NESSUN COMPLOTTO CONTRO LA BANCA DI SPOLETO: I GIUDICI ARCHIVIANO IGNAZIO VISCO - LA BANCA D’ITALIA, DICONO, HA FATTO BENE A COMMISSARIARE I VERTICI - IL GOVERNATORE ERA STATO DENUNCIATO DALLA COOPERATIVA CHE CONTROLLAVA LA BANCA UMBRA

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IGNAZIO VISCO RELAZIONE 2016 IGNAZIO VISCO RELAZIONE 2016

Da “la Repubblica

 

Ogni ulteriore accertamento sarebbe inutile. Il Gip di Spoleto mette la parola fine con l’archiviazione, sull’indagine aperta a carico del Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, e altre sette persone, per il commissariamento e la successiva vendita della Banca popolare di Spoleto al Banco di Desio nel 2014.

 

Non ci fu dunque abuso di ufficio, corruzione o truffa nella gestione e vendita della Banca, è la conclusione. Un lungo affaire cominciato dopo due ispezioni Bankitalia, che alla fine decise di commissariare l’Istituto a causa di una «abnorme crescita degli impieghi», perdite sui crediti e finanziamenti a soggetti legati economicamente al presidente. Che all’epoca e da anni era Giovannino Antonini, colpito poi da indagine penale.

banca popolare di spoleto bps facciata  1 banca popolare di spoleto bps facciata 1

 

A puntare il dito contro Visco e gli altri sette (gli ex commissari Giovanni Boccolini, Gianluca Brancadoro e Nicola Stabile, gli ex componenti del comitato di sorveglianza Silvano Corbella, Giovanni Domenichini, Giuliana Scognamiglio e il presidente Stefano Lado), era stata laSpoleto Servizi e crediti che con i suoi 21 mila soci controllava l’istituto al 51% e che si era vista sfilare il controllo.

 

L’ipotesi di reato avanzata dalla cooperativa era che queste operazioni fossero «frutto di un «accordo corruttivo». I magistrati nel rigettare la teoria complottistica sottolineano la sostanziale unanimità di più soggetti (ispettori, funzionari, direttorio e Mef) nel scegliere la strada del commissariamento.

 

Giovanni Antonini Banca Popolare di SpoletoGiovanni Antonini Banca Popolare di Spoleto

Idoneo, per i magistrati, anche il rifiuto di Bankitalia di rigettare l’aumento di capitale perché la banca non avrebbe retto nell’immediato i rischi. E infine «non è irragionevole » la scelta di preferire il Banco Desio al gruppo Clitumnus (operata con l’ausilio dell’advisor Lazard e la consulenza di esperti e di Kpmg). Come giusta è stata la scelta di Bankitalia di non considerare l’offerta della Nit Holding, basata su documenti falsi. I manager, tra l’altro, sono stati interdetti dal Gip di Roma, a guidare società per un anno.