A VIGEVANO CI E’ SCAPPATO ANCHE IL MORTO: IL CARDINALE IN PENSIONE TETTAMANZI SPEDITO NELLA PICCOLA DIOCESI PER METTERE ORDINE (O IL SILENZIATORE?) NELLO SCANDALO DEL MONSIGNORE CHIACCHIERATO - L’ECONOMO, DON ELIO CASPANI, VENNE TROVATO MORTO POCHI GIORNI DOPO LA RIMOZIONE DALL’INCARICO PER UN AMMANCO DI UN MILIONE DI EURO -CASPANI PRECIPITO’ DALLE SCALE MA QUALCUNO RACCONTA DI UNA SUA LETTERA CHE NON E’ MAI STATA RITROVATA…

Claudio Del Frate per il "Corriere della Sera"

A 78 anni compiuti il cardinale Dionigi Tettamanzi è stato «richiamato in servizio» dalla Chiesa: l'ex arcivescovo di Milano dovrà riportare pace e serenità nella piccola diocesi di Vigevano, scossa negli ultimi due anni da una serie di misteri, ultimo dei quali l'improvviso congedo del capo della comunità, il vescovo Vincenzo Di Mauro, 61 anni. Il monsignore ufficialmente è stato collocato a riposo per motivi di salute, ma la versione non convince nessuno.

«Monsignor Di Mauro non ha mai nascosto di avere problemi di diabete - racconta don Emilio Pastormerlo, portavoce della Curia di Vigevano e stretto collaboratore del vescovo - ma noi per primi siamo stati sorpresi dal suo repentino abbandono; nella sua missione in città non aveva mai risparmiato energie, tutt'altro».

Il predecessore monsignor Claudio Baggini, del resto, a lungo aveva convissuto con problemi di salute, al punto da dover girare con la bombola d'ossigeno al seguito. Cosa può aver determinato dunque la brusca interruzione del mandato di Di Mauro?

Il prelato era approdato nel dicembre del 2010 nella piccola diocesi lombarda (118 mila fedeli) con credenziali d'eccezione: ex stretto collaboratore di Carlo Maria Martini, ottime referenze nella cerchia di papa Benedetto XVI, un master in gestione aziendale conseguito all'università di Salerno, prefetto per gli affari economici della Santa Sede. Insomma, un vescovo manager con un cursus honorum che pare esagerato per la piccola Vigevano.

Ma quando monsignor Di Mauro arriva nella città del romanzo di Mastronardi, il clero locale vive un periodo a dir poco di apprensione. A metà del 2011 viene scoperto un ammanco nelle casse della Curia di poco inferiore al milione di euro; nessuno sporge denuncia, ma pochi giorni dopo viene rimosso dal suo incarico l'economo don Elio Caspani.

Passano pochi giorni e don Caspani viene trovato morto nella sua casa, precipitato dalle scale. L'episodio è archiviato come incidente domestico, ma i «Vigevano leaks» si mettono in moto: arrivano telefonate nelle redazioni dei giornali locali che alludono a una lettera lasciata da don Elio con dettagli riguardanti l'ammanco, ma la missiva non viene mai trovata.

Nel frattempo al vescovo Baggini - il cui addio era da tempo annunciato - subentra Di Mauro e per la pacifica chiesa vigevanese è uno tsunami. Il nuovo pastore sprona tutti i parroci a dare l'anima nella loro missione, sostituisce gli uomini della Curia in enti e associazioni, prende le redini dell'ex collegio Negroni, un'istituzione prestigiosa ma da anni in uso a privati e la trasforma nel più grande e attivo oratorio della città.

Spira un vento di novità anche nel linguaggio: il monsignore apre un profilo facebook personale (quanti suoi colleghi ce l'hanno?), inventa gli «happy hour» in Curia dedicati ai giovani, nelle omelie in Duomo usa spesso metafore calcistiche (è supertifoso del Milan). Insomma, il personaggio è travolgente al punto che diversi parroci restano un po' perplessi di fronte ai modi del loro superiore.

Finché venerdì scorso, con un provvedimento che cita un articolo poco usato dal codice canonico, il Vaticano comunica che monsignor Di Mauro non è più il vescovo di Vigevano. Lui scrive una breve lettera in cui dice di gettare la spugna per motivi di salute, non celebra nemmeno una messa di congedo. «Ma giovedì aveva partecipato a un dibattito pubblico sulla mafia organizzato dalla Cgil» riferiscono testimoni.

La comunità è disorientata e incredula, finché ieri dalla Santa Sede arriva la novità: la reggenza della diocesi viene affidata al cardinale Dionigi Tettamanzi. Non un personaggio qualsiasi, nel mondo ecclesiale. E la missione, dunque, deve essere di quelle delicate.

 

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