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MISSILI E YUAN: LE ARMI DI XI PER DOMINARE IL MONDO – L’AMBASCIATORE STEFANINI: “IL PRESIDENTE CINESE HA LANCIATO UNA DOPPIA SFIDA: GLOBALE, FACENDOSI ALFIERE DI UN IMPRECISATO NUOVO ORDINE MONDIALE (ADDIO BRUXELLES SUPERPOTENZA REGOLAMENTARE); STRATEGICO-MILITARE CON LA GRANDE SFILATA SU PIAZZA TIENANMEN (IL MESSAGGIO ERA CHIARO: NESSUNO PENSI AD INTIMIDIRE LA CINA)” – “PECHINO PUNTA A SGANCIARE L'ECONOMIA INTERNAZIONALE DAL VINCOLO DELLA DOLLARIZZAZIONE, ASSO DELLA MANICA DI WASHINGTON. A TIANJIN HA PROPOSTO UNA BANCA DI SVILUPPO ‘SCO’ CON PRESTITI IN VALUTA DIVERSA DAL DOLLARO, PRESUMIBILMENTE IN YUAN…”
Il messaggio di pace partito da Pechino, secondo Massimo D’Alema. pic.twitter.com/UkzWr8JDDr
— Marco Fattorini (@MarcoFattorini) September 3, 2025
Estratto dell’articolo di Stefano Stefanini per “La Stampa”
xi jinping alla parata militare in piazza tienanmen a pechino foto lapresse 1
Lasciamo perdere il Sud globale; o Putin con mire di restaurazione imperiale. Il vero protagonista della quattro giorni fra Tianjin e Tiananmen è la Cina di Xi Jinping. Li ha arruolati come comprimari.
[…] Xi Jinping ha lanciato una doppia sfida: globale, facendosi alfiere di un imprecisato nuovo ordina mondiale, dove nuovo significa sottoposto a regole diverse da quelle che conosciamo (addio Bruxelles superpotenza regolamentare); strategico-militare con la grande sfilata di ieri su piazza Tienanmen, che ricordavamo per altri motivi, accanto ai due compiaciuti alleati Vladimir Putin e Kim Jong Un.
Intanto, a Washington, Donald Trump sta meditando come aggirare i giudici e la Costituzione per mandare i marines a Chicago. Taiwan non si sente molto rassicurata.
Le due sfide hanno avuto palcoscenici diversi, Tianjin e il parterre euro-asiatico della Shangai Cooperation Organisation (Sco) per la prima, Tienanmen e il corteo di uniformi, carri armati e missili di fronte uno schieramento di leader amici, per scelta o necessità geografica, per la seconda.
In parte gli stessi, specie molti asiatici, in parte diversi, una manciata di diversa provenienza (Cuba, Congo, Slovacchia) più tanti "ex", fra i quali Massimo D'Alema. La presenza, su entrambi, di un soddisfatto Vladimir Putin accanto a un radioso Xi Jinping, meditanti longevità via trapianti, segnala il legame strategico fra Cina e Russia come principale anello di collegamento fra rivendicazione cinese di un ruolo globale, non inferiore a quello degli Stati Uniti, e l'esibizione di capacità militari, pure seconde a nessuno nelle intenzioni dimostrative di Xi.
Le parate militari sono tanta coreografia – perfetta quella di ieri a Pechino – e poca sostanza, ma lo scopo era il messaggio: nessuno pensi ad intimidire la Cina.
La quattro giorni cinese mostra che l'asse di reciproca convenienza Pechino-Mosca, sempre meno mascherato dalle pretese cinesi di neutralità nella guerra ucraina. Reduce dal successo di Anchorage dove ha ottenuto l'abbandono delle pressioni (verbali) americane per un cessate il fuoco con Kiev, Putin cercava la conferma di avere la Cina dalla sua parte, non con diretti aiuti militari ma con la cooperazione industriale e tecnologica, essenziale alla macchina da guerra russa, ed energetica. Ha avuto entrambe. Più il sostegno politico.
xi jinping alla parata militare in piazza tienanmen a pechino foto lapresse 3
Senza tante parole. Basta la presenza del Leader Supremo nord-coreano – che pensa lui a fornire la carne da cannone sul fronte ucraino – ad assicurare che Xi Jinping non vuole che la Russia esca perdente dall'invasione iniziata tre anni e mezzo fa. In cambio, il Presidente russo dà il suo pieno appoggio al nuovo ordine globale, propugnato dall'amico Xi, in questa fase per lui seconda priorità. […]
Ma in cosa consiste il nuovo ordine mondiale avocato dal Presidente cinese? Qui si entra nel nebuloso. Ha solo punto fermo: non quello dominato dall'Occidente e, soprattutto, dagli Stati Uniti. Per il resto contrappone alla "sicurezza collettiva" della Nato, che fa della sicurezza un bene comune, la nozione di "sicurezza indivisibile" in cui la sicurezza di uno non può avvenire a spese degli altri. Lana caprina tradotto in ucraino.
L'ordine mondiale cui aspira Xi Jinping sembra piuttosto un misto di continuità e di innovazione. Della seconda, nella ricerca di sganciare l'economia internazionale dal vincolo della dollarizzazione, asso della manica di Washington. Pechino ci prova da tempo, finora senza successo.
A Tianjin ha proposto una banca di sviluppo Sco con prestiti in valuta diversa dal dollaro, presumibilmente in yuan – un sasso nello stagno ma abbastanza da far suonare un campanello d'allarme al Segretario al Tesoro americano, Scott Bessent. Di continuità, invece, nel proporsi come modello si stabilità internazionale a fronte del caos generato dall'amministrazione Trump – che dice esplicitamente che è ora di farla finita col vecchio ordine.
Nessuno dei due, Trump o Xi, sembra notare che il deprecato vecchio ordine: a) ha assicurato agli Usa decenni di preminenza mondiale; b) ha permesso la vertiginosa ascesa della Cina a seconda potenza mondiale.
[...]
Il secondo guanto di sfida cinese sottintende un ridisegnarsi degli assetti mondiali con l'emergere di un'alleanza militare Cina-Russia-Nord Corea – non sottovalutiamo Kim Jong Un: ha truppe, missili e atomiche – con simpatizzanti come l'Iran in panchina. Se n'è accorto anche Trump, che su Truth Social, ormai gazzetta ufficiale della Casa Bianca, ha denunciato la cospirazione anti-Usa.
Se ne sono accorti leader come Narendra Modi e Recep Tayyip Erdogan che dopo il vertice Sco si sono saggiamente tenuti alla larga da Tienannmen. C'è da domandarsi cosa ci facessero un Primo Ministro Ue e Nato, lo slovacco Robert Fico, e un Presidente candidato Ue, il serbo Aleksandar Vucic. Più parecchi "ex" europei. A testimoniare un'Europa senza bussola nel vecchio e nuovo ordine mondiale?
xi jinping alla parata militare in piazza tienanmen a pechino foto lapresse 2
VLADIMIR PUTIN XI JINPING - PARATA MILITARE IN PIAZZA TIENANMEN A PECHINO
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