
DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È…
1- IL RIESAME SPIEGA LE RAGIONI DEL SEQUESTRO DELL'ILVA
Da "lastampa.it"
Come previsto, sono state rese note oggi le motivazioni del Riesame che il 7 agosto scorso confermò sostanzialmente il decreto di sequestro di sei aree dello stabilimento siderugico Ilva disposto dal gip Patrizia Todisco il 25 luglio. Il tribunale, confermando il sequestro dello stabilimento, dispone che non si continuino a perpetrare i reati contestati nel provvedimento cautelare.
Sul percorso da seguire per interrompere i reati, i giudici - viene riferito da fonti giudiziarie - non si sbilanciano e affidano il compito ai custodi nominati dal gip e alla procura. Il provvedimento - notificato all'Ilva - è di circa 120 pagine. Nel dispositivo della propria decisione (depositato il 7 agosto scorso), il tribunale del riesame scriveva: «i custodi garantiscano la sicurezza degli impianti e li utilizzino in funzione della realizzazione di tutte le misure tecniche necessarie per eliminare le situazioni di pericolo e della attuazione di un sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni inquinanti».
All'Ilva, secondo i giudici del Riesame, l'obiettivo da raggiungere deve essere quello «di evitare che la libera disponibilità del bene sottoposto a sequestro possa aggravare e protrarre le conseguenze di reati». «Nel caso in specie - proseguono i magistrati - l'obiettivo da perseguire è uno e uno solo ovvero il raggiungimento, il più celermente possibile il risanamento ambientale e l'interruzione delle attività inquinanti».
L'Ilva - secondo il tribunale del Riesame - deve, da un lato, eliminare «la fonte delle emissioni inquinanti (con la rimodulazione dei volumi di produzione e della forza occupazionale)», dall'altro «provvedere al mantenimento dell'attività produttiva dello stabilimento», solo dopo averla resa «compatibile» con ambiente e salute.
Secondo i giudici «proprietà e gruppi dirigenti che si sono avvicendati alla guida dell'Ilva hanno continuato a produrre massicciamente nella inosservanza delle norme di sicurezza dettate dalla legge e di quelle prescritte, nello specifico dai provvedimenti autorizzativi». In un'altra parte del loro provvedimento i giudici del Riesame, sullo stesso tema, annotano:
«Dalle varie parti dello stabilimento vengono generate emissioni diffuse e fuggitive non adeguatamente quantificate, in modo sostanzialmente incontrollato e in violazione dei precisi obblighi assunti dall'Ilva, nella stessa Aia e nei predetti atti d'intesa, volti a limitare e ridurre la fuoriuscita di polveri e inquinanti».
I giudici ritengono che «le emissioni nocive che scaturivano dagli impianti, risultate immediatamente evidenti sin dall'insediamento dell'attuale gruppo dirigente dello stabilimento Ilva di Taranto, avvenuto nel 1995, sono proseguite successivamente», nonostante una condanna definitive per reati ambientali.
Inoltre, nonostante i «molteplici» impegni assunti dall'Ilva con le pubbliche amministrazioni per migliorare le prestazioni ambientali del siderurgico, i dirigenti dello stabilimento non hanno mai assolto agli obblighi. Il disastro ambientale doloso prodotto dall'Ilva è «ancora in atto» e «potrà essere rimosso solo con imponenti e onerose misure d'intervento, la cui adozione, non più procrastinabile, porterà all'eliminazione del danno in atto e delle ulteriori conseguenze dannose del reato in tempi molto lunghi». Lo scrive il Riesame.
2- ILVA - BRUNO FERRANTE, PRESIDENTE ILVA DI TARANTO, A RADIO 24: "IL TRIBUNALE DEL RIESAME HA ESPRESSO UNA POSIZIONE DI BUON SENSO, CHE INDICA UNA STRADA CHE SALVA L'AMBIENTE, LA SALUTE E TANTI POSTI DI LAVORO"
Da "Radio 24"
"Gli impianti devono essere attivi. Il Tribunale del Riesame ha espresso una posizione di buon senso, che indica una strada che salva l'ambiente, la salute e tanti posti di lavoro". Così il presidente dell'Ilva di Taranto, Bruno Ferrante, ai microfoni di Oscar Giannino su Radio 24.
"Dobbiamo lavorare per il risanamento ma si può risanare soltanto tenendo gli impianti attivi. - continua Ferrante a Radio 24 - Questo è un passaggio che è scritto anche nelle ordinanze perché quando il Gip e il Tribunale del Riesame dicono 'risanare, mettere in sicurezza', vogliono dire che bisogna tenere accesi gli impianti. Se si spengono gli impianti non ci può essere assolutamente la messa in sicurezza. Ritengo che questa posizione di ragionevolezza e di buon senso che è stata espressa dal Tribunale del Riesame, dovrebbe essere condivisa da tutta la magistratura, dalle autorità giudiziarie e da chi deve vigilare sull'esecuzione dei provvedimenti."
E conclude: "Non ho avuto nessun contatto diretto con Il Procuratore della Repubblica però ritengo che questa posizione sia di buon senso che indica una strada che salva l'ambente, salva la salute, ma salva anche tanti posti di lavoro. Credo che il Procuratore questo lo abbia ben chiaro."
3- ILVA: CLINI, LINEA TRIBUNALE RIESAME CONVERGENTE CON GOVERNO
(AGI) "La strada indicata dal Tribunale del Riesame e' convergente con quella indicata dal Governo: lavoriamo nella stessa direzione, ora spetta all'Ilva investire". E' quanto ha affermato il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, intervenendo al Meeting di Comunione e Liberazione in corso a Rimini.
E riguardo alle presunte morti legate alle attivita' dell'acciaieria Ilva di Taranto, Clini ribadisce che il fenomeno si ferma "investendo nello sviluppo tecnologico e non lasciando il deserto". E lo stesso Clini ha fatto presente che in queste settimane lui personalmente e il governo stanno vivendo momenti di "angoscia". "Dobbiamo confrontarci - ha detto - con chi alza il cartello del numero dei morti. Lo sappiamo. Ma quella tragedia si ferma investendo nello sviluppo tecnologico e non lasciando il deserto".
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