raggi marra

VIRGINIA, NON MENTIRE! NEL TENTATIVO DI MINIMIZZARE IL RUOLO DI RAFFAELE MARRA, LA SINDACA SI È ASSUNTA LA PATERNITÀ DI NOMINE COME QUELLA DI RENATO MARRA MA UN MESSAGGINO DIMOSTRA IL CONTRARIO - LE PROVE SONO NELLA CHAT A QUATTRO CON FRONGIA, SALVATORE ROMEO E L’EX CAPO DEL PERSONALE ARRESTATO - ECCO COSA C’ERA SCRITTO

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R.P. per la Repubblica - Roma

VIRGINIA RAGGI A DI MARTEDIVIRGINIA RAGGI A DI MARTEDI

 

Un falso che rischia di costarle caro su più fronti. Palese, ormai da parecchie settimane, e dimostrato adesso anche da un sms. Nel tentativo di minimizzare il ruolo del dominus dell’amministrazione capitolina Raffaele Marra, Virginia Raggi si è assunta la paternità di nomine che non aveva in alcun modo deciso, limitandosi a sottoscrivere un organigramma ideato e stilato proprio da Marra.

 

virginia raggi sul tetto del comune con salvatore romeo virginia raggi sul tetto del comune con salvatore romeo

Tra quelle nomine c’è la promozione di Renato Marra, (fratello di Raffaele) — diventato capo del dipartimento Turismo — poi revocata quando l’Anac ne ha eccepito la legittimità, perché viziata da conflitto di interessi. Proprio all’autorità anticorruzione, Raggi aveva sostenuto che la scelta fosse opera sua. A smentirla però una serie di circostanze cui si aggiunge un particolare rivelato ora dal Fatto.

 

salvatore romeosalvatore romeo

Nella chat a quattro con l’ex vicesindaco Daniele Frongia, con l’ex capo della segreteria, Salvatore Romeo e con il capo del personale Raffaele Marra, ci sarebbero le prove che la sindaca era all’oscuro dei passaggi amministrativi predisposti da Raffaele per favorire il fratello, tanto da chiedere proprio a Marra «quanto guadagna tuo fratello?», ricevendo per risposta una serie di foto con riferimenti normativi che avrebbero dovuto tranquillizzarla.

Tra i messaggi, anche rassicurazioni sulla regolarità dell’atto che Raffaele Marra le ha inviato.

Il tenore di quelle conversazioni via sms testimonierebbero, insomma, che Raggi è intervenuta a cose fatte e decise, limitandosi ad apporre una firma.

 

Che Marra fosse l’artefice di tutto era già emerso dal sequestro di documenti al momento del suo arresto per corruzione. Tra le carte c’era appunto il nuovo organigramma dell’amministrazione comunale, fratello compreso, come rivelò Repubblica.

RAFFAELE MARRARAFFAELE MARRA

 

La chat a quattro è sostanzialmente irrilevante ai fini dell’inchiesta penale, eccetto però tutti i passaggi che smentiscono la versione ufficiale di Raggi da lei stessa fornita all’Anac. E per questo i carabinieri, che vi hanno avuto accesso a partire dal telefono sequestrato a Marra il giorno dell’arresto, stanno isolando i messaggi di interesse per le inchieste.

daniele frongia vice sindaco di romadaniele frongia vice sindaco di roma

 

Che sono due: quella che riguarda Raffaele Marra, corrotto, stando all’accusa, dal costruttore Scarpellini per la sua influenza sul Campidoglio, confermata anche dalla sua formidabile carriera con casacca grillina, e quella sulle nomine. Quest’ultima riguardava essenzialmente lo stipendio triplicato di Romeo, balzato alla segreteria della sindaca per cooptazione.

 

Ma il fascicolo si è ampliato dopo lo stop dell’Anac sulla scelta di Renato Marra. E da qui potrebbero venire le noie maggiori per la sindaca se si ravvisassero estremi di reato sia per la scelta del capo del Turismo, sia nella versione fornita all’ufficio di Raffaele Cantone e che le opposizioni si affrettano a contestarle. E va da sé che in questa inchiesta le posizioni di Renato Marra e Raggi tornano a intrecciarsi.

RAFFAELE MARRARAFFAELE MARRA

 

«O il sindaco ha mentito nella memoria all’Anac o Marra ha pesato eccome sulla scelta di Raggi dedicata a suo fratello — dice il senatore Stefano Esposito del Pd — Quel che è certo — aggiunge — è che passano i giorni e la nebbia continua a ristagnare sul Campidoglio». «Ogni giorno che passa sembra sempre più evidente che la verità politica sul rapporto tra Marra e raggi deve ancora esserescritta», gli fa eco Ernesto Carbone, deputato dem. «Aspettiamo ora dalla Raggi parole chiare sulla vicenda», chiede Marco Palumbo, il consigliere capitolino del pd e presidente della commissione Trasparenza.