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Dario Del Porto per www.repubblica.it
C'è una ipotesi di reato, istigazione al voto di scambio, nel fascicolo aperto dalla Procura di Napoli sulle dichiarazioni espresse dal governatore della Campania, Vincenzo de Luca, nel corso di un incontro con circa 300 amministratori locali ai quali chiedeva di darsi da fare per far votare sì al referendum costituzionale dello scorso 4 dicembre. La Procura il 24 novembre aveva aperto un fascicolo senza ipotesi di reato.
"Mandatemi fax con numeri realistici dei voti per il Sì. Fate il porta a porta e non pensate ad altro", aveva detto il presidente della Regione Vincenzo De Luca alla platea di 300 sindaci riuniti all'hotel Ramada il 15 novembre scorso, alla vigilia del referendum sulla riforma costituzionale. Un monologo di 25 minuti, condito dalla ormai celebre frase sulla "clientela organizzata, scientifica, razionale come Cristo comanda" attribuita a uno dei presenti, il primo cittadino di Agropoli Franco Alfieri, che il governatore ha sempre liquidato, anche ieri durante il dibattito in consiglio regionale, come semplici battute.
Ma su quell'incontro, dopo la pubblicazione degli audio sul Fatto Quotidiano, adesso la Procura vuole vedere chiaro. Il pm Stefania Buda ha iscritto il fascicolo con l'ipotesi di istigazione al voto di scambio. Un passaggio che, dopo una prima fase in cui si procedeva per "fatti non costituenti notizie di reato", consente agli inquirenti di avviare accertamenti più approfonditi.
Il pm Buda ha sentito ieri il primo testimone, il giornalista Paolo Russo, apprezzato portavoce del governatore che era al suo fianco durante la riunione. Altri saranno convocati nei prossimi giorni, a cominciare presumibilmente da uno dei figli di De Luca, Piero, coordinatore regionale dei comitati per il Sì al referendum. Dunque la posizione del presidente della Regione appare più che mai al vaglio dei magistrati, che lo hanno iscritto, come atto dovuto, nel registro degli indagati.
L'obiettivo è verificare se all'ombra dell'incontro dell'hotel Ramada possa essere configurata una violazione delle normative a tutela del voto. E questo non tanto o non solo per quella esortazione rivolta ad Alfieri, invitato a portare elettori alle urne la metà dei suoi concittadini, "vedi tu come Madonna devi fare, offri una frittura di pesce, portali sulle barche, sugli yacht, fai come cazzo vuoi tu, ma non venire qui con un voto in meno di quelli che hai promesso", ma anche per quel riferimento ai "fax con numeri realistici" chiesti ai sindaci presenti in platea ma comunque, secondo quanto emerso dalle prime verifiche, mai poi realmente inviati.
Il pm Buda, del pool coordinato dal procuratore aggiunto Alfonso D'Avino, ha delegato alla Guardia di Finanza tutte le verifiche necessarie a ricostruire un caso che ha infiammato il clima politico regionale e nazionale. All'indomani della diffusione degli audio, il Movimento 5 Stelle aveva presentato un esposto un Procura. E la vicenda ha fatto irruzione nel dibattito sulla mozione di sfiducia che si è svolto ieri in consiglio regionale. De Luca ha risposto con il solito eloquio graffiante, parlando di "una campagna d'opinione su una battuta goliardica, roba che l'attentato alle Torri Gemelle ebbe meno paginate sui giornali. Vergognatevi, volete la paralisi della Campania".
Quindi ha aggiunto: "Siccome sentivo poco entusiasmo per il referendum, ho detto fate appello alla gente, magari offrendo una cena, un viaggio. Ma non vi vergognate? La Regione non dovrebbe essere gettata nella paralisi per una battuta goliardica. Si è fatto appello ai sindaci per il porta a porta. E quale doveva essere l'appello di fronte a un referendum che non suscitava entusiasmo? Stiamo parlando di banalità. C'è da vergognarsi, in Italia, per aver trasformato una battuta per la quale si sorrideva al termine di una riunione in un problema di democrazia. Il vero voto di scambio - ha concluso - è quando si fanno nomine al termine della legislatura. Quello è voto di scambio".
VINCENZO DE LUCA CON LA CHITARRA
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