi la Gelmini passa alle cose serie: "Guarda Luigi che ieri ho visto Montezemolo". Il ministro si proietta in avanti. Offre consigli, agita diffida, ragiona quasi da premier in pectore.

(...) Gelmini: "Allora secondo me è molto simpatico... e tra me e lui mi pare si sia instaurato proprio un rapporto di... - incomprensibile -".

Bisignani: "Ti ha detto come gli ho parlato di te, sì?".

Gelmini: "È nata una simpatia, anche un'intesa (...), io mi sono permessa di dirgli due cose, primo di non pensare ai - linea disturbata - però ormai vuol fare politica, questa è una cosa che abbiamo capito tutti, allora io l'ho messo in guardia perché era molto critico e, e, e sulla, sul berlusconismo di questi giorni, sulla Santanchè, su queste cose del Giornale, sai un po' le cose che ci diciamo tutti, allora io gli ho detto: guardi, io queste cose le condivido, nel senso che anche io da dentro ho delle perplessità, le ho espresse anche al presidente, ma al netto di questo, lei non deve commettere due errori. Mi fa: ‘Quali?' (...). Prima di prestare la sua faccia a un Pd distrutto perché dal Corriere sembrava che..., dopo lei l'ha smentito, però sembrava che lei avesse già un mezzo accordo con Bettini, Bersani...".

Bisignani: "No, ma questo no, obiettivamente no".

Gelmini: "Ecco, la seconda cosa da evitare è anche quella del terzo polo, perché la verità è che se lui pensa al dopo, il dopo parte e ha comunque una matrice berlusconiana, non è che si può pensare che Casini inventa e, e, e si mette con Rutelli e magari con Fini e fanno che cosa, quindi gli ho detto ‘lei deve comunque rimanere legato a Gianni Letta, che è la persona di riferimento per tutti noi, ogni tanto faccio una telefonata a Berlusconi che insomma è comunque, voglio dire, una persona, è il nostro presidente... ed è'".

Bisignani: "Il problema dei treni te l'avrà detto in questo momento".

Gelmini: "Me l'ha detto, me l'ha detto, però secondo me, guarda Luigi, dobbiamo stargli addosso perché lui...".

Bisignani: "Io quanto è che te lo dico?". Gelmini: "Ecco perché lui dico: secondo me politicamente è un po' inesperto (...) ed è lusingato sia da sinistra sia da Casini, mentre questa persona...".

Bisignani: "Però mi ha detto che Casini se si è... i sondaggi gli vanno subito giù, hai visto?".

(...) Gelmini: "Ecco però secondo me... è un tavolo che è utile fare magari con te, con lui, con Franco Frattini (...) teniamolo un po' agganciato perché l'uomo ha una voglia matta di scendere in campo (...) e se lo lasciamo coltivare agli altri rischiamo di ritrovarcelo in qualunque schieramento ma non nel nostro e siccome comunque ha una buona immagine perché è indiscutibile che il suo nome è legato alla Ferrari, cioè è comunque una persona di peso, rappresenta un mondo del Paese che anche se è un po' in decadimento... cioè ritengo che noi, soprattutto Letta dovrebbe dargli dei segnali".

Bisignani: "Sì ma poi lui con Letta ha un grande rapporto da sempre, il figlio di Letta ha cominciato a lavorare in Ferrari, c'è proprio una storia".

Gelmini: "Ecco bisogna tenerlo però vicino perché lui oggi mi ha detto appunto che insomma ha avuto tantissime soddisfazioni, tantissime, dice: io non ho bisogno di niente, però capisco che il Paese ha bisogno, vedo che morde il freno".

2- CONTRO MASI NIENTE FICTION PER EDWIGE, NONOSTANTE UNA MASERATI
Dal "Fatto quotidiano"

Luca Cordero di Montezemolo il dialogante sa anche perdere la pazienza. È arrabbiato con Mauro Masi in fuga rispetto agli impegni assunti con Edwige Fenech (un tempo compagna di Montezemolo, ex icona del desiderio anni '70 e oggi affermata produttrice di fiction per la tv).

Montezemolo è un galantuomo e per far conoscere il proprio disappunto all'allora dg della Rai, utilizza il contatto che considera più utile alla causa. Il presidente della Ferrari non ignora che Luigi Bisignani (il cui figlio lavora nel team di Maranello) e Mauro Masi sono ottimi amici. Quindi chiama il primo perché il secondo intenda. È il 5 febbraio 2011, ore 19:43.

(...) Montezemolo: "Ti volevo dire questo, io ho bisogno un po' d'aiuto perché ieri da lì ho chiamato Masi".

Bisignani: "Sì".

Montezemolo: "Perché mi ha chiamato il... Luigi, mi ha detto che non avevano messo il niente, niente niente nel primo e nel secondo film, lui mi ha detto".

Bisignani: "Ma no, ma -incomprensibile-"

Montezemolo: "Ma non è vero, adesso vediamo per lunedì, però io ho la sensazione che non ne viene fuori niente, allora".

Bisignani: "Hai fatto benissimo a dirmelo, adesso lo chiamo subito".

Montezemolo: "Tra l'altro io lì la macchina (una Maserati, ndr) gliel'ho mandata, lui non l'ha mai ritirata in tutto questo (...), però Luigi, tu gli devi far capire che se lui non mi fa questa cosa (...) con me ha chiuso eh".

Bisignani: "E certo, ma non c'è dubbio, ma che scherzi? Anche con me se è per questo".

Montezemolo: "Ma tu hai... hai elementi di intervenire con lui o no?".

Bisignani: "Sì, sì, assolutamente sì".

Montezemolo: "A me dispiace però se (...). Se ti rompo le scatole è perché per me è importante, hai capito? Perché...".

Bisignani: "Ma no, no, no, no, lo capisco beni..., lo capisco benissimo, Luca, ma figurati, lo faccio subito, guarda". (...) Un abbraccio forte, forte".

3 - DALLA FENECH AL MINISTRO DEL TUNNEL: LE DONNE DI MR FERRARI
Dalla simpatia provata da Mariastella Gelmini a Edwige Fenech, "Montezemolo e le donne" è un film in bianco e nero. Elegante, di nobili natali, affascinante. Luca incontra l'eterea Sandra Monteleoni forse troppo presto. Si sposano. Hanno un figlio, Matteo, che oggi ha più di trent'anni. A Cesare Lanza di Sette, anni dopo, Monteleoni svelerà le difficoltà incontrate dopo le nozze: "Mi sposai giovane e riversai i miei problemi sul mio ex marito".

La storia finisce e Montezemolo si innamora di Edwige Fenech, berbera di confine tra Tunisia e Algeria, bella da stordire, icona di un decennio di cinema italiano a basso costo. Le suggestioni erotiche, viste con il cinico filtro della contemporaneità, risiedevano soprattutto nei titoli. Da "Giovannona coscialunga disonorata con onore" a tutte le soldatesse e le insegnanti di un fortunatissimo filone. Tra loro durerà 18 anni. Montezemolo continua a piacere anche nella maturità. Prima una lunga liaison con Bambi Parodi Delfino (nascerà Clementina), poi un ultimo matrimonio con Ludovica Andreoni. Tre figli. Lei, ha dichiarato Luca, "Non vorrebbe che io scendessi in politica".

 

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