DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO…
Maurizio Molinari per "la Stampa"
«à arrivato il momento della riforma dell'immigrazione». Barack Obama sceglie Las Vegas, Nevada, per il primo viaggio fuori Washington dopo il giuramento perché l'intento è far sapere all'America che «bisogna garantire un percorso verso la cittadinanza agli 11 milioni di clandestini che vivono fra noi».
Il presidente è convinto che «le condizioni ci sono» perché «al Congresso repubblicani e democratici convergono su posizioni comuni», come quelle messe nero su bianco da una task force di otto senatori «ispirandosi a idee espresse in passato da personaggi davvero diversi come Ted Kennedy e l'ex presidente George W. Bush». Obama illustra i tre principi-chiave della riforma: «Sono idee che voglio far conoscere al Congresso affinché ne tenga conto nel redigere il testo ma se non lo farà , sarò io a presentare questa legge».
Ecco dunque di cosa si tratta. Anzitutto «rafforzare la sicurezza del confine» con azioni tese ad aumentare la protezione dall'infiltrazione di illegali e a perseguire con particolare determinazione le imprese che assumono gli illegali «al fine di pagare stipendi più bassi».
Il secondo punto è quello centrale, si tratta del «percorso» ovvero la possibilità per chiunque è entrato illegalmente «violando la legge» di mettersi in regola e ottenere il passaporto degli Stati Uniti passando attraverso le seguenti tappe: controlli su cosa ha fatto in passato per verificare se ha commesso reati, pagamento delle imposte sugli introiti avuti da attività lavorative, versamento di una multa per aver violato la legge, apprendimento della lingua inglese per una più veloce integrazione nella società americana. «In questa maniera gli 11 milioni di clandestini verranno fuori dall'ombra - sottolinea Obama e ad avvantaggiarsene sarà anche la nostra economia perché la loro illegalità genera stipendi bassi, pesando negativamente sulla classe media».
Una corsia preferenziale sarà garantita ai «Dreamers», i clandestini arrivati da giovani. Obama mantiene così la promessa fatta all'elettorato ispanico, nel 2008 e quindi nel 2012, di risolvere alla radice la piaga dei clandestini. «Non sarà facile perché più ci avvicineremo alla meta più la tensione crescerà - avverte - ma avremo la riforma».
Il terzo principio riguarda l'immigrazione legale. Obama promette che «per gli immigrati non deve essere difficile farsi raggiungere dai familiari» come «dobbiamo essere pronti ad accogliere gli studenti stranieri che vogliono arrivare». à una sfida che ha a che vedere con l'identità dell'America «perché la maggioranza di noi è stata come loro», sottolinea Obama, ricordando «irlandesi, polacchi, italiani, scandinavi, cinesi e giapponesi» che «hanno costruito questa nazione mattone per mattone» dopo un arrivo «reso difficile dalle resistenze di chi era già qui».
Offrire ai clandestini la via alla legalizzazione significa per il presidente «rafforzare l'America, una nazione fondata sul principio che chiunque arrivato da ovunque può scrivere il prossimo capitolo della nostra Storia» come dimostra il fatto che «Intel e Instagram sono stati creati grazie a idee di immigrati» contribuendo al decollo dell'Information Technology «anziché andarlo a fare in Cina, India o Messico».
OBAMA A LAS VEGAS OBAMA bill clinton e barack obama giocano a golf jpegbarack obama basket jpegclandestiniclandestiniCLANDESTINI
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