DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA…
Paolo Mastrolilli per “la Stampa”
La prima reazione di Washington ai risultati delle elezioni israeliane è improntata alla prudenza, anche perché resta l’incertezza su chi alla fine la spunterà come premier. Non c’è dubbio però che la Casa Bianca, pur scegliendo un profilo defilato, avrebbe preferito Herzog alla guida del governo, e ritrovarsi davanti Bibi sarà molto imbarazzante.
Il rapporto fra Obama e Netanyahu non è mai stato buono, per ragioni politiche e di carattere. Durante le elezioni del 2012 Bibi aveva fatto spot televisivi che la Casa Bianca aveva interpretato come ingerenze nella campagna a favore del rivale repubblicano Romney, e Barack ha risposto con i suoi ex collaboratori che sono andati nello Stato ebraico a lavorare col gruppo V15 per favorire la sconfitta del premier.
ACCUSE INCROCIATE
Netanyahu ha aggiunto l’accusa che i soldi Usa hanno finanziato l’alta affluenza alle urne degli arabi. A questo si è sommato il discorso di Bibi al Congresso il 3 marzo scorso, organizzato con i parlamentari repubblicani senza informare la Casa Bianca. Ora Netanyahu ha detto anche di essere contrario alla creazione di uno Stato palestinese, che da anni è la linea bipartisan americana, confermando il sospetto degli americani che i negoziati lanciati dal segretario di Stato Kerry non hanno mai avuto alcuna possibilità di riuscire. La Casa Bianca ha risposto confermando che la soluzione dei due Stati resta il suo obiettivo e insisterà a perseguirla.
RAPPORTO DA RICOSTRUIRE
Se Bibi resterà premier, gli Usa continueranno a difendere Israele e saranno costretti a ricostruire il rapporto. Sarà difficile perché i due governi hanno posizioni opposte su due aspetti fondamentali della politica americana, cioè il tentativo di fare un accordo con l’Iran sul nucleare, e la creazione dello Stato palestinese. La vittoria convincerà Netanyahu che può fare a meno dell’amministrazione Obama finché non finirà, e certamente non cedere sui suoi principi. La speranza di Barack è che le posizioni più dure di Bibi si ammorbidiranno dopo il voto, ma i margini sono ristretti.
OBAMA ARRIVA IN ISRAELE ACCOLTO DA NETANYAHU
Herzog, al contrario, aveva già detto che tra i suoi primi atti ci sarebbe la ripresa del negoziato con i palestinesi, e probabilmente lo stop agli insediamenti contestati da Washington e lo sblocco delle rimesse fiscali. Sull’Iran il leader del centrosinistra non è convinto dell’accordo, ma ha promesso che qualunque differenza non verrebbe usata in pubblico come ha fatto Bibi. Un primo segnale potrebbe venire dalla sostituzione di Ron Dermer, l’ambasciatore israeliano negli Usa che la Casa Bianca percepisce quasi come un militante repubblicano. Se Netanyahu resterà al suo posto, però, Dermer diventerà intoccabile.
Ultimi Dagoreport
L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA…
DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E…
DAGOREPORT - COME ANDRÀ A FINIRE LO PSICODRAMMA MASOCHISTICO DEL CENTRO-SINISTRA IN VISTA DELLE…
“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
DAGOREPORT - NEL GRAN RISIKO BANCARIO, L’UNICA COSA CERTA È CHE MONTE DEI PASCHI DI SIENA È ORA…