luca odevaine

TUTTA COLPA DI ALE-DANNO - ODEVAINE, CHE PRENDEVA MAZZETTE PER ''FACILITARE'' GLI APPALTI DELLE COOP: ''QUANDO LAVORAVO CON VELTRONI NON DOVEVANO PAGARE NIENTE, POI A ROMA È ARRIVATO IL CENTRODESTRA E HANNO PRETESO SOLDI PER FAR LAVORARE LE COOPERATIVE, CHE SI SONO ADEGUATE''. COME HA FATTO LUI, POVERO

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Giovanni Bianconi per il “Corriere della Sera

 

Tornato a casa dopo undici mesi di galera, Luca Odevaine ha scelto grisaglia, camicia a righe e cravatta regimental per il primo giorno del processo. Dal quale spera di uscire al più presto grazie al patteggiamento che i suoi avvocati stanno concordando con la Procura.

 

ODEVAINEODEVAINELUCA ODEVAINE DURANTE LE OPERAZIONI DI SGOMBERO DEL CAMPO ROM DI VIA TROILI A ROMALUCA ODEVAINE DURANTE LE OPERAZIONI DI SGOMBERO DEL CAMPO ROM DI VIA TROILI A ROMA

Nel frattempo s' è presentato in aula puntuale ed elegante, per rispondere «presente» ai giudici e confermare la scelta di collaborare con la magistratura: «Ho commesso degli errori, ho ammesso le mie responsabilità e ora sto cercando di aiutare i pubblici ministeri, con i quali s' è instaurato un rapporto di grande correttezza. Perché questo processo può essere un' occasione».

Per fare che cosa?
«Per cambiare le cose dopo aver compreso i meccanismi che hanno favorito la corruzione. Perché in quest' aula ci sono molti imputati accusati di vari reati, ma secondo me manca il principale».

E chi sarebbe?
«Lo Stato. Perché se contrae debiti e non paga gli imprenditori per anni, è evidente che poi gli imprenditori sono costretti a rivolgersi a chi può in qualche modo risolvere i loro problemi attraverso altre strade, con le conoscenze che ha».

Cioè i «facilitatori», come lei stesso s' è definito?
«Esattamente. Al Cara di Meno c' erano 46 milioni di debiti non pagati, è naturale che chi li doveva incassare cercasse il modo di farlo».

Anche truccando le gare? Quanto c' entra il sottosegretario Castiglione indagato a Catania?
«Su questo non posso dire niente, ho parlato con i pm che conducono l' indagine».

Lei intascava mazzette; si sente più un corrotto o corruttore?
«Nessuna delle due cose. Io ho approfittato di un sistema, e ho sbagliato; mi sono inserito in un meccanismo che mi ha fatto guadagnare, certo. È stato il mio errore, che pagherò».

E la presunta associazione mafiosa?
«Con quella non c' entro. Io avevo rapporti con Buzzi, ma non sapevo che dietro di lui ci fosse Carminati. Non mi hanno nemmeno contestato il reato» .

Lei ci crede alla storia della mafia di Roma?
«Sinceramente no, perché se la mafia è affiliazione, violenza di sottobosco, io non l' ho vista. Non credo a un sistema mafioso che gestiva la città. C' era un sistema politico talmente debole, che ha favorito fenomeni di corruzione».

Ma questo sistema era debole, e quindi corrotto, anche quando lei lavorava in Campidoglio con l' ex sindaco Veltroni, o comandava la polizia provinciale?
«No, e le spiego perché. La corruzione che ho conosciuto io è legata al mondo delle cooperative, che quando governava il centrosinistra lavoravano tranquillamente senza dover pagare niente. Anche perché svolgevano un ruolo positivo; io che ne sono appena uscito le garantisco che il carcere è un posto che non rieduca affatto, mentre molte di queste cooperative sono servite al reinserimento di tanti ex detenuti. Quando è arrivato il centrodestra, invece, i suoi rappresentanti hanno preteso di essere pagati per continuare a far lavorare le cooperative. E quelle si sono adeguate».

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