MA NON SI FA PRIMA A CHIEDERE L’ANNESSIONE ALLA GRANDE GERMANIA? - SENTITE COME HERR MONTI SGRIDA I MINISTRI CHE PROVANO A FRENARE SULLE LIBERALIZZAZIONI: “BASTA, BISOGNA APPROVARE IL TESTO E NON FARE STORIE” - E SUBITO ARRIVA IL BENESTARE DEI PADRONI: MANOVRA GIÀ APPROVATA DAL “FINANCIAL TIMES” (“PIANO DI RIGORE”), DA “LE MONDE” (“UNA CURA ANTICRISI DRACONIANA”) E PERSINO DALLA BBC (“IL GOVERNO ITALIANO AFFRONTA L’AUSTERITY”)…

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Alberto Gentili per "Il Messaggero"

C'è il Monti che sgrida i ministri che provano a frenare sulle liberalizzazioni di farmacie, trasporti, poste, professioni: «Basta, bisogna approvare il testo e non fare storie». E c'è il Monti che si scopre, ancora di più, un animale politico: «Si deve varare e blindare il decreto oggi. Va evitato nel modo più assoluto di precipitare nel gorgo della trattativa». Per poi chiosare con un sorrisetto parlando ai suoi collaboratori: «Non ho negoziato o trattato. Ma ho ascoltato con attenzione, accogliendo alcuni messaggi...».

Dalla lunga due-giorni trascorsa a illustrare le misure a Pdl, Pd e Terzo Polo e poi a mettere nero su bianco il «decreto salva-Italia», Mario Monti esce trasformato. I suoi parlano di un «professore ammorbidito».

La prima prova: la sparizione dell'aumento dell'Irpef che i tre partiti avevano bocciato. La seconda: dopo il duro faccia a faccia di sabato con Pier Luigi Bersani, Monti ha trascorso la notte e mezzo pomeriggio a cercare di soddisfare le richieste del segretario democrat sul fronte della lotta all'evasione. Tra palazzo Chigi e i tecnici del Pd per tutta la giornata è scattata una ragnatela di contatti, per arrivare alla definizione di alcuni interventi che Bersani aveva chiesto. I più vistosi: l'una tantum dell'1.5% sui capitali scudati provenienti dall'estero e la tracciabilità dei pagamenti. Non per simpatie verso il Pd, ma perché - pur sapendo di «non avere una maggioranza» - nella definizione del decreto ha fatto il possibile per garantirsi una... maggioranza.

Obiettivo: rassicurare i mercati con un percorso parlamentare «rapido e agevole» per il decreto. A cominciare da oggi quando illustrerà nelle aule di Camera e Senato il provvedimento. E' infatti previsto che ogni partito, dopo la relazione del premier, intervenga per cinque minuti. «E cosa sarebbe accaduto», dice un ministro, «se Pd e Pdl avessero preso le distanze?! Bene, con le correzioni abbiamo scongiurato il pericolo di una manovra figlia di nessuno».

Ma è quasi sicuro che, per chiudere entro Natale, il decreto dovrà andare avanti a colpi di fiducia.

A notte, dopo la lunga conferenza stampa e prima di salire nel suo appartamento al terzo piano di palazzo Chigi, Monti non ha nascosto con i suoi consiglieri la propria soddisfazione: «Siamo riusciti a fare ciò che nessuno ha mai fatto, arriviamo alla settimana cruciale per l'Europa con le carte in regola. Ora né a Bruxelles, né a Berlino o Parigi, potranno dire che non siamo rigorosi nel rispetto degli impegni di finanza pubblica.

Abbiamo acquistato maggiore credibilità e soprattutto abbiamo fatto molti passi avanti: possiamo farcela. Anzi: ce la faremo». Insomma, il premier è convinto che l'orlo del baratro sia più lontano e che il rischio del default sia scampato, a meno di nuove tempeste e assalti finanziari: «Mettendo in regola i conti e varando le misure per la crescita possiamo tornare a essere un punto di forza in Europa». Per sapere se è davvero così non resta che aspettare.

2- L'OK DEI "PADRONI"
Il via libera alla manovra italiana è stato ripreso dai principali siti di giornali e tv internazionali. Il britannico Financial Times dedica l'apertura al «piano di rigore approvato dal governo Monti»: «Dà il calcio d'inizio ad una settimana cruciale per l'euro», si sottolinea. Per il quotidiano francese Le Monde «il governo italiano adotta un nuovo piano d'austerità», definendolo «una cura anticrisi draconiana». Anche la Bbc titola: «Il governo italiano affronta l'austerity».

 

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