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Goffredo De Marchis per "la Repubblica"
E così adesso larve ben pagate, zombie, cadaveri, salme, ebetini, principesse sul pisello, merde, sono seminatori di odio, istigatori all'eliminazione fisica di chi li insulta tutti i giorni, Beppe Grillo. Il programma dei 5 stelle, che ha anche progetti condivisibili (limite di tre mandati per i parlamentari, no a deputati condannati, sviluppo della rete), dall'inizio ha avuto una connotazione furiosa. Cominciò tutto l'8 settembre del 2007 a Bologna in una piazza gremita e spontanea come non se ne vedano da tempo in Italia.
Lo slogan era "Vaffanculo", l'evento fu ribattezzato il Vaffa-day. Quasi tutti, di destra e sinistra, furono mandati a quel paese. Grillo citava un personaggio, lo demoliva con l'arte del comico e poi chiamava il coro citando per l'ultima volta il nome del malcapitato: vai a fare in c... A Paolo Gentiloni, allora ministro delle Comunicazioni, andò peggio che ad altri. Per lui Grillo portò le mani all'inguine e mimò il gesto della masturbazione. Risero in tanti.
Quella manifestazione fu un mix di spettacolo, happening e appuntamento politico. Ma da allora il Movimento 5 stelle ne ha fatta di strada. Ha conquistato consiglieri regionali e comunali, ha portato un sindaco alla guida di Parma, i sondaggi lo danno al 15 per cento in vista del 2013. Ogni post di Grillo infatti si conclude con la coltellata che più fa male alla politica: «Ci vediamo in Parlamento, sarà un piacere».
Il comico lo scrive anche in coda alla denuncia di ieri: «Vogliono farmi fuori, mi insultato, mi infangano». Chi? La stampa e quelli che lui non chiama più per nome ma con epiteti "coloriti". Nel frattempo il Grillo che vuole andare a Montecitorio non è più uno show man, è un leader politico. Il linguaggio però non cambia.
I suoi seguaci sanno ormai che "Rigor Montis" è il presidente del Consiglio, ed Elsa "Frignero" il ministro del Lavoro. Ma il vocabolario grillino preferisce le metafore dell'al di là . Pier Luigi Bersani è uno "zombie" oppure un "cadavere". Anche Giorgio Napolitano viene descritto come passato a miglior vita: "la salma". Nel campo delle malattie c'è Romano Prodi, detto «alzheimer". Accanto a lui Silvio Berlusconi è lo "psico-nano", tra i primissimi soprannomi inventati da Grillo. Alla vena necrofila e ospedaliera, Bersani si è ribellato nella sfuriata sul «fascista del web».
Ma il repertorio di Grillo ha una sua vastità . Che non risparmia nessuno, neanche i premi Nobel. Di Rita Levi Montalcini, il leader 5 stelle pensa sia «una vecchia puttana». E di Monti che è anche un "mendicante". La grilleide è ricchissima, alimentata dal suo blog che ha un seguito fra i più grandi in Italia, rilanciata dalla Rete sui social network, Twitter e Facebook. Nel sito del comico il linguaggio è lo stesso dei suoi comizi, ma l'eco, grazie alla potenza del web, assume caratteri giganteschi.
Il centrosinistra resta il bersaglio preferito della lingua lunga di Grillo. Bersani a volte diventa Gargamella, il cattivo dei puffi, Veltroni "Topo Gigio" per rimanere nel recinto dei cartoni. E Grillo non fa il tifo nella sfida del Partito democratico perché Matteo Renzi viene rappresentato come "l'ebetino" di Firenze e accusato di trascurare la città per occuparsi delle sue ambizioni.
Dopo il Pd viene, nella classifica degli insulti, il governo tecnico. All'occorrenza la Fornero può trasformarsi in "vispa teresa" o "principessa sul pisello" e Corrado Passera, il ministro dello Sviluppo economico, è un "ovetto Kinder senza sorpresa". A destra invece, dopo Berlusconi, viene Giuliano Ferrara, "contenitore di m... liquida". Il direttore del Foglio e consigliere del Cavaliere si ribella su Twitter: «Ora il patacca fa la vittima dopo aver insultato e istigato come un carciofino sott'odio. Saluti da un contenitore di m... liquida».
Le classifiche le fa anche Grillo. «Napolitano sta stravincendo», annuncia commentando la gara per «il peggior presidente della Repubblica». Se la prende pure con le Olimpiadi definite "bromuro quotidiano sponsorizzato dalle multinazionali" e lì Josefa Idem reagisce: «à un patacca». Le "larve ben pagate" sono i parlamentari, le Camere sono "Fort Knox", con un richiamo chiaro agli stipendi e alle spese complessive della politica.
Senza insulti ma con una vena polemica piuttosto forte, sono gli attacchi a Roberto Benigni, alla "triplice sindacale", all'Italia dei valori. Un'escalation costruita nei cinque anni che separano l'allarme sulla propria vita dal Vaffa-Day di Bologna. Quel giorno l'insulto apparve come lo sfogo di un comico e la gente rideva alle battute dell'attore ascoltando con attenzione le lezioni dei professori convocati in piazza. Poi, i discorsi di morte hanno occupato uno spazio crescente nel blog e sono diventati serissimi. Fino al post di ieri.
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