
DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO…
CHE SCAZZI IN SCOZIA! - NON SI FERMANO LE POLEMICHE SULLA LEGGE CONTRO LA TRANSFOBIA ONLINE, INTRODOTTA DAL PARTITO NAZIONALE SCOZZESE: DIVERSI "AGITATORI" NEONAZISTI E DI ESTREMA DESTRA STAREBBERO SFRUTTANDO LE NUOVE NORMATIVE PER PRESENTARE DENUNCE IN MASSA E MANDARE IN TILT I SISTEMI INFORMATICI DELLE FORZE DELL'ORDINE - L'ESECUTIVO HA FATTO STORCERE IL NASO ANCHE AI SINISTRATI SCOZZESI, PERCHE' NON E' STATA INCLUSA LA MISOGINIA FRA I REATI D'ODIO…
' OMOFOBIA, LA TRANSFOBIA E LA BIFOBIA
(ANSA) - Non si placano le polemiche in Scozia per la stretta legislativa locale introdotta dall'esecutivo indipendentista dell'Snp in materia di "istigazione all'odio" in particolare verso i trans. La polizia è stata infatti sommersa di denunce rese possibili per la facilità con cui si possono compiere le segnalazioni di presunti reati d'odio, rendendo di fatto il provvedimento di difficile attuazione. Ancor di più se si considera, come si legge sul sito del Guardian, che agitatori neonazisti e di estrema destra stanno sfruttando proprio le nuove normative per presentare denunce vessatorie in massa al fine di mandare in tilt i sistemi informatici delle forze dell'ordine.
Finito sotto accusa da più parti, a partire dalla scrittrice JK Rowling, popolare nel mondo come autrice della saga di Harry Potter e paladina femminista della difesa di una linea distintiva biologica fra donne e uomini, che come emerso nei giorni scorsi non verrà indagata per i suoi messaggi polemici, il governo locale ha tentato di difendersi evocando una diffusa "disinformazione" rispetto a un provvedimento volto a difendere categorie vulnerabili e allo stesso tempo a garantire la libertà di espressione.
Ma la compagine dell'Snp è stata presa di mira anche per non aver incluso la misoginia fra i reati d'odio: in questo caso i ministri hanno risposto che stanno lavorando a una legge ad hoc. Il partito del first minister Humza Yousaf rischia peraltro di perdere altro consenso, oltre a quello già compromesso dallo scandalo sui sospetti di malversazioni dei fondi interni emerso un anno fa, in vista delle elezioni politiche in calendario entro la fine del 2024.
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