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Erica Manna per La Repubblica
I migranti a Portofino. Il sindaco della cittadina con uno dei porticcioli più famosi del mondo non ne vuole nemmeno sentir parlare: ma la Prefettura di Genova cerca posti anche lì, nella perla del Tigullio, per accogliere i richiedenti asilo. L' obiettivo, infatti, è collocare 700 migranti in tempi brevi in tutta la Liguria, e il capoluogo è già saturo, con oltre 2.500 presenze: ben al di sopra di quante gli spetterebbero stando alla quota assegnata dal Viminale, di 1.216.
Così la Prefettura genovese ha deciso di pubblicare un bando rivolto espressamente ai Comuni ribelli: sono ventiquattro e si concentrano soprattutto sulla riviera, le amministrazioni che avevano opposto il loro rifiuto ad aderire allo Sprar, il sistema di protezione per richiedenti asilo, l' accoglienza di secondo livello gestita direttamente e volontariamente dai Comuni. Tra loro, anche Portofino. Un no che ricorda il caso Capalbio.
MIGRANTI ACCAMPATI SOTTO UN VIADOTTO A VENTIMIGLIA
Una mossa, quella della Prefettura, che di fatto scavalca le amministrazioni contrarie all' accoglienza, facendo appello ai privati perché mettano a disposizione strutture che le cooperative possano gestire. I Comuni, infatti, hanno ben pochi strumenti per poter bloccare i Cas, i centri di accoglienza straordinaria disposti dalle prefetture, anche se qualche esempio di resistenza non manca.
È il caso del sindaco di Pontinvrea, il leghista Matteo Camiciottoli, che ha emanato un decreto studiato apposta per tenere alla larga le cooperative: catalogando le strutture dedicate all' accoglienza dei richiedenti asilo come ricettive, e imponendo loro l' Imu al pari di un albergo.
Il no del sindaco di Portofino, il forzista Matteo Viacava, è motivato - giura - da una questione di spazi: esigui: «Il nostro è un centro turistico importantissimo - sottolinea il primo cittadino - e alloggi liberi non ne abbiamo: la graduatoria di residenti che aspettano l' assegnazione della casa popolare è infinita».
sindaco di Pontinvrea Matteo Camiciottoli
Allo Sprar, Viacava ci aveva anche pensato: «Stavamo studiando una collaborazione nel distretto sociosanitario che comprende Santa Margherita, Rapallo e Zoagli - spiega - noi avremmo dato la disponibilità di far lavorare i migranti come volontari nel Parco di Portofino. Ma ci siamo resi conto che non avremmo avuto la possibilità di seguirli. E poi, il territorio non è indicato: c' è un' unica strada, difficoltà di accesso: l' accoglienza non sarebbe funzionale proprio dal punto di vista logistico».
Il bando scade tra pochi giorni, il 28 agosto, e non è detto che la Prefettura riesca a collocare i migranti anche nella cittadina del Tigullio, anche se, di solito, prima di aprire una gara svolge una ricognizione preventiva sul territorio per testarne la fattibilità. Eventuali alloggi, dunque, alla fine potrebbero saltare fuori, magari in aree collinari più isolate.
Remota, invece, l' ipotesi di utilizzare gli spazi del Portofino Kulm, per decenni uno degli hotel più prestigiosi della regione, chiuso e abbandonato da quattro anni: la proprietà dovrebbe prima negoziare con un' eventuale cooperativa interessata, e il canone d' affitto risulterebbe insostenibile. «I privati sono liberi di fare come credono», conclude il sindaco Viacava. E se i migranti, alla fine, dovessero davvero arrivare? Il sindaco si stringe nelle spalle: «Controlleremo che siano trattati bene».
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