ROMA CITTÀ APERTA, INDIGNATA, E SOTTO TIRO - DOMANI CENTINAIA DI MIGLIAIA DI MANIFESTANTI ARRIVERANNO NELLA CAPITALE, LE FORZE DELL’ORDINE PARLANO DI ALMENO 2MILA “PERICOLOSI” - SENZA SERVIZIO D’ORDINE, SENZA COMITATO ORGANIZZATORE, LE COSE POTREBBERO SFUGGIRE DI MANO - CURIOSO: “IL FATTO”, INVECE DI CAVALCARE IL MOVIMENTO, IERI GLI DEDICAVA SOLO 4 RIGHE E OGGI PARLA SOLO DEL “RISCHIO INDIGNATI” E DELLA LORO PERICOLOSITÀ...

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1 - RISCHIO INDIGNATI
IL CORTEO DI DOMANI NON AVRÀ SERVIZIO D'ORDINE TIMORE PER LE INFILTRAZIONI DI PROVOCATORI

Enrico Fierro per il "Fatto quotidiano"

Arriveranno da tutta Italia e non saranno i 150 mila annunciati. Ma di più, molti di più. Perché sta funzionando il tam-tam di "movimenti", gli appelli dei siti e quelli lanciati attraverso i social network. Le iniziative diffuse città per città, ieri a Napoli sul Maschio Angioino è stato appeso uno striscione di 5 metri per otto con la scritta "Sabato tutti a Roma". Ma a fare da catalizzatore della voglia di stare in piazza domani nella Capitale, è la crisi economica assieme al disfacimento del governo Berlusconi.

Il Cavaliere potrà anche ottenere la fiducia oggi, ma la gente, quelli che il lavoro l'hanno perso, i giovani che non l'hanno mai avuto, gli abitanti delle mille galassie del precariato, il ceto medio impoverito, i senza futuro di ogni età e di ogni estrazione sociale, insomma, gli indignati d'Italia, sanno che un ciclo politico si è chiuso. E soprattutto hanno la consapevolezza che le vittime della crisi mondiale sono loro.

Non c'è un comitato organizzatore unico, la stessa adesione di partiti organizzati (Idv, Sel, Rifondazione, movimenti giovanili dei partiti di centrosinistra) non è di per sé sufficiente a garantire che nella fiumana umana che arriverà a Roma già alle prime luci dell'alba di domani, non ci saranno infiltrati e pezzi della rabbia italiana che hanno voglia di menar le mani e creare l'incidente.

Da giorni, inoltre, si fa sempre più insistente il tam-tam delle cosiddette "qualificate fonti di sicurezza" che in modo rigorosamente anonimo fanno circolare notizie su possibili incidenti, aggressioni ad obiettivi sensibili (sedi istituzionali, banche, monumenti), o deviazioni dal percorso stabilito (i due chilometri che separano Piazza della Repubblica da Piazza San Giovanni). Blitz improvvisi tipo quello che si è verificato ieri a nella Capitale, quando gli indignados che dal giorno prima presidiavano Palazzo delle Esposizioni, si sono diretti verso via Nazionale, sede della Banca d'Italia e poi verso il ministero dell'Economia.

"Ma parliamo dei contenuti della manifestazione, di quello che sta succedendo in Italia", dice Paolo Ferrero, il segretario di Rifondazione comunista. Il suo partito aderisce al movimento degli indignati. "Questa storia di cosiddetti ambienti del Viminale che fanno circolare voci su infiltrati e disordini ogni volta che c'è una manifestazione, deve finire, siamo al boicottaggio. Stiamo lavorando pancia a terra per la riuscita, le nostre strutture di partito sono a completa disposizione del movimento che si batte contro il liberismo selvaggio, quello pornografico di Berlusconi e quello in giacca e cravatta dei Montezemolo, Della Valle e Profumo".

Anche Italia dei Valori sarà in piazza, "sperando che sia una grande manifestazione pacifica", dice un dirigente che non nasconde la preoccupazione di eventuali infiltrati alla ricerca dello scontro. Ci sarà anche la Fiom di Maurizio Landini, "ma saremo presenti in un pezzo di corteo con gli operai Fincantieri, Fiat di Pomigliano e Termini Imerese, ma non tocca a noi la responsabilità dell'intera manifestazione", precisa un sindacalista. Sel, il partito di Nichi Vendola, ci sarà, "i nostri - precisa un dirigente - saranno presenti nel corteo, ma non abbiamo voluto mettere il cappello politico ad una manifestazione che deve essere autonoma dai partiti".

