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Luciano Ferraro per “Il Corriere della Sera”
«Non siamo marziani, non viviamo in una fortezza, ci teniamo ad essere accettati dal territorio». L’ex premier Massimo D’Alema per tre giorni è stato il protagonista di «VinOtricolando», un evento su cibi tipici e vini a Otricoli, in Umbria, dove crescono le sue vigne.
Il vignaiolo D’Alema è rimasto dietro al banchetto, con esposte le bottiglie dell’azienda «La Madeleine», 7 ettari acquistati 6 anni fa, grazie anche alla vendita della sua barca a vela. Una tenuta a un’ora da casa, a cui si è appassionato: segue tutto, dai trattamenti delle viti, all’imbottigliamento. E anche la vendita. A chi si è stupito di vederlo nelle vesti di produttore e venditore a un evento enogastronomico locale, ha ricordato la sua «vasta esperienza di eventi popolari, alle Feste dell’Unità: da ragazzo, ho anche cucinato».
«Ho venduto 74 bottiglie di spumante e 82 di rosso», racconta D’Alema. Lo spumante è il Nerosé, il cui nome indica Pinot nero e rosé, e il rosso è lo Sfide, Cabernet franc in purezza.
«Una manifestazione ben organizzata, alla quale abbiamo partecipato per il primo anno — dice D’Alema — anche perché prima il vino non era pronto. C’erano molti turisti. E molti erano interessati ai nostri vini, dal gusto diverso dagli altri che si producono nella zona. Il nostro stand è stato tra i più visitati. No, non sono rimasto per tre giorni dietro al banchetto, abbiamo organizzato dei turni, e io avevo i miei».
MASSIMO D'ALEMA AL TIMONE DELLA BARCA IKARUS
Sul banchetto un piatto di tarallucci e uno di formaggi. D’Alema a suo agio, la camicia fuori dai pantaloni e le maniche arrotolate. Ci sono stati anche incontri con gli appassionati. «Ho partecipato ad una degustazione di vini di cinque aziende, rispondendo alle domande dei visitatori sulle nostre bottiglie: era un incontro organizzato dall’associazione dei sommelier. E il giorno prima a Narni, c’è stato un altro evento nel centro storico, con l’enologo Riccardo Cotarella».
Che è il presidente degli enologi italiani e con D’Alema produce anche una linea di vini «politicamente corretti», senza l’aggiunta di solfiti. «Simpatia», è la parola che D’Alema usa in modo ricorrente per descrivere lo stato d’animo che ha raccolto verso i suoi vini a Otricoli e a Narni. Produce 45 mila bottiglie l’anno, assieme alla moglie Linda Giuva. «Una produzione di nicchia che aspira ad essere presente anche nelle metropoli», la definisce.
Non ha incassato denaro al banchetto di «VinOtricolando». «C’erano dei bollini che si acquistavano alla Pro Loco e con quelli i visitatori potevano comprare il vino. Noi poi abbiamo versato il quaranta per cento dell’incasso alla Pro loco. Ma più che alla vendita ci siamo dedicati alla mescita, per spiegare i nostri vini. Vogliamo radicarci nel territorio, ci teniamo molto che le nostre bottiglie siano in vendita nella zona, mica siamo marziani».
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