giuseppe sala stefano parisi

MILANO CITTÀ APERTA - GLI ULTIMI SONDAGGI VEDONO PARISI A MENO DI DUE PUNTI DA SALA. I CINQUE STELLE, DOPO LA CACCIATA DELLA BEDORI, RESTANO DEBOLI AL 17%. SEGNO CHE SENZA UN NOME DECENTE, NON BASTA IL TRAINO NAZIONALE

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Nando Pagnoncelli per il ''Corriere della Sera''

 

 

PARISI SALAPARISI SALA

La campagna elettorale milanese è entrata nel vivo e recentemente non sono mancati colpi di scena: dapprima la rinuncia della candidata del Movimento 5 stelle Patrizia Bedori, sostituita da Gianluca Corrado, e la scorsa settimana il ritiro di Corrado Passera, leader di Italia Unica, che ha deciso di entrare nella coalizione di centrodestra sostenendo Stefano Parisi.

 

È un ritiro che ha fatto molto scalpore sia perché si sarebbe trattato del primo importante banco di prova per la leadership di Passera che, con grande convinzione, fu tra i primi a candidarsi a sindaco di Milano; sia perché la decisione di sostenere il centrodestra è sembrata in contraddizione con le dichiarazioni piuttosto dure nei confronti della Lega e di Matteo Salvini con cui ora si è alleato.

 

PARISI SALAPARISI SALA

A poco meno di due mesi dalle elezioni abbiamo fotografato gli orientamenti dei milanesi. La situazione di partenza appare in equilibrio dato che, senza menzionare i candidati e le liste, i due principali schieramenti si equivalgono: infatti il 27% dichiara che voterebbe con più probabilità un candidato di centrodestra e il 26% uno di centrosinistra, il 12% un candidato del M5S, il 9% un candidato al di fuori dei partiti e il 26% non si esprime.

 

Quanto al livello di conoscenza e di gradimento dei candidati, Sala risulta conosciuto da nove milanesi su dieci (91%), Parisi da tre su quattro (76%), Rizzo (33%) e Corrado (31%) da uno su tre, Cappato (27%) da un su quattro.

 

GIUSEPPE SALA STEFANO PARISIGIUSEPPE SALA STEFANO PARISI

Tutti gli altri sono noti al massimo a un elettore su dieci.

Sala e Parisi registrano lo stesso livello di gradimento tra coloro che li conoscono ed ottengono giudizi nettamente più positivi che negativi, rispettivamente: 62% contro 38% per Sala e 61% contro 39% per Parisi.

 

Rispetto ai precedenti sondaggi pubblicati dal Corriere si osserva che al crescere della notorietà di Sala (da 81% al 91%) si registra una flessione del gradimento (da 68% a 62%) ed è un fenomeno abbastanza consueto perché si è completata l' offerta politica e il candidato si fa conoscere anche tra gli elettori più distanti dalla propria area di riferimento.

Al primo turno, escludendo coloro che dichiarano di volersi astenere o sono incerti (35,1%), ad oggi Sala prevale su Parisi 38,8% a 37,1%. Al terzo posto Corrado con il 16,5%, seguito da Rizzo (3,5%); gli altri candidati nel complesso ottengono il 4%.

 

GIANLUCA CORRADOGIANLUCA CORRADO

Al secondo turno Sala risulta in vantaggio su Parisi 52% a 48%.

Entrambi manterrebbero la quasi totalità del loro elettorato al primo turno. Le poche defezioni sarebbero indirizzate verso l' astensione. Gli elettori dei candidati esclusi dal ballottaggio, come prevedibile, ad oggi propendono in larga misura per l' astensione mentre, considerando coloro che intendono recarsi alle urne, Parisi è avvantaggiato tra gli elettori di Corrado (20% contro il 13% a favore di Sala) e Sala prevale tra gli elettori di Rizzo (39% contro il 7% per Parisi) e tra gli elettori degli altri candidati e tra gli incerti (16% per Sala e 13% per Parisi).

 

Passando ai partiti, come di consueto si rileva un livello di astensione più elevato (40,6%) e i confronti con il passato risultano piuttosto difficili per la presenza delle liste in appoggio ai candidati che tendono a sottrarre voti ai partiti principali. Tra coloro che esprimono una preferenza, il Pd prevale con il 21,5%, seguito dal M5S (17,3%), Lega (16,6%) e Forza Italia (11,8%). Sinistra per Milano è accreditata del 7,2%, la lista Sala del 6% e la lista Parisi del 4%.

 

Sommando tutte le liste a sostegno dei due principali candidati la situazione appare in pieno equilibrio: le due coalizioni sono separate solo dallo 0,6% (36,5% a 35,9% per il centrodestra).

 

MARCO CAPPATO MARCO CAPPATO

Dunque, ad oggi Sala è solo in lieve vantaggio. Il centrodestra appare competitivo e Parisi ha saputo compattare in poco tempo un' area politica altrove molto divisa e rissosa. Il ritiro di Passera non sembra avere modificato in misura significativa lo scenario elettorale dato che il suo elettorato era il larga misura «di opinione», attratto da un candidato al di fuori degli schieramenti tradizionali. E, negli ultimi tempi, le opinioni sono volatili e appare illusorio immaginare che gli elettori seguano acriticamente i leader.

 

In questo contesto di equilibrio, nelle ultime settimane di campagna elettorale saranno decisive le idee e soprattutto le innovazioni che i due principali candidati saranno in grado di proporre. È questo l' auspicio prevalente dei milanesi: il 57% ritiene infatti che il nuovo sindaco dovrà cambiare contenuti e modo di governare mentre il 32% è del parere che debba continuare nel lavoro portato avanti da Giuliano Pisapia e dalla sua giunta.

CORRADO PASSERA E STEFANO PARISI CORRADO PASSERA E STEFANO PARISI

 

Il cambiamento è auspicato dalla maggioranza degli elettori del centrodestra (89%) e del M5S (66%) ma anche da una significativa minoranza degli elettori di Sala (21%). Questo aspetto sembra in contraddizione con i giudizi positivi espressi dal 55% dai milanesi nei confronti della giunta uscente.

 

Non è un dato inedito negli ultimi tempi: anche tra chi è soddisfatto alberga la domanda di cambiamento. Un cambiamento da molti invocato come un riflesso condizionato, quasi a dire che il presente non basta e si deve guardare al futuro, un futuro ancora migliore. Il cambiamento è la vocazione e la condanna della politica contemporanea.