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renzi dalema fassina civati gioco dello schiaffo
Una mortadella come ariete. Insomma Prodi per far saltare in aria il patto Renzusconi sul Quirinale. La vendetta dei bersaniani e delle varie minoranze piddine per il violento strappo sull’Italicum passa per il professore di Bologna.
In queste ore Stefano Fassina e Pippo Civati stanno avvicinando decine di deputati, del Pd e non solo, sostenendo che “Berlusconi ha un leader che si chiama Renzi” e che c’è una nuova maggioranza di governo nata dal Patto del Nazareno. E’ il preambolo per chiedere di dare “un segnale forte” contro questo stato delle cose, votando Prodi nelle prime tre votazioni per dare una lezione “all’arroganza di Matteo e Silvio”.
La voce che circola tra le minoranze piddine è che Prodi potrebbe prendere 200 voti già al primo colpo. La cifra nasce dalla considerazione che gli antirenziani del Pd sono circa 140 su 415, ai quali, nel segreto dell’urna. si potrebbero aggiungere una trentina di forzisti sulla linea Fitto-Brunetta-Minzolini (su 130), una decina di malpancisti alfaniani (su 70) e i 32 vendoliani.
Ma a far crescere il consenso per Prodi ci potrebbero essere, sempre protetti dal voto segreto, anche un discreto numero di deputati che formalmente stanno con la segreteria Renzie. Ci sono gli amici di Enrico Letta e ci sono i parlamentari che si riconoscono nell’area Franceschini-Fassino, entrambi con ambizioni quirinalizie, che potrebbero riservare qualche sorpresa e convergere su Prodi. E nel Pd molti ricordano come lo stesso Fassino non ami la Finocchiaro, candidato forte del Nazareno, accusata di aver in qualche modo tradito Massimo D’Alema.
Insomma, nel Pd, tanto per cambiare, le acque sono agitatissime e i giochi sono più aperti di quanto si possa immaginare. E la voglia di “dare una lezione a Renzi”, a dispetto del fatto che per molti neo-prodiani il Professore era un nemico, è un collante formidabile per tutti coloro che si trovano in minoranza nel proprio partito e che già sanno che con la nuova legge elettorale non rivedranno il Parlamento.
Renzie potrebbe evitare il siluro Prodi se facesse il politico consumato e aprisse un confronto con tutti, ma la prova di forza sull’Italicum lascia pensare che sul Colle farà un blitz il 30 pomeriggio, ovvero alla prima votazione con quorum abbassato, per imporre Anna Finocchiaro (gli altri suoi candidati ideali sono Padoan e De Siervo). Mentre per le prime tre votazioni non è ancora chiaro se sceglierà la scheda bianca o un candidato di bandiera.
Ma se mentre Renzie fa votare il partito scheda bianca saltasse fuori un Prodi con oltre 200 voti, per il premier sarebbe un grosso guaio perché dovrebbe motivare pubblicamente il “no” a Prodi. E non potrebbe farlo se non ammettendo che il Professore non piace a Berlusconi. E che quindi, insomma, si fa quello che dice il Cavaliere.
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