“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
DAGONEWS
Sotto la Mole succedono cose particolari in vista delle elezioni comunali del 3 ottobre, forse strane, forse anticipatrici di future tendenze, i cui scossoni comunque non si fermano a Torino. Succede, ad esempio, che venga presentata una lista chiaramente a trazione “di sinistra” (l’annuncio pochi giorni fa) a sostegno di Paolo Damilano, candidato civico del centrodestra.
Tanto per mettere le cose in chiaro fin dal logo, la lista si chiama “Progresso Torino”, più che un nome un’Opa ostile. Ma ancora più interessanti sono le varie “anime” che vanno a comporre questa lista. C’è quella di Davide Ricca, fino a pochi giorni fa coordinatore cittadino di Italia Viva, presidente della Circoscrizione 8 (insieme alla 1, la più “borghese”) e soprattutto, dettaglio che ha fatto drizzare parecchie antenne anche fuori città, vero uomo di Matteo Renzi a Torino.
PRESENTAZIONE LISTA PROGRESSO TORINO PER PAOLO DAMILANO
C’è poi quella di Alberto Nigra, ex segretario provinciale e parlamentare Ds, non esattamente l’ultimo tra i “compagni”, perdipiù recentissimo ex responsabile Enti Locali in Piemonte di Azione. Proprio il partito di Calenda pare spaccato sul dossier torinese: se oggi Matteo Richetti ha twittato “Azione si allea con chi esclude populisti e sovranisti.
A Torino l’unico candidato con queste caratteristiche è Lo Russo” (il nome del Pd ), subito gli ha risposto l’uomo forte in Piemonte Enrico Costa: “Tutti sanno come la penso: che il candidato migliore per amministrare Torino sia Damilano”.
Secondo insistenti indiscrezioni addirittura lo stesso Calenda avrebbe detto nella direzione nazione del 3 agosto che “a Torino è stata fatta una scelta di basso profilo” per “responsabilità dei vertici locali” (ovvero il sostegno a Lo Russo), e che “fossi di Torino io voterei Damilano”.
Terza anima di “Progresso Torino” è quella incarnata da Giovanna Giordano, una delle “madamin” che organizzarono il movimento Si-Tav e pro-crescita contro le politiche decliniste dei Cinque Stelle, un pezzo di società con cui il Pd in corrispondenza di amorosi sensi con l’avvocato Conte fa sempre più fatica a parlare.
Se ci aggiungete che Stefano Lo Russo è stato sostanzialmente imposto dall’apparato ai vertici nazionali, i quali avrebbero gradito l’alleanza esplicita col Movimento sotto la candidatura del rettore del Politecnico Guido Saracco, davvero la Ditta progressista nell’ex città del duopolio Fiat-Pci per la prima volta è tutt’altro che granitica. Tutta acqua al mulino dell’imprenditore delle acque (e del vino, e del food) Paolo Damilano.
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