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Ivo Caizzi per "www.corriere.it"
L’Europa schiera le istituzioni comunitarie per affrontare le conseguenze della clamorosa vittoria di Brexit nel referendum sull’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea, che la rete tv Bbc ha indicato a 52% contro 48%.
I presidenti del Consiglio dei governi, il polacco Donald Tusk (stabile) e il premier olandese Mark Rutte (di turno), insieme a quelli della Commissione europea, il lussemburghese Jean-Claude Juncker, e dell’Europarlamento, il tedesco Martin Schulz, sono stati delegati a fornire da Bruxelles la prima reazione istituzionale «a caldo». La loro riunione è stata programmata dopo l’annuncio ufficiale dell’esito finale del voto su Brexit.
Il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi resterà in contatto con Bruxelles dalla sua sede a Francoforte, pronto a intervenire davanti a eccessive instabilità sui mercati finanziari con impatto sulla moneta unica e sui titoli di Stato della zona euro.
L’immediato tracollo della sterlina sui mercati extraeuropei aperti nella notte ha fatto temere manovre speculative di dimensioni imprevedibili. Tra le capitali vengono invece discusse da giorni le possibili ricadute politiche, in vista del Consiglio dei capi di Stato e di governo di martedì e mercoledì prossimi.
Il summit Ue era in programma questa settimana. È stato spostato alla prossima proprio per poter affrontare l’esito della consultazione nel Regno Unito. E per conoscere il risultato delle elezioni in Spagna di domenica prossima, dove una vittoria del movimento di estrema sinistra Podemos, che è molto critico sull’attuale gestione dell’Ue, può generare un devastante uno-due contro l’attuale gestione dell’apparato comunitario.
I Palazzi di Bruxelles subiscono una scossa senza precedenti e devono affrontare delicati problemi. Il Consiglio dei 28 governi deve scendere a 27 membri. Il commissario Ue britannico Jonathan Hill, responsabile dei Mercati finanziari, deve essere sostituito e messo alla porta. Nell’Europarlamento i 73 eurodeputati britannici dovrebbero essere privati subito del diritto di voto, in attesa di lasciare il seggio. Circa 1.500 euroburocrati delle istituzioni comunitarie dovrebbero perdere il posto e gli “stipendi d’oro”, molto più alti di quelli elargiti nella pubblica amministrazione della regina Elisabetta.
Una riunione straordinaria della Commissione europea è stata convocata per lunedì prossimo. Nel week end la cancelliera Angela Merkel, il presidente francese Francois Hollande, il premier Matteo Renzi e gli altri leader europei dovrebbero intensificare le consultazioni per favorire il raggiungimento al summit di una posizione comune su come procedere in Europa, che si avvia a fronteggiare un trauma a rischio di estensione in altri Paesi membri.
Leader euroscettici come l’olandese Gert Wilders e Mario Salvini della Lega hanno già chiesto un referendum anti-Ue nei loro Paesi. Giovedì scorso il premier belga Charles Michel aveva già chiesto un ulteriore vertice dei capi di governo, indipendentemente dall’esito del referendum su Brexit, per affrontare l’evidente sfiducia verso l’Unione europea dimostrata da ampie fasce di cittadini europei. Michel ha evocato il crescente euroscetticismo, che potrebbe consolidarsi, dopo i voti nel Regno Unito e in Spagna, se non verranno attuate azioni di riavvicinamento ai cittadini.
«La leadership europea deve farsi carico dell’inclusione sociale e battersi contro le disuguaglianze», ha suggerito il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Nei Palazzi comunitari circolano indiscrezioni su possibili ricambi al vertice come segnale di rinnovamento. Il controverso Juncker, simbolo della «vecchia Europa» sotto accusa, da giorni fa smentire le insistenti voci su un suo dimissionamento in caso di vittoria di Brexit.
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