RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”
«In un momento così drammatico ci vuole un forte senso di responsabilità». Giusto, ministro Federico D'Incà. Ma lei lo vede questo senso di responsabilità nei partiti di maggioranza? «La società italiana sta affrontando le conseguenze dell'aggressione militare di Putin all'Ucraina con forte altruismo - premette il responsabile dei Rapporti con il Parlamento -. I cittadini ci chiedono unità, l'egoismo di parte e la contrapposizione non sarebbero compresi».
La maggioranza litiga su tutto, sul catasto il governo si è salvato per un voto.
«Ci sono state difficoltà e contrasti. Ma tutti i partiti con la rielezione di Mattarella hanno scelto di dare forte continuità al governo, senza logorare Draghi. Dobbiamo garantirgli l'autorevolezza internazionale per contribuire alla soluzione della crisi».
MARCO TRAVAGLIO E GIUSEPPE CONTE
I partiti guardano alle urne. Il logoramento di Draghi è iniziato e il governo cadrà? «L'obiettivo di tenere unita la maggioranza perché il Paese faccia un salto di qualità con le riforme e con i fondi del Pnrr deve essere chiaro a tutti i partiti. La guerra è alle porte dell'Europa. In un momento così difficile e dopo due anni di pandemia non si deve guardare al consenso, ma al futuro dell'Italia e dell'Europa. Non saranno le prossime urne elettorali a giudicarci, sarà la storia».
La Lega medita lo strappo. Come pensate di approvare riforme divisive come concorrenza e appalti?
«Anche sul Milleproroghe abbiamo avuto difficoltà, ma con senso di responsabilità supereremo gli ostacoli. A Chigi ho avuto un incontro con i capigruppo, Giorgetti e Garofoli e abbiamo fissato al 14 marzo la scadenza degli emendamenti per la concorrenza. Stiamo programmando incontri sui balneari e tutti i temi sensibili. Stiamo adottando il metodo del passato, dialogo continuo per spiegare quanto deciso in Cdm e superare i problemi».
I partiti lamentano che Draghi non dialoga e chiedono di cambiare metodo.
«Noi abbiamo sempre adottato il metodo del confronto con i gruppi, per me l'obiettivo è tenere insieme la maggioranza. Vista la complessità dello scenario internazionale è ancora più importante dimostrare che Parlamento e governo sono uniti. Sappiamo tutti di dover raggiungere i 100 obiettivi del Pnrr nel 2022 e tra questi vi sono passaggi importanti come appalti, concorrenza, delega fiscale, riforma del Csm».
Se non si trova l'accordo sul catasto, come pensa si possa trovare sul terreno minato della giustizia?
«È una riforma importantissima che deve essere convertita in Parlamento prima dell'elezione del nuovo Csm».
C'è chi pensa che i rapporti tra governo e Parlamento non stiano funzionando. Vuole fare autocritica?
«Nel 95% dei casi le cose vanno bene e il ministro per i Rapporti con il Parlamento non si vede. Se ne parla nel 5% dei casi, quando le idee sono particolarmente differenti. Con il governo Draghi abbiamo sottoposto all'esame delle Camere 60 disegni di legge di iniziativa governativa. Di questi ne sono già stati approvati 43, 22 con la questione fiducia e 21 senza».
VITTORIO COLAO FEDERICO D'INCA'
Troppi voti di fiducia, aveva ammonito Mattarella.
«Rispetto ai precedenti, questo governo ha sottoposto alle Camere il più alto numero di disegni di legge e ha sempre effettuato un lunghissimo lavoro di dialogo nelle commissioni. Nel Milleproroghe, su 700 emendamenti ne sono stati approvati 312 e, dopo 36 ore continue di dialogo con il governo, abbiamo avuto difficoltà solo su quattro temi».
Per 4 volte il governo è andato sotto e Draghi ha strigliato i leader. Al prossimo incidente il premier lascerà?
«Nonostante il confronto continuo, su alcuni temi non si è raggiunta la giusta mediazione. Stiamo arrivando nel cuore dei provvedimenti più importanti. Ci sono differenze, sì, ma l'unico metodo che conosco è il dialogo».
«Se la Lega getta fango sugli alleati il governo è morto», avverte Letta. Sbaglia? «Confronto e mediazione, io so fare questo. Sull'Ucraina ha funzionato. Abbiamo approvato una risoluzione anche con l'opposizione, che è alla base di due decreti con cui aiuteremo i profughi e, sotto il profilo energetico, anche gli italiani».
Lei non crede che la Lega uscirà dal governo?
«Tanti bambini vedono la morte in faccia, dividersi sarebbe un errore gravissimo. Gli italiani sono molto preoccupati, ci chiedono forte compattezza. Tanti stanno portando aiuti, anch' io l'ho fatto. L'esempio di questo forte senso di comunità deve essere lo stimolo per i partiti a unirsi e consentire a Draghi di andare avanti».
FEDERICO D'INCA' GIUSEPPE CONTE
Come sono i suoi rapporti a Palazzo Chigi con Garofoli, Funicello, Giavazzi?
«Ho un ottimo rapporto, so quanto sia difficile il compito di chi è impegnato sulle riforme ogni giorno e cerca farlo al meglio. Dobbiamo fare squadra per il nostro Paese».
Petrocelli e altri nel M5S non rinnegano la simpatia per Putin. Che ne pensa?
«Valgono le parole di condanna di Conte. Riflessioni diverse sono personali, non coinvolgono il M5S».
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