voto estero

NEL BUNKER DEI VOTI ALL’ESTERO DI CASTELNUOVO DI PORTO - CHI INVIA LA FOTO DEL NONNO INSIEME ALLA SCHEDA, CHI UN ASSEGNO DA 7 MILA POUND - CAOS DEI REGOLAMENTI: OGNI PRESIDENTE DI SEGGIO APPLICA IL SUO - IN 250 NON SI SONO PRESENTATI, SOSTITUITI DAI VIGILI URBANI - SONO ARRIVATE UN MILIONE E 250 MILA BUSTE

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Fabrizio Caccia per il Corriere della Sera

 

castelnuovo di portocastelnuovo di porto

C' è chi ha inviato la foto degli antenati. E chi da Rosario (Argentina) quella del patrono della sua città. Chi ha messo un assegno da 7 mila pound e chi la nota di protesta al Consolato perché l' elettore è deceduto.

 

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Dagli italiani che hanno votato all' estero - un milione 250 mila persone su 4 milioni - insieme alle schede sono arrivati frammenti di vita qui, a Castelnuovo di Porto, dopo un viaggio lungo migliaia di chilometri, dentro quattro padiglioni giganteschi abitati per una notte da un esercito di quasi diecimila persone per 1.483 seggi e animati dalle dispute tra gli osservatori del Sì e del No. Davide Barillari, consigliere «grillino» della Regione Lazio, dalla parte del No, sospetta che il risultato finale sia drogato soprattutto dal fenomeno dei cosiddetti «duplicati».

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In effetti qui il regolamento è diventato fai-da-te. Da seggio a seggio, ciascun presidente (alla fine hanno dato forfait quasi in 250, rimpiazzati dai vigili urbani del Comune di Roma) ha deciso da solo come comportarsi: chi ha scelto di rintracciare subito sui registri degli aventi diritto il nome indicato dal certificato elettorale arrivato dall' estero e chi ha rimandato l' operazione a dopo, depositando subito nell' urna la scheda. «Chi ci assicura che non siano state contate anche schede di elettori-fantasma?» s' indigna la senatrice di Sel Loredana De Petris. «Creare allarmismi è da incoscienti» ribatte Patrizia Prestipino, del Pd, osservatrice del Sì.