DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO…
Marco Conti per “il Messaggero”
Le gare per la Tav partono oggi e ieri Matteo Salvini si è premurato di far sapere di aver parlato con i vertici della società italo-francese che dovrà realizzare l' opera. L' ennesimo segnale di scarsa fiducia tra alleati che stavolta coinvolge anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che, per far digerire il via libera al M5S, ha spostato il suo baricentro decisamente verso i NoTav.
Toccherà ora al premier trovare gli spazi per tentare di ridiscutere l' opera con i francesi i quali, alla lettera di palazzo Chigi e alla risposta di Telt, non hanno replicato non ravvisando novità sull' iter dell' opera e gli impegni presi dall' Italia. I sei mesi per esercitare il diritto di dissolvenza ci sono ora come c' erano anche prima della lettera di Conte. Ieri il presidente del Consiglio ha ammesso che adesso viene il difficile.
Alle telefonate al presidente francese Macron e a quello della Commissione Juncker, dovrebbero ora seguire degli incontri e, visto che sull' argomento il ministro delle Infrastrutture Toninelli è stato di fatto commissariato e sotto schiaffo di una mozione di sfiducia, toccherà a Conte cercare difficili interlocuzioni.
Dalle dichiarazioni di ieri del vicepremier Luigi Di Maio si capisce invece che il governo intende gettarsi alle spalle la faccenda. Il tour per i cantieri, promesso da Conte, inizia oggi e contribuisce a spostare l'attenzione su una vicenda che tra sei mesi è però destinata a riproporsi qualora non si sia trovata una nuova intesa con Parigi e i grillini intendano avvalersi della clausola di dissolvenza che impedisce a Telt di passare dalle manifestazioni di interesse ai capitolati.
Il fatto che Giancarlo Giorgetti, sottosegretario leghista alla presidenza del Consiglio, ricordi che la Tav si farà - magari mini - e che per modificare gli accordi occorra passare per il Parlamento e non basta un consiglio dei ministri, costringe Conte alla prima linea. Con questo fardello il premier la prossima settimana sarà a Bruxelles per partecipare al Consiglio europeo dove incontrerà anche il presidente francese Macron. I temi in agenda sono altri. Ma Conte avrà modo di incontrare anche il presidente della Commissione Juncker il quale più che alla Tav potrebbe essere interessato a sapere cosa intende fare il governo sul fronte dei conti pubblici.
Di questo, e dell' esigenza di una manovra correttiva, il sottosegretario Giorgetti potrebbe aver parlato al telefono con il presidente della Bce Mario Draghi. Se c'è una convinzione che accomuna grillini e leghisti è che dopo il 26 maggio in Europa gli equilibri saranno diversi e ci potrà essere più spazio per l' Italia e il suo governo. Saranno però probabilmente diversi anche gli equilibri in casa nostra visto che il M5S è in forte affanno, con percentuali poco sopra il 20%, mentre la Lega viaggia sopra quota 30%. «Il governo durerà altri quattro anni», è l' auspicio espresso ieri dal leader grillino che si è mostrato soddisfatto per il successo che ha avuto il gioco lessicale contenuto nella lettera del premier nei gruppi parlamentari M5S e spinge sui temi identitari.
La tregua M5S-Lega è però solo apparente e funzionale a scavallare le elezioni di maggio senza fare troppo alla stabilità dell' esecutivo. Il Reddito deve entrare ancora in funzione e il voto sulla Diciotti dell' aula ci sarà a fine mese. La strada di Conte si annuncia in salita almeno sino al 26 maggio. Trovare una sintesi sull' autonomia o sul reddito minimo non sarà facile mentre rinviare ancora il decreto che dovrebbe sbloccare gli oltre trecento cantieri fermi, potrebbe risultare devastante per i numeri della crescita e l' impatto sui conti pubblici.
Malgrado i toni finti-concilianti il rapporto tra i due leader resta pessimo e ricco di sospetti. Ormai ognuno viaggia per proprio conto. Di Maio punta a salvaguardare ora solo la sua leadership mentre l' obiettivo di Salvini resta la conquista dell' egemonia del centrodestra.
Ultimi Dagoreport
DAGOREPORT - BERLUSCONI ALLA SCALA SI È VISTO UNA SOLA VOLTA, MA IL BERLUSCONISMO SÌ, E NON AVEVA…
FLASH! - RUMORS ALLA FIAMMA (GIALLA): IL COMANDANTE GENERALE DELLA GUARDIA DI FINANZA, ANDREA DE…
DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA…
DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO…
URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL…