MISSION (IM)POSSIBLE! LA RAI SENTE ODORE DI FLOP E GRIDA ALLA CENSURA PREVENTIVA. PIDDINI ALL’ATTACCO: “DITECI QUANTO PAGATE EMANUELE FILIBERTO!”

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1. ‘MISSION': SCOPPIA IL CASO "CENSURA"
Michele di Branco per "Il Messaggero"


Alla Rai trattengono a fatica la stizza. E la preoccupazione. E non esitano a usare l'espressione «censura». E' ormai un vero e proprio braccio di ferro quello ingaggiato da Viale Mazzini con la Commissione di Vigilanza dell'azienda e alcuni settori del Parlamento. Terreno di scontro la trasmissione Mission, un docu-reality in programma il 4 e l'11 dicembre prossimo in prima serata su Rai uno. E che, nei progetti della tv di Stato, dovrebbe servire a sensibilizzare il pubblico sul dramma dei profughi di guerra negli angoli più tribolati del pianeta.

Come il Sud Sudan e il Mali, ad esempio. Lo scontro era cominciato ad inizio agosto quando alcuni deputati del Pd (cui si erano poi aggiunti parlamentari di Sel e M5S con Grillo in testa) leggendo indiscrezioni di stampa sulla natura del format in cantiere avevano chiesto al presidente della Commissione, Roberto Fico, di intervenire sui vertici Rai per avere chiarimenti.

Nel mirino la possibile partecipazione di protagonisti vip, i supposti premi in denaro e le notizie incontrollate su mirabolanti cachet con i quali remunerare stelle dello spettacolo inviate nelle tendopoli. Insomma, a far storcere il naso il sospetto che il programma altro non fosse che un reality senza scrupoli giocato sul dolore e sulla sofferenza.

Un sospetto che, nei giorni scorsi, Viale Mazzini ha cercato di smontare chiarendo con tanto di nota ufficiale che «la trasmissione televisiva Mission non è in alcun modo un reality ma un progetto di social tv nel quale alcuni volti noti, che non saranno remunerati salvo un rimborso spese, per un periodo di tempo limitato affiancheranno gli operatori umanitari di Unhcr e Intersos nel loro lavoro di protezione e assistenza ai rifugiati». Insomma, nessun cachet milionario (si era persino diffusa la voce di un compenso di 500 mila euro per Albano Carrisi) e tanto meno nessun gioco legato alla trasmissione.

ORGANISMI INTERNAZIONALI
Sicura invece l'esistenza di una copertura «istituzionale» di due organismi in prima linea nelle missioni umanitarie, di cui uno legato all'Onu. Chiarimenti e rassicurazioni evidentemente non sufficienti ai deputati del Pd Michele Anzaldi (segretario della Commissione di Vigilanza), Gero Grassi, Federico Gelli e Luigi Bobba. Che in una lettera indirizzata due giorni fa al presidente Fico si sono lamentati per i «ritardi e le reticenze offensive» della Rai.

«Nel pieno di una situazione internazionale scrivono i deputati Pd - che vede per il mondo il rischio di un nuovo conflitto in Medio Oriente, la Rai sembra intenzionata a proporre un programma che dovrebbe mescolare il dolore dei rifugiati con la spettacolarizzazione dei vip. Un accostamento sul quale il Parlamento vuole subito chiarimenti». Un pressing di fronte al quale Fico si sarebbe convinto a fare un passo avanti significativo, chiedendo informalmente al presidente della Rai, Anna Maria Tarantola, di poter visionare il materiale girato finora dall'azienda. Una richiesta però giudicata irricevibile dalla manager, che ora aspetta la richiesta formale preannunciata da Fico.

La vicenda, come si vede, ha fatto un salto di qualità rispetto alle polemiche estive e tocca uno dei fili scoperti e mai disinnescati del rapporto tra politica e Viale Mazzini. Fonti Rai, facendo tra l'altro notare che di materiale girato non c'è che un «pilota« risalente ormai ad un anno fa (protagonisti Barbara De Rossi e Michele Cocuzza in Mali) e altre scene girate successivamente da Emanuele Filiberto in Sudan, osservano che tra i poteri della Vigilanza è tassativamente escluso quello di prendere visione preventiva («e ci mancherebbe altro», si sospira) dei contenuti di un programma.

