DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Giacomo Galeazzi per La Stampa
Scure fiscale sulla galassia non profit. «Il paletto della retta minima non salverà dalla chiusura tantissime scuole paritarie, soprattutto le materne nei piccoli comuni - reagisce il vescovo Michele Pennisi, segretario Cei per la scuola -. à una stangata insostenibile, un boomerang che penalizza istituti che fanno risparmiare allo Stato sei miliardi di euro». Via libera, dunque all'Imu, con l'eccezione delle scuole paritarie che potranno essere esentate anche se faranno pagare una retta, purché questa sia «mini». Vale a dire che deve coprire solo una parte del costo del servizio.
Un'esenzione limitata che fa insorgere il mondo cattolico: «à una cosa che ci distrugge tutti: le chiuderemo in un anno», protesta padre Francesco Ciccimarra, presidente dell'associazione delle scuole cattoliche. Costi in crescita e rischio-crack. «Rimarranno aperte sole le scuole per ricchi - avverte Roberto Gontero, presidente dell'Agesc, l'associazioni dei genitori delle scuole cattoliche -. Nel 2012, 13.808 scuole paritarie hanno perso ben 11.594 studenti su 1.072.968 di iscritti (l'11% della popolazione scolastica complessiva) a causa della insostenibilità delle rette. Con l'Imu le rette dovranno salire ancora».
Il capo dell'Agenzia delle entrate Befera assicura di non volere un «fisco punitivo», anzi la volontà è di «incrementare l'autotassazione, il versamento spontaneo». Il governo, quindi, non allarga, così come promesso, l'esenzione alle attività non lucrative optando per tassare tutte quelle commerciali.
A fissare i paletti è il nuovo regolamento del ministero del Tesoro pubblicato in Gazzetta ufficiale e al quale non è escluso venga agganciato un emendamento per rafforzare la norma primaria in materia di imposta municipale. Per ora in 7 articoli il Tesoro spiega come in tutti i casi di immobili misti (dove si pratichino attività ad esempio di culto e al contempo si eserciti un commercio di qualsiasi genere) l'Imu sarà pagata secondo criteri proporzionali calcolati in base allo spazio, al numero dei soggetti coinvolti e al tempo di utilizzo.
Quanti avrebbero voluto un regime agevolato «tout court» escono sconfitti. Il Consiglio di Stato potrebbe avere obiezioni dopo aver già manifestato dubbi sullo strumento della retta simbolica. Il governo, però, è certo delle proprie ragioni, dal momento che ha fatto riferimento a un documento dello scorso gennaio della Commissione europea nel quale viene esplicitato che il pagamento non deve avere relazione alcuna con il tipo di servizio offerto. Sono sette gli articoli in tutto del nuovo regolamento: si va dall'istruzione alla sanità passando per gli alberghi.
Le strutture possono essere classificate come non commerciali (e quindi no-Imu) se offrono il servizio gratis, ma anche se incassano «un corrispettivo simbolico» non superiore alla metà della media dei prezzi dei listini dei vicini. Un'eccezione viene fatta per le strutture sanitarie accreditate o convenzionate che si sostituiscono al servizio sanitario nazionale. Gli enti non commerciali hanno tempo fino al 31 dicembre per dimostrare di aver diritto all' esenzione. Dal 1° gennaio, Imu per tutti gli altri.
Dunque, le scuole paritarie sono esentate dal pagamento dell'Imu nel caso la loro retta sia gratuita, oppure «dietro versamento di corrispettivi di importo simbolico tali da coprire solo una frazione del costo effettivo del servizio». à uno dei passaggi del decreto del ministro dell'Economia sull'Imu, pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale, che sancisce una stretta sull'Imu che riguarda anche il no profit.
Nei sette articoli si stabilisce fra l'altro come negli immobili misti, laddove vengano praticate attività ad esempio di culto e al tempo stesso si eserciti un commercio di qualsiasi genere, l'Imu sarà pagata secondo criteri proporzionali calcolati in base allo spazio, al numero dei soggetti coinvolti e al tempo di utilizzo. Il nuovo regolamento copre diversi temi: nel caso di sanità e alberghi si stabilisce che queste strutture possano essere classificate come non commerciali (esenti da Imu) se, ovviamente, offrono il servizio gratis, ma anche se garantiscono «un corrispettivo simbolico», in questo caso però non superiore alla metà della media dei prezzi'' dei listini dei vicini.
Sono esentate invece quelle strutture sanitarie accreditate o convenzionate che si sostituiscono al servizio sanitario nazionale. Entro il 31 dicembre 2012 gli enti non commerciali che volessero l'esenzione dall'Imu «devono predisporre o adeguare il proprio statuto», che dovrà prevedere: 1) il divieto di distribuire anche in modo indiretto utili; 2) l'obbligo di reinvestire gli eventuali utili per scopi istituzionali di solidarietà sociale; 3) l'obbligo di devolvere il patrimonio dell'ente non commerciale in caso di suo scioglimento ad altro ente non commerciale.
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