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“NO ALLE TRUPPE IN UCRAINA E AD ALTRE SPESE MILITARI” – IL VICEPREMIER SALVINI ANNUNCIA MILLE GAZEBO DELLA LEGA IL PROSSIMO FINE SETTIMANA E INFRANGE LA LINEA DELLA “EQUIVICINANZA” TRA USA E EUROPA DI PALAZZO CHIGI SCHIERANDO IL CARROCCIO SU UNA LINEA PUTINIAN-TRUMPIANA – I GOVERNATORI, ZAIA E FONTANA IN TESTA, SI RIBELLANO, PREOCCUPATI DEGLI EFFETTI DEI DAZI - AD AUMENTARE LE FRIZIONI NEL CENTRODESTRA ANCHE LA RICHIESTA DELLA ROTTAMAZIONE FISCALE, ALTRO CAVALLO DI BATTAGLIA DELLA LEGA, CHE PERO’ COSTA PARECCHIO
Matteo Pucciarelli per "la Repubblica" - Estratti
No ad altre spese militari e «pace in Ucraina, finalmente »: su questo presupposto, generico, Matteo Salvini annuncia mille gazebo della Lega il prossimo fine settimana. Non solo, nel menù c’è anche «la rottamazione di milioni di cartelle esattoriali che stanno tenendo in gabbia milioni di italiani in buona fede », per dirla con le parole del vicepremier.
SALVINI CON LA MAGLIA DI PUTIN
Il senso del weekend di banchetti (che difficilmente saranno davvero mille come promesso) in giro per l’Italia? Sono due argomenti sui quali il Carroccio punta per caratterizzarsi, ma che possono solo aumentare le frizioni all’interno del centrodestra. In tema di politica estera, con una crisi delicatissima nella quale Giorgia Meloni fa i salti mortali per tenere l’Italia in una posizione di «equivicinanza» tra Usa ed Europa, Salvini schiera il partito sulla linea trumpiana acritica, che combacia con la mai davvero rinnegata simpatia filo-russa.
Mentre sul fronte della politica economica la rottamazione fiscale, altro cavallo di battaglia del Carroccio, costa parecchio.
La coperta è corta e oltretutto Forza Italia chiede misure diverse come il taglio dell’Irpef. Domani a Roma all’aula nuova dei gruppi parlamentari il dipartimento economico del partito ha organizzato un convegno dal titolo “Interessi nazionali e scenari globali: le proposte della Lega”. Vari relatori ed argomenti sul tavolo, ne manca giusto uno: i dazi americani di Donald Trump, che rischiano di fare male al nord produttivo ed esportatore.
DONALD TRUMP - MATTEO SALVINI - GIORGIA MELONI - MEME BY EDOARDO BARALDI
La comunicazione ufficiale leghista ha comunque abbracciato in toto la narrazione del “tutti cattivi” (l’Europa, la Germania, la Francia, Ursula von der Leyen) tranne Trump e Putin: «Zelensky è stato poco diplomatico nel confronto con Trump. Non è così che si costruisce la pace », sentenzia il senatore Marco Dreosto.
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Fin qui il battage ufficiale da via Bellerio. In Veneto, però, il capogruppo in Consiglio regionale Alberto Villanova, commentando la scena allo Studio Ovale ha detto che «vedere l’elefante calpestare il topolino non è stato un bello spettacolo. Speriamo che Trump ottenga la pace, ma non con un processo all’Ucraina ». Un parere che non è isolato.
In generale l’entusiasmo trumpiano di Salvini cozza con gli effetti che l’isolazionismo americano potrà avere sui mercati italiani. «Il problema dazi c’è», ha ammesso ad esempio il presidente della Lombardia Attilio Fontana, attento alle ragioni della manifattura locale. Della serie: va bene il tifo, ma poi ecco la realtà con cui fare i conti.
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