matteo renzi pd

OCCHIO: ARRIVANO I PRIMI SILURI PER RENZI - ZANDA: ‘LE DIMISSIONI O SI DANNO O NON SI DANNO. NON SI POSSONO ANNUNCIARE E POI CONTINUARE A GESTIRE IL PARTITO. VELTRONI E BERSANI SI DIMISERO E BASTA’. MATTEUCCIO SA CHE SE MOLLA LE REDINI DEL PD, QUELLI METTONO UN REGGENTE PRONTO AL GOVERNISSIMO, IN STILE SPD - DI BATTISTA: ‘MAI SENTITO UN DISCORSO PIÙ STRAMPALATO. NON HA NEANCHE CHIESTO SCUSA. PUR DI NON DIMETTERSI, FRANTUMA QUEL CHE RESTA DEL PD’

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

 

 

  1. PD:ZANDA A RENZI, NON SI DANNO DIMISSIONI CON MANOVRE

rosatellum senato Finocchiaro Zanda

(ANSA) - "La decisione di Renzi di dimettersi e contemporaneamente rinviare la data delle dimissioni non è comprensibile. Serve solo a prendere ancora tempo". Lo dice il capogruppo Pd al Senato Luigi Zanda. "Le dimissioni di un leader sono una cosa seria, o si danno o non si danno. E quando si decide, si danno senza manovre". Serve "collegialità che è l'opposto dei caminetti" e "annunciare le dimissioni e rinviarne l'operatività per continuare a gestire il partito e i passaggi istituzionali delle prossime settimane è impossibile da spiegare".

 

  1. ZANDA A RENZI, VELTRONI E BERSANI SI DIMISERO E BASTA

CUPERLO RENZI CIVATI

 (ANSA) - "In un momento in cui al Pd servirebbe il massimo di quella collegialità che è l'esatto opposto dei cosiddetti caminetti, annunciare le dimissioni e insieme rinviarne l'operatività è impossibile da spiegare". Lo dice il capogruppo Pd al Senato Luigi Zanda, commentando le dimissioni del segretario Matteo Renzi. "Quando Veltroni e Bersani si sono dimessi - ricorda Zanda - lo hanno fatto e basta. Un minuto dopo non erano più segretari".

 

  1. CUPERLO A RENZI, NON È COSÌ CHE SI FA. SUBITO DIREZIONE

 (ANSA) - "Abbiamo subito una sconfitta pesante e la reazione non può che misurarsi con questa realtà. Chiedo la convocazione immediata della Direzione Nazionale per valutare collegialmente quanto è accaduto. Renzi ha annunciato l'intenzione di dimettersi, ma solo a conclusione del percorso di insediamento del Parlamento e della formazione del nuovo governo. Non è così che si fa".

 

Così Gianni Cuperlo, esponente della minoranza Pd. "Di fronte alla bocciatura di una stagione e di una classe dirigente pensare che la risalita passi da un congelamento della situazione attuale fino a nuove primarie - prosegue - più che una linea politica sembra una coazione a ripetere, nel segno dell' errare. Bisogna cambiare molto, non solo un segretario. Bisogna ricostruire una sinistra radicata nel paese. Facciamolo prima che sia tardi".

luigi zanda

 

  1. DI BATTISTA, RENZI PUR DI NON DIMETTERSI FRANTUMA PD

 (ANSA) - "Un discorso così strampalato non l'ho mai ascoltato, è veramente in confusione e non se ne rende nemmeno conto, pur di non dimettersi realmente è disposto a frantumare quel che resta del Pd e cosa pensa il Pd? A questo personaggio non gli basta mai la lezione, sempre arrogante, non ha chiesto scusa, non si rende conto che se Minniti ha perso è colpa sua, che sta antipatico a tutti". Lo afferma Alessandro Di Battista dal comitato elettorale M5S.

CUPERLO E RENZI

 

  1. PD:POLLASTRINI,SERVE UNA RIFONDAZIONE DI PENSIERO E PROGETTO

 (ANSA) - "Vorrei dire ai più giovani che si può e si deve ripartire, ma la possibilità di rivincita dipende dalla capacità di guardare alla realtà nella sua crudezza". Lo afferma la vicepresidente del Pd, Barbara Pollastrini. Il progetto del Pd e del centrosinistra, aggiunge, "sono colpiti nelle fondamenta perché a una prova decisiva per il Paese, siamo arrivati impreparati, divisi e apparsi distanti".

 

 "Abusata che sia, la parola che mi viene è 'rifondazione': di pensiero, di comunità, di progetto. Ora Renzi si è dimesso e questa scelta gli va riconosciuta. Però sarebbe grave che tutto cambiasse senza cambiare nulla, in un rilancio senza fine", puntualizza la deputata democratica. Le responsabilità sono diffuse e chiamano in causa le rimozioni e i silenzi della classe dirigente, anche di governo, perché la sconfitta referendaria rendeva evidente la chiusura di un ciclo e la necessità di attrezzare una nuova proposta. Dunque l'umiltà riguarda ognuno di noi e questo è il mio sentimento. Mi compensa un poco - aggiunge Pollastrini - l'esito della mia città dove, sommando i voti Pd e della sinistra fuori da noi, abbiamo circa gli stessi consensi che hanno eletto Sala dopo il successo di Pisapia".

lotti e zanda 81c

 

"Per noi - prosegue - la sofferenza è doppia, ora siamo al comitato Gori a scrutare i dati sulla Regione, in uno spoglio lungo e partecipato. Ma, anche qui, appena si va oltre la cerchia dei Navigli, nella grande Milano o in Brianza, inizia l'emorragia. Non ci siamo nelle periferie del lavoro, delle solitudini, della precarietà", conclude.

bassolino pollastrini speranza