PAGA PANTALONE - IL PASTICCIO DELLA BREBEMI FINIRÀ COL PESARE SULLE CASSE DELLO STATO - LA SOCIETÀ CHE GESTISCE L'INUTILE AUTOSTRADA BRESCIA-BERGAMO-MILANO STA PER RIMETTERE LA CONCESSIONE

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

Francesco De Dominicis per "Libero Quotidiano"

 

BREBEMIBREBEMI

Rimettere la concessione pubblica nelle mani dello Stato. È una delle ipotesi che la società Brebemi sta valutando per cercare di uscire indenne dal pasticcio della direttissima Brescia-Bergamo-Milano. Inaugurata il 23 luglio scorso, la prima autostrada italiana costruita (sulla carta) con capitale «privato» si è rivelata un flop e chi l’ha costruita ora corre ai ripari. Sono ore frenetiche e Brebemi, come spiega  a Libero una fonte vicina al dossier, sta valutando diverse possibilità. Il ventaglio è ampio  e una delle carte prevede, come accennato, l’uscita dal casello. 

cassa   depositi  prestiti cassa depositi prestiti

 

Un’uscita brusca, perché gli effetti sarebbero complessi.  Il progetto è stato finanziato dalle banche e pure con denaro  pubblico, visto che ben 830 milioni di euro sono stati messi sul piatto dalla Cassa depositi e prestiti, il fondo sovrano italiano controllato dal Tesoro. Quando la Cdp si è seduta al tavolo, ha portato in «dote» pure una  garanzia pubblica, dunque più ampia del suo investimento.

 

 matteo renzi otto e mezzo matteo renzi otto e mezzo

Senza dimenticare che attraverso la sua controllata Sace, la stessa Cassa «copre» con un’assicurazione i 700 milioni di finanziamento targato Bei (Banca europea degli investimenti).  Paga pantalone, insomma. Quanto? I conti non sono facili. Sta di fatto che, nell’ipotesi di addio da parte di Brebemi, le banche finanziatrici si rifarebbero sulla galassia pubblica italiana per una cifra di 2 miliardi di euro. Non proprio bruscolini.

 

La questione scotta e, raccontano i ben informati, non è sfuggita al premier Matteo Renzi. Il quale avrebbe mostrato un certo disappunto: non tanto per i quattrini in ballo (che in questo periodo lo spaventano poco) quanto per ragioni di «immagine» verso l’estero.  Renzi, infatti, teme che il flop dell’operazione Brebemi e Cdp possa rappresentare un deterrente per gli investimenti stranieri sui quali il governo punta per rilanciare l’economia italiana.