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Jacopo Jacoboni per La Stampa.it
Parte da Milano, dai direttori del Foglio Giuliano Ferrara, del Giornale Alessandro Sallusti, insieme con Vittorio Feltri un appello a Silvio Berlusconi perchè dica no a un governo Monti e si vada così alle elezioni.
L'appuntamento è al teatro Manzoni, che è di proprietà della Fininvest. Si ritrovano un migliaio di persone, oltre 700 in sala, altre nell'atrio a seguire da un maxischermo, un gruppo sparuto fuori (con cartelli che inneggiavano a Berlusconi ed altri invece contro). In platea c'è Roberto Lassini, che ha dovuto rinunciare alla candidatura alle comunali per il Pdl per i manifesti contro la magistratura, c'è l'ex assessore comunale Tiziana Maiolo e ci sono soprattutto due membri del governo: il ministro Gianfranco Rotondi e il sottosegretario Daniela Santanchè, venuti a dire no a un «inciucio».
Rotondi parla di un «golpe bianco», Daniela Santanchè dice che servono elezioni «senza se e senza ma». Attacca Gianfranco Fini che aveva promesso di dimettersi un minuto dopo le dimissioni di Silvio Berlusconi e invece resterà presidente della Camera su una «poltrona non meritata che non dovrebbe avere».
«Io - aggiunge - non parteciperò al funerale di Silvio Berlusconi e del berlusconismo, del bipolarismo». Mario Monti che ha nel suo curriculum anche il lavoro alla Goldman Sachs «un covo di criminali veri che hanno innestato la crisi finanziaria», secondo Sallusti, non è una scelta valida. Anzi, fare un governo con sinistra e ex Dc per risanare i conti, aggiunge Feltri, «è come chiedere a Dracula di donare il sangue».
«Quella del governo Monti è la vera antipolitica - spiega Ferrara - è l'esproprio del diritto di essere governati da persone che godono di consenso». Il direttore del Foglio attacca in pochi minuti Emma Marcegaglia («il peggior presidente di Confindustria») e Sarkozy (ha fatto una «mascalzonata») rei di aver accelerato sul cambio di governo. Critica la Banca Centrale europea che non fa il suo mestiere.
E avverte che se il premier si farà da parte per un governo Monti, dopo pochi giorni «si scatenerà l'inferno su Berlusconi e tutto quello che rappresenta». Da qui il suo appello: «Presidente Berlusconi non si faccia sommergere da quelli che lunedì o martedì apriranno il rubinetto della signorina spread secondo le convenienze di Merkozy. Alla fine bisogna decidere e bisogna decidere una sola cosa: la data delle elezioni».
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