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Marco Giusti per Dagospia
Aquarius di Kleber Mendonca Filho
Svegliate tutte le arzille sessanta-settantenni dei Parioli, perché abbiamo il film di Natale per loro. E’ Aquarius di Kleber Mendonca Filho dominato una Sonia Braga in gran forma a 65 anni e ancora di grande glamour che torna a recitare in Brasile dopo quindici anni di assenza. Tutto ambientato a Recife, nel Pernambuco, in un grande palazzo anni ’40 sul mare con vista su Praia de Boa Viagem dove tutti noi, credo, vorremmo vivere allegramente ascoltando vecchi vinili di Gilberto Gil, Roberto Carlos, Paolinho da Viola e addirittura Reginaldo Rossi.
Dona Clara, la protagonista assoluta del film, interpretata ovviamente da Sonia Braga con capello nero lungo ancora al vento e un fisico ancora asciutto, si permette pure una scopatona con un gigolo ben più giovane, è una critica musicale di sinistra rimasta vedova, che vive sola nella grande casa assieme alla fidata cameriera nera. Ma oltre a essere sola nel suo appartamento, lo è anche nell’intero palazzo, perché il figlio infame di un vicino ha deciso che è meglio vendere tutto a non so quale palazzinaro, radere al suolo tutto l’edificio storico e costruire un bel grattacielo sul mare.
Dona Flora non ci sta. Rimane chiusa nel suo palazzo e, da vecchia donna di lotta, combatte contro il capitalismo dei palazzinari più giovani venduti al dio denaro. Il tutto in una specie di commedia politica di due ore e mezzo divise in tre capitoli, “O cabelo de Clara”, “O amor de Clara” e “O cancer de Clara”. Perché, oltre alla lotta del presente, Dona Clara deve affrontare i fantasmi del suo passato, quando era ventenne e innamorata, gli anni del suo matrimonio e i rapporti coi figli (pure uno gay con il fidanzato), e la sua personale battaglia contro il cancro al seno che le ha deturpato il fisico.
Ma dopo tante battaglie non avrà certo paura dei giovani rampanti del Brasile del dopo-Lula. Presentato con successo di critica internazionale a Cannes in competizione, malgrado i critici italiani arricciassero il naso considerandolo un filmetto, Aquarius è una bella commedia come le dovrebbero fare i nostri registi senza citare sempre inutilmente Scola e Risi. Cioè storie con dentro un’anima e una posizione politica.
Non a caso, Sonia Braga e tutta la troupe a Cannes si presentarono sul red carpet con gli striscioni contro il colpo di stato che nei giorni di Cannes colpì la presidenza di Dilma Roussef. Il film stesso acquistò un altro senso, insomma. Tutta la storia è dominata, proprio in ogni scena, dalla presenza forte e generosa di Sonia Braga.
La vediamo mostrare gloriosamente il suo corpo invecchiato, spiare l’orgia dei giovani vicini, ma soprattutto passeggiare scalza sulla veranda ascoltando la sua collezione di vinili. Certo, una vecchiaia così, con vista sul mare, è preferibile a quella di Aldo, Giovanni e Giacomo in Fuga da Reuma Park. Buon film, che la Teodora distribuisce come il suo cinepanettone intelligente per signore. In sala dal 15 dicembre contro Star Wars e i cinepanettoni ufficiali.
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