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NELL’AFFONDO DI ZELENSKY CONTRO IL FILO-PUTIN BERLUSCONI C’E’ UNA FRASE CHE FA CAPIRE QUANTO IL GOVERNO ITALIANO SIA SOTTO OSSERVAZIONE A KIEV: “LA QUESTIONE DI BERLUSCONI È MOLTO SENTITA QUI IN UCRAINA” - L'IMBARAZZO DI GIORGIA MELONI SI È INTUITO DALL'INSISTENZA CON CUI HA DOVUTO PRECISARE CHE LA “MAGGIORANZA È COMPATTA”, CHE “SONO I FATTI A CONTARE” - QUANDO SI SONO RITROVATI SOLI, MELONI E ZELENSKY HANNO PARLATO CHIARO: LA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO NON HA NASCOSTO I PROBLEMI INTERNI NÉ I SONDAGGI CHE REGISTRANO COME LE SIMPATIE DEGLI ITALIANI PER LA CAUSA UCRAINA SIANO SEMPRE MENO…

giorgia meloni e volodymyr zelensky a kiev

Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per “la Stampa”

 

[…] Meloni sa che c'è una domanda su tutte le altre che aleggia sul viaggio, l'unica non evitabile. Le simpatie putiniane di Silvio Berlusconi e Matteo Salvini possono indebolire la fortezza meloniana pro-Kiev? Quando Zelensky risponde, sfodera la smorfia del vecchio attore che è ancora in lui. È un esordio venato di ironia: «La questione di Berlusconi è molto sentita qui in Ucraina».

giorgia meloni e volodymyr zelensky a kiev

 

Poi però il presidente ucraino si fa serio, e torna sulle critiche del leader di FI. Lo fa con parole durissime, gravi come una preghiera, scandite come un lamento: «Nessuno ha mai bombardato casa sua con i missili come fanno i suoi fraterni amici russi. Non sono mai arrivati con i carri armati nel suo giardino. Nessuno ha mai ammazzato i suoi parenti. Mai nessuno ha dovuto prendere alle tre notte le valigie per scappare, oppure mai la moglie ha dovuto pensare a cercare cibo per la famiglia. E questo grazie all'amore fraterno della Russia».

 

putin berlusconi

Meloni è sorpresa. Trova il modo di lasciarsi andare a una battuta, quando nel trambusto l'interprete resta in silenzio ed è lei a tradurre in inglese la domanda per Zelensky: «Eccomi, presidente operaio». Il riferimento è alla definizione che diede di sé proprio Berlusconi. Ma l'imbarazzo della premier si intuisce dall'insistenza con cui precisa che la «maggioranza è compatta», che «sono i fatti a contare», e «finora mai nessun partito della coalizione di governo si è sottratto quando c'era da votare sugli aiuti all'Ucraina». «C'è un programma», rivendica la premier, «al di là di alcune dichiarazioni».

 

giorgia meloni e volodymyr zelensky a kiev

Quando sono soli, Meloni e Zelensky possono dirsi le cose come stanno. La presidente del Consiglio non nasconde i problemi interni, i sondaggi che registrano come le simpatie degli italiani per la causa ucraina siano sempre meno, le difficoltà di parlare apertamente delle forniture militari. Conferma l'invio del sesto pacchetto di armi, e del pezzo più importante. Il Samp/t, il primo dei tre sistemi di difesa antiaerea che saranno spediti all'esercito di Kiev. […] Su Berlusconi le rassicurazioni sono le stesse di sempre.

 

VLADIMIR PUTIN E SILVIO BERLUSCONI IN SARDEGNA NELL APRILE 2008

L'ex premier è un alleato, irritante e problematico quanto si vuole, ma è comunque un alleato di cui Meloni non può fare a meno. Alla macchina delle comunicazione di Zelensky non sfugge nulla, sa delle screpolature della maggioranza, anche se viste da qui, dal cuore di una terra bombardata quotidianamente dovrebbero essere solo un'eco pigra. E invece Zelensky è consapevole quanto il destino del suo popolo dipenda dagli umori dell'opinione pubblica occidentale, dalle fessure in cui si insinua la disinformazione russa. […]

giorgia meloni e volodymyr zelensky a kiev