SIAMO COM-MOSS PER KATE - A MILANO FOLLA IN DELIRIO PER CARA DELEVINGNE, UN PO’ MENO PER KATE MOSS CHE ROSICA E SE NE VA - DOPO ANNI DI ONORI E COPERTINE, BRUTTO ESSERE ''PENSIONATI'' DAL VIVO CON PISCHELLE CHE SI CHIEDONO: "KATE MOSS CHI?"

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1. SIAMO COM-MOSS

Massimo Gramellini per “la Stampa”

La notizia è leggera, ma in fondo ha una sua pesantezza perché rappresenta il materializzarsi di un incubo. Kate Moss, icona nevrotica e stupefacente (in ogni senso) di un paio di generazioni, si affaccia su un pubblico milanese di ragazzine strillanti in compagnia dell’erede designata Cara Delevingne, che ha quasi la metà dei suoi anni; la folla brufolosa di «fashion victim» inneggia a Cara e ignora Kate, che dopo venticinque secondi cronometrati di strazio si gira sui tacchi e scompare in una nuvola di disgusto. Come se Berlusconi salisse su un palco con Renzi per ricevere l’omaggio dei parlamentari di Forza Italia e quelli avessero occhi e lingua solo per Matteo (che poi è quanto sta accadendo davvero).  

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Il tempo si accanisce in modo speciale su chi ha agganciato il proprio successo a corde volatili come la fotogenia e la moda. Ma nessuno può negare che, nel suo essere fotogenica e alla moda, l’ossuta Kate emani un talento che Cara Delqualcosa non possiederà mai. Il suo problema non è dunque la perdita delle capacità, ma del senso di sé. De Gregori non suonerebbe in una discoteca subito dopo Marco Mengoni. Invece Kate Moss è convinta di essere Kate Moss anche per una masnada di ragazzine che potrebbero esserle figlie e così si espone a umiliazioni evitabili. Se venisse a trovarci in redazione assieme a Cara, le garantisco che la maggioranza di noi chiederebbe l’autografo soltanto a lei. 

2. FOLLA IN DELIRIO PER CARA, UN PO’ MENO PER KATE

Gianluca Lo Vetro per “la Stampa”

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La mamma e la figlia, la sorella maggiore e quella minore, l’amica e la nemica, la capostipite e la sua erede; la veterana Kate Moss (classe 1974) e Cara Delevingne (1992) tornano a fare coppia nella pubblicità. L’anno scorso le due top britanniche posavano per il profumo di Burberry, My Burberry, ieri nel nuovo punto vendita meneghino di Mango, sotto un diluvio di pioggia e di flash, hanno tenuto a battesimo la loro campagna per la grande catena spagnola: #somethingincommon.

Inimmaginabile la folla in delirio delle assediate a caccia di un selfie: ragazzine in visibilio si sono subito fiondate attorno a Cara inneggiando alla modella più giovane e scatenando la reazione di Kate che si è allontanata infilandosi in un negozio di scarpe.
 

Riassunto delle puntate precedenti: nelle immagini del brand anglosassone di impermeabili, le due ragazze ritratte da Mario Testino, si scambiavano tenerezze sino a ripararsi dalla pioggia sotto le stesso impermeabile. Come due innamoratini di Peynet. Poi, in estate il britannico «The Sun» ha strillato una rottura tra il duo: Kate dissentiva dall’addio di Cara alle passerelle.

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A Londra però qualche giorno fa la «coppia» si è recata alla sfilata di Burberry mano nella mano. Eva contro Eva o Eva con Eva? Meglio la prima ipotesi, a giudicare dalle immagini della campagna di Mango dove le due posano insieme ma divise da uno strappo. Anzi no, perché poi c’è anche una foto in cui tornano a riabbracciarsi. E pure ieri ma solo davanti ai fotografi, si sono ridate la manina. Insomma, una telenovela nella quale ogni puntata è una campagna. Si dice pagata con cifre a sei zeri per ogni fanciulla. 
 

Secondo voci interne alla grande catena di abbigliamento, Mango avrebbe affiancato le due icone, per rivolgersi ad altrettante fasce di età differenti: le figlie degli Anni Settanta e quelle dei Novanta. Fatto sta la che la più giovane sembra la più matura e viceversa. Che ci sia di mezzo anche una storia alla Dorian Gray? 

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