E invitano a riflettere sulle conseguenze di tale eventualità: «Il giorno dopo saremmo esposti alle richieste di chiunque, politici di piccolo e grande calibro, per qualunque trasmissione». Il timore che serpeggia tra i vertici Rai, insomma, è che Mission possa diventare il cavallo di Troia infilato dentro l'azienda per controllarne, più di quanto storicamente non sia già avvenuto, strategie e mosse. E all'obiezione che tra i poteri della Vigilanza c'è quello di intervenire con «atti di indirizzo», la risposta è che «questo non vuol dire poter interferire sulla costruzione dei programmi, né tantomeno azionare la censura preventiva. Se il programma è fatto male, i responsabili vengono criticati e ne pagano le conseguenze. Ma dopo, non prima».


2. RAI, ANZALDI-GRASSI: AZIENDA CHIARISCA SU RIMBORSI A VIP PER "THE MISSION"
(ilVelino/AGV NEWS) - "Ma quale censura, la Rai neanche risponde alle nostre interrogazioni! Piuttosto l'azienda chiarisca sugli importi che verranno corrisposti ai vip tramite il non meglio precisato rimborso spese". I due deputati del Partito democratico, Michele Anzaldi e Gero Grassi, componenti della commissione di Vigilanza Rai, rispondono cosi al VELINO che li intercetta a Montecitorio, in merito alle accuse di interferenza politica lanciate da Viale Mazzini sulla nuova trasmissione "The Mission".

"A seguito di tantissime segnalazioni arrivate da associazioni, mondo del volontariato, cittadini - proseguono i due deputati - dopo che il caso era stato sollevato anche dagli organi di stampa, la Vigilanza si e attivata per avere rassicurazioni e chiarimenti dalla Rai". Anzaldi, segretario della Vigilanza, e Grassi ripercorrono tutta la vicenda: "Abbiamo appena ricevuto dagli uffici la cronistoria della questione. Le interrogazioni del presidente Fico, del capogruppo Pd Peluffo e dei parlamentari di Sel Migliore e Fratoianni sono datate 5 e 7 agosto.

Tra l'altro i quotidiani avevano parlato anche di una presa di distanza dei vertici nei confronti della nuova trasmissione, dando un quadro confuso della situazione. Solo un mese dopo, il 4 settembre, la Rai diffonde un comunicato stampa. Il 6 settembre, insieme ad alcuni colleghi, abbiamo protestato per l'assenza di qualsiasi comunicazione alla Vigilanza. A quel punto, solo il 9 settembre la commissione protocolla la ricezione delle risposte fotocopia della Rai alle interrogazioni, con gli stessi contenuti già anticipati la settimana prima agli organi di stampa. Possibile che il Parlamento conti per la Rai, azienda pubblica, meno degli organi di stampa?".

Per questo il 10 settembre Anzaldi e Grassi, insieme ai colleghi Bobba e Gelli, hanno parlato di "reticenze e ritardi offensivi". "Tra l'altro - aggiungono i due deputati - ancora oggi non si è capito quanto costa veramente la partecipazione dei vip alla trasmissione. La Rai parla di rimborso spese: quanto verrà rimborsato ad Emanuele Filiberto? A che serve un rimborso spese se la trasmissione, con relative trasferte, sarà pagata direttamente dalla Rai? Invece di usare a sproposito la parola 'censura', la Rai chiarisca questi aspetti e rispetti il lavoro della commissione di Vigilanza".


3. GUBITOSI ALLA FESTA DI "SCELTA CIVICA" DA MARIO MONTI (CHE LO NOMINO')

"Cari politici, basta linea diretta con la Rai", annunciava trionfante in un'intervista a "Panorama" di giugno scorso. A una telefonata politica, però, Luigi Gubitosi non ha potuto dire di no. E' stata quella dell'ex premier Mario Monti, che lo ha invitato a Caorle alla festa di "Scelta Civica". Il direttore generale della Rai, che aveva annunciato di voler fondare il suo mandato proprio sulla distanza dal mondo politico, parteciperà sabato alle 12.30 alla festa del partito centrista ad una tavola rotonda sull'agenda digitale.

 

 

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