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Alberto D'Argenio per "La Repubblica"
Se nel mondo berlusconiano sarà diaspora, prenderà forma con nuovi gruppi parlamentari a Camera e Senato. Una nuova forza politica guidata dai ministri Alfano, Lupi e Quagliariello che potrebbe dissanguare Berlusconi e la sua nuova Forza Italia. Solo al Senato a votare la fiducia a Letta potrebbero essere una quarantina di pidiellini su 91.
Il percorso della nuova forza è segnato: si posizionerà al centro, vicino all'Udc e a Scelta Civica ma inizialmente distinto. La reunion dei moderati arriverà nei prossimi mesi, a ridosso delle europee, quando il progetto sfocerà nella sezione italiana del Partito popolare europeo.
I primi a fiutare l'aria sono stati Casini e il ministro montiano (ex Pdl) Mario Mauro. Hanno tessuto la tela, tenuto i rapporti con Alfano e Lupi, lavorato ai fianchi i senatori pdl contrari a gettare il Paese in una nuova crisi politica. Ma non è stato uno scouting in "stile Berlusconi", bensì il tentativo di mettere insieme un progetto politico che dia all'Italia una forza popolare e moderata che sostituisca Berlusconi, ormai isolato in Europa.
Con le dimissioni di parlamentari e ministri il processo ha subito una accelerazione. Per Giovanardi «siamo più di 40». Un numero che non appare esagerato, anche se fino all'alba Berlusconi cercherà di farne tornare indietro il maggior numero possibile. Se Alfano e Lupi non avessero tenuto duro, i transfughi a Palazzo Madama sarebbero stati una quindicina. Invece con lo spostamento del segretario e del ministro vicino a Cl si prevede una migrazione di massa che dovrebbe ampiamente regalare la fiducia a Letta anche al Senato (l'asticella è a quota 161).
Con i nuovi popolari potrà oltretutto contare sul sostegno di un progetto politico, non di transfughi raccogliticci tra Pdl, Gal e M5S in stile Scilipoti, dando così prospettiva temporale (2015) e di contenuti al governo.
I big a spostarsi, oltre ad Alfano e Lupi, saranno gli altri ministri Quagliariello e Lorenzin (Nunzia De Girolamo dovrebbe restare con il Cavaliere). E poi Formigoni, Sacconi, Cicchitto, Castiglione e Giovanardi. Saranno seguiti da mezzo Pdl. In molti hanno preferito rimanere coperti fino all'ultimo, ma tra i nomi dei senatori che garantiranno la fiducia a Letta girano quelli di Colucci, Esposito, Pagnoncelli, Gentile, Chiavaroli, Torrisi, e Pagano. La pattuglia potrebbe anche allargarsi, visto che molti big non hanno ancora deciso. Ad esempio in bilico è Augello.
Inizialmente la nuova creatura politica si dovrebbe limitare a creare nutriti gruppi a Camera e Senato: potrebbero essere chiamati Pdl-Ppe in contrapposizione a Forza Italia. Poi faranno il partito, si parla di Nuova Italia o Italia Popolare, che in vista delle europee convergerà con Sc e Udc. Il Ppe italiano.
Mauro ha tenuto i contatti con il presidente del Ppe Martens e con i leader conservatori che hanno già garantito un posto nella prima famiglia politica europea. Prematuro parlare di espulsione di Berlusconi: arriverà solo se alle europee farà flop. Ieri intanto tra i montiani ha vinto la linea Olivero-Mauro, con la decisione di andare proprio verso il Ppe in contrapposizione ai liberali. Un progetto che, oltre a Casini, interessa anche a Montezemolo.
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