DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA…
- PD:ZANDA A RENZI, NON SI DANNO DIMISSIONI CON MANOVRE
rosatellum senato Finocchiaro Zanda
(ANSA) - "La decisione di Renzi di dimettersi e contemporaneamente rinviare la data delle dimissioni non è comprensibile. Serve solo a prendere ancora tempo". Lo dice il capogruppo Pd al Senato Luigi Zanda. "Le dimissioni di un leader sono una cosa seria, o si danno o non si danno. E quando si decide, si danno senza manovre". Serve "collegialità che è l'opposto dei caminetti" e "annunciare le dimissioni e rinviarne l'operatività per continuare a gestire il partito e i passaggi istituzionali delle prossime settimane è impossibile da spiegare".
- ZANDA A RENZI, VELTRONI E BERSANI SI DIMISERO E BASTA
(ANSA) - "In un momento in cui al Pd servirebbe il massimo di quella collegialità che è l'esatto opposto dei cosiddetti caminetti, annunciare le dimissioni e insieme rinviarne l'operatività è impossibile da spiegare". Lo dice il capogruppo Pd al Senato Luigi Zanda, commentando le dimissioni del segretario Matteo Renzi. "Quando Veltroni e Bersani si sono dimessi - ricorda Zanda - lo hanno fatto e basta. Un minuto dopo non erano più segretari".
- CUPERLO A RENZI, NON È COSÌ CHE SI FA. SUBITO DIREZIONE
(ANSA) - "Abbiamo subito una sconfitta pesante e la reazione non può che misurarsi con questa realtà. Chiedo la convocazione immediata della Direzione Nazionale per valutare collegialmente quanto è accaduto. Renzi ha annunciato l'intenzione di dimettersi, ma solo a conclusione del percorso di insediamento del Parlamento e della formazione del nuovo governo. Non è così che si fa".
Così Gianni Cuperlo, esponente della minoranza Pd. "Di fronte alla bocciatura di una stagione e di una classe dirigente pensare che la risalita passi da un congelamento della situazione attuale fino a nuove primarie - prosegue - più che una linea politica sembra una coazione a ripetere, nel segno dell' errare. Bisogna cambiare molto, non solo un segretario. Bisogna ricostruire una sinistra radicata nel paese. Facciamolo prima che sia tardi".
- DI BATTISTA, RENZI PUR DI NON DIMETTERSI FRANTUMA PD
(ANSA) - "Un discorso così strampalato non l'ho mai ascoltato, è veramente in confusione e non se ne rende nemmeno conto, pur di non dimettersi realmente è disposto a frantumare quel che resta del Pd e cosa pensa il Pd? A questo personaggio non gli basta mai la lezione, sempre arrogante, non ha chiesto scusa, non si rende conto che se Minniti ha perso è colpa sua, che sta antipatico a tutti". Lo afferma Alessandro Di Battista dal comitato elettorale M5S.
- PD:POLLASTRINI,SERVE UNA RIFONDAZIONE DI PENSIERO E PROGETTO
(ANSA) - "Vorrei dire ai più giovani che si può e si deve ripartire, ma la possibilità di rivincita dipende dalla capacità di guardare alla realtà nella sua crudezza". Lo afferma la vicepresidente del Pd, Barbara Pollastrini. Il progetto del Pd e del centrosinistra, aggiunge, "sono colpiti nelle fondamenta perché a una prova decisiva per il Paese, siamo arrivati impreparati, divisi e apparsi distanti".
"Abusata che sia, la parola che mi viene è 'rifondazione': di pensiero, di comunità, di progetto. Ora Renzi si è dimesso e questa scelta gli va riconosciuta. Però sarebbe grave che tutto cambiasse senza cambiare nulla, in un rilancio senza fine", puntualizza la deputata democratica. Le responsabilità sono diffuse e chiamano in causa le rimozioni e i silenzi della classe dirigente, anche di governo, perché la sconfitta referendaria rendeva evidente la chiusura di un ciclo e la necessità di attrezzare una nuova proposta. Dunque l'umiltà riguarda ognuno di noi e questo è il mio sentimento. Mi compensa un poco - aggiunge Pollastrini - l'esito della mia città dove, sommando i voti Pd e della sinistra fuori da noi, abbiamo circa gli stessi consensi che hanno eletto Sala dopo il successo di Pisapia".
"Per noi - prosegue - la sofferenza è doppia, ora siamo al comitato Gori a scrutare i dati sulla Regione, in uno spoglio lungo e partecipato. Ma, anche qui, appena si va oltre la cerchia dei Navigli, nella grande Milano o in Brianza, inizia l'emorragia. Non ci siamo nelle periferie del lavoro, delle solitudini, della precarietà", conclude.
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