LA “MISSION IMPOSSIBLE” DI CUPERLO - TIMIDO, SERIO(SO), DI BUONE LETTURE, AGLI SLOGAN PREFERISCE I VERSI DI RILKE: SE RENZI È FONZIE, LUI SEMBRA LA CONTROFIGURA POLITICA DEL NERD RICHIE CUNNINGHAM

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Stefano Di Michele per "Il Foglio"

Il problema più grosso di Gianni Cuperlo, cinematograficamente e politicamente parlando, è situato a metà tra "La cena per farli conoscere" e "Ti presento i miei". Come dice D'Alema, "magari è timido"; come spiegano i suoi sostenitori, "dobbiamo farlo conoscere".

Appunto - a cena, a pranzo, o merenda al sacco. Ora che nel Pd tutti si fanno renziani, per convenienza e per complemento (persino Fioroni, dicasi Fioroni, cogita in tal senso), tutta una corsa forsennata sul binario per l'ultimo treno della sera, è giusto il momento di far uscire Cuperlo dal guscio. "Mission: Impossible", ha riconosciuto lo stesso D'Alema, un occhio alla dimensione europea sempre rivendicata ("ero a Cracovia") e un altro all'imminente vendemmia ("faremo un rosso, anzi un grande rosso": nel senso di vino, mica di partito), eppure missione ormai irrinunciabile. Mica facile far conoscere Cuperlo - che è timido, che è serio (forse serioso, per altri), che è allergico agli slogan.

Se Renzi è Fonzie - batte il cinque, dà la pacca sulle spalle, converte Franceschini - Cuperlo è Richie Cunningham; se Matteo ha per programma il "Gioca Jouer" di Cecchetto (rottamare! votare! congresso! all right!), Gianni fa sempre intravedere la tentazione di un Mahler: la sua vocazione mitteleuropea, la sua esercitazione poetica/politica che già lo portò a un congresso di partito a inalberare un verso di Rilke sopra il palco anziché uno di Gramsci.

Il fiorentino è tipo che sforna libri con titoli genere "Adesso!" o "Fatto!" - ha caro il punto esclamativo, e già "Ok, il prezzo è giusto!", nel contesto, pare mostrare una sua singolare complessità; il triestino è capace di stendere un complesso documento congressuale, che tra capitoli quali "Vale la pena" e "Pensare un altro racconto" (però, un punto interrogativo che è un punto interrogativo, neanche per errore di battitura) ha come citazione-chiave questa di Robert Musil: "Ci si immagini un roditore che non sa se è uno scoiattolo o un ghiro, un essere che non ha chiaro il concetto di sé e si capirà che in certe circostanze gli può venire una tremenda paura della propria coda", e ci si immagina i già stremati militanti che, non avendo chiaro l'orizzonte, adesso si ritrovano anche il problema del sospetto verso la coda posteriore.

Perciò, farlo conoscere. Matteo ti salta addosso, Gianni lo devi cercare lontano della scena: magari in fila con lo zainetto in spalla per farsi firmare gli amati libri da Joe Lansdale - e poi, quando un libro suo ha scritto, lo ha titolato in dialetto triestino: "Basta zercar". Ecco, "zercar" Cuperlo tutto il dì, mentre la battaglia infuria, non si può.

E farlo conoscere (peraltro senza avere né un Velardi né un Rondolino sotto mano, tanto per far gridare al candidato almeno un "vade retro!" così da mettere il suo primo punto esclamativo) è adesso impegno prioritario. Di suo, si capisce, "l'altro candidato" come un fascinoso Martinazzoli magari si pensa: "Complesso, non complicato", ma quando la battaglia è tutta da fare e praticamente impossibile da vincere, a parte il generoso sostegno per tigna e affetto (D'Alema), per tigna e basta (Bersani), e la sicura benevolenza presso i compagni della cellula Ikea (Finocchiaro), pure Musil occorre sorpassare.

Perché, per meglio far comprendere il compagno Cuperlo, c'è da mettere in campo - oltre l'avvenire socialdemocratico, si sa - il Gambero Rosso Channel con passione visionato, volgere l'amato Kubrick in uno spendibile Vanzina, gettare nella mischia la vasta competenza di accanito giallista - non solo Lansdale, ma tutto il resto della combriccola italica, da Camilleri a Di Giovanni, così da saper disegnare, assicura il candidato, precisa mappa del giallo in Italia: non meno noir, c'è da credere, di quella dello scontro tra le correnti del Pd.

Poi, chiedere appuntamento a Maria De Filippi, per farsi riconsegnare a "C'è posta per te" la vecchia maestra triestina. Quindi mettere mano al nuovo libro - però serve Fabio Fazio alla presentazione. Titolo: "Eccomi!!!" (così, con tre punti esclamativi: c'è del ritardo da recuperare).

 

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