Assieme alla preoccupazione (alcuni monumenti saranno blindati), qualche dichiarazione di troppo. "Non vi è nessun allarme, mi auguro che si dissenta in maniera democratica. Ma vorrei soprattutto capire cosa viene proposto. Sento solo proteste", è il commento che il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, affida ai giornalisti. Cauto il capo della Polizia. ''Noi siamo in piazza non per contrastare i manifestanti ma per assicurare loro la libertà di espressione garantita dalla Costituzione".

Le prossime, è la riflessione del Prefetto Manganelli, saranno "giornate calde" dal punto di vista dell'ordine pubblico e le forze di polizia spesso sono chiamate a "compiti di supplenza" della politica "che manca di affrontare o affronta male le questioni sociali. Il compito delle forze dell'ordine "è quello di creare il giusto equilibrio tra il diritto al dissenso e la garanzia di chi vuole continuare a vivere normalmente. Useremo la forza quando incontreremo la violenza ma prima ancora useremo la testa per cercare di lasciare a tutti la possibilità di esprimere il proprio pensiero".

 

2 - INDIGNATI, TIMORI PER L'ARRIVO DI 2000 PERICOLOSI
DAL VENETO IL GRUPPO PIÙ NUMEROSO

Rinaldo Frignani per il "Corriere della Sera - edizione Roma"

Sarebbero circa duemila i personaggi considerati pericolosi che arriveranno a Roma fra oggi e domani per il corteo dell'I-Day. Circa un centinaio per regione, anche se solo dalle province venete ne dovrebbero partire 400. Un piccolo esercito tenuto sotto controllo dalle forze dell'ordine che temono possano provocare incidenti durante la manifestazione degli «indignati» prevista per domani pomeriggio alle 14.

Fra le altre preoccupazioni c'è anche il fatto che molti manifestanti avrebbero deciso di arrivare nella Capitale in auto: anche i caselli autostradali saranno presidiati. E non si esclude che, visto il derby in programma domenica sera all'Olimpico, ultrà di Roma e Lazio possano unirsi alle frange più estremiste dei Movimenti per cercare contatti con le forze dell'ordine. Episodi analoghi sono già avvenuti l'anno scorso, il 14 dicembre, durante gli scontri in centro a margine del corteo studentesco.

Intanto proseguono le iniziative degli «indignati». Dopo lo sgombero, senza feriti, di via Nazionale nella notte di mercoledì, alcuni manifestanti sono rimasti sulle scalinate del Palazzo delle Esposizioni dove ieri pomeriggio è stata organizzata un'assemblea pubblica per fare il punto su quello che i manifestanti hanno intenzione di fare nelle prossime ore.

Per precauzione, e per proteggere le statue all'ingresso non coperte dall'assicurazione, la direzione del museo ha deciso di chiudere le cancellate che si affacciano su via Nazionale, mentre su richiesta della Questura sono rimasti aperti gli ingressi posteriori e il ristorante. A tutto questo i «draghi ribelli» degli «indignati» hanno esposto cartelli in cui chiedevano scusa per il disagio. Fra le loro intenzioni non c'era comunque quella di occupare il museo.

In mattinata invece per un paio d'ore i «Giovani verso il 15 ottobre» hanno occupato simbolicamente, e senza incidenti, l'Ostello del Foro Italico: alcune decine di ragazzi sono entrati nella struttura dove si trovava una guardia giurata e si sono poi allontanati all'arrivo delle forze dell'ordine. Secondo gli occupanti l'iniziativa era stata organizzata per accogliere i manifestanti in arrivo per la manifestazione di domani. In serata, l'ultimo blitz: corteo improvvisato su via Nazionale e traffico di nuovo bloccato. I manifestanti hanno raggiunto via XX Settembre, e poi fatti tornare indietro senza incidenti.

Sul corteo degli «indignati» e sui timori per l'ordine pubblico è tornato a intervenire il sindaco Gianni Alemanno. «Nella mia vita ho fatto migliaia di cortei e manifestazioni e so benissimo che quando si vuole si può farlo senza per questo distruggere né l'ambiente né la città - ha detto il sindaco -.

Sto facendo una battaglia, ormai da molto tempo, per cercare di rendere compatibile il diritto a manifestare con il rispetto della città: lo sto facendo su piazza Navona, su Fontana di Trevi e lo sto facendo sulle aiuole di piazza Venezia e piazza San Marco (inaugurate ieri mattina) perché sono convinto che ci siano tutti gli spazi e tutte le occasioni per farsi sentire senza mancare di rispetto né alla città né ai cittadini». Oggi il supervertice in Questura su «indignati» e derby.

 

LA POLIZIA CARICA GLI INDIGNADOS A ROMA INDIGNADOS A ROMA INDIGNADOS A ROMA PAOLO FERRERO ANTONIO DI PIETROGIUSEPPE PECORARO Antonio Manganelli