UN PAPA TRA DUE CHIESE – RUINI SI PREPARA AL SINODO SULLA FAMIGLIA: “IL MATRIMONIO È INDISSOLUBILE. E NEMMENO LA CHIESA PUÒ SCIOGLIERLO - NO ALL’EUCARESTIA PER I RISPOSATI” - KASPER: “MA LE ECCEZIONI SONO PREVISTE ANCHE NEI PASSI DEL VANGELO”

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CARDINALE CAMILLO RUINICARDINALE CAMILLO RUINI

1. RUINI: “IL MATRIMONIO È INDISSOLUBILE NO ALL’EUCARESTIA PER I RISPOSATI”

Paolo Rodari per “la Repubblica”

 

«È profondamente sbagliato presentare come in contrapposizione le sensibilità diverse presenti al Sinodo sulla famiglia. Le diversità esistono ma sono arricchenti, e sono convinto che i padri sinodali troveranno soluzioni comuni ai problemi più delicati riguardanti la famiglia e le sue ferite. In questo senso non vi sono due Chiese, ma una sola Chiesa che vive di voci eterogenee».

CAMILLO RUINI INTERVISTA SU DIOCAMILLO RUINI INTERVISTA SU DIO

 

Cardinale vicario della diocesi di Roma dal 1991 al 2008, presidente della la Conferenza episcopale italiana per sedici anni, attualmente presidente del comitato scientifico della Fondazione Joseph Ratzinger, il cardinale Camillo Ruini parla con fiducia dei prossimi mesi cruciali per la Chiesa. E, margine della presentazione a Roma del libro di Marcello Pera “Diritti umani e cristianesimo” (Marsilio), dipinge l’immagine di un’assise sinodale distante dalle note caricature mediatiche.

 

CASINI-RUINICASINI-RUINI

Che vi siano sensibilità diverse all’interno della Chiesa è secondo lei un fattore fisiologico?

«Direi che la presenza di voci diverse è naturale. Del resto, queste voci ci sono state al Concilio Vaticano II, tutti le ricordiamo. E ci sono state anche quando non c’erano né Sinodo né Concilio».

 

Sensibilità diverse non è sinonimo di contrapposizione?

«Assolutamente no. Non è in atto alcuna contrapposizione per la quale non si possa trovare una linea alla fine comune. E poi c’è sempre il ruolo del Santo Padre che è il punto di riferimento per tutti indipendentemente dalle opinioni personali che possiamo avere ».

emo 20 ruini suore papaemo 20 ruini suore papa

 

A lui tutti i vescovi guardano?

«Certo. Tutti guardiamo a lui e lo seguiamo nel cammino che ci indica ».

 

Eppure sulla comunione ai divorziati risposati nel Sinodo ci sono visioni davvero divergenti. Per alcuni è possibile concedere l’eucaristia in alcuni casi dopo un periodo di penitenza. Lei insieme ad altri dieci cardinali ha invece scritto un libro che su questo punto non concede aperture. Perché?

verze comunione berlusconi verze comunione berlusconi

«Abbiamo scritto semplicemente quello che riteniamo giusto, ma ciò non significa che in campo non vi possano essere altre opinioni di segno opposto ».

 

Una via penitenziale – ci sono anche teologi che in un convegno internazionale che ha avuto luogo nei mesi scorsi in Vaticano hanno parlato di “via discretionis” – la ritiene impraticabile?

comunione berlusconi comunione berlusconi

«Nel caso dei divorziati risposati non si tratta di una condizione personale ma di una condizione oggettiva, per cui ritengo che una via penitenziale non possa esserci. Del resto l’ha detto il Papa recentemente: il matrimonio-sacramento è indissolubile anche per la Chiesa. E questo significa che nemmeno la Chiesa può scioglierlo. E, quindi, se uno ha contratto validamente il matrimonio-sacramento, quel matrimonio rimane. È tutto molto semplice».

 

Francesco ha portato un nuovo stile nella Chiesa. La Chiesa italiana secondo lei fatica a seguire questa nuova strada oppure no?

«Francesco ha portato certamente qualcosa di nuovo e questo qualcosa è molto importante e anche molto significativo. C’è, dunque, un processo nella Chiesa italiana di adeguamento alle novità che lui sta mettendo in essere giorno dopo giorno. È un processo anche di reciproca conoscenza e comunione fra la Chiesa italiana e il Papa e il Papa e vescovi del Paese. Ma non dobbiamo dimenticare che la novità che sta portando il Papa è un qualcosa di grande come il recente viaggio negli Stati Uniti ha dimostrato. E noi tutti, nessuno escluso, vogliamo fare nostra questa novità ».

cardinal walter kasper cardinal walter kasper

 

2. KASPER: “MA LE ECCEZIONI SONO PREVISTE ANCHE NEI PASSI DEL VANGELO”

P.R. per “la Repubblica”

 

Presidente emerito del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, il cardinale Walter Kasper è stato il primo, durante il Concistoro straordinario del febbraio 2014, ad aprire alla comunione per i divorziati risposati. Ieri, a margine della presentazione del suo ultimo libro “Testimone della misericordia” (Garzanti), scritto con Raffaele Luise, torna sull’argomento a pochi giorni dall’apertura del Sinodo sulla famiglia.

 

Eminenza, alcune personalità della Chiesa hanno contestato le sue aperture, come risponde?

PAPA FRANCESCO BERGOGLIO MESSA A PHILADELPHIAPAPA FRANCESCO BERGOGLIO MESSA A PHILADELPHIA

«Non voglio ora entrare in queste controversie. Siamo al Sinodo per discutere e confrontarci. I problemi della famiglia ci sono e sono tanti. Personalmente ritengo che prendere una parola del Vangelo per difendere una propria tesi è una sorta di fondamentalismo, un nuovo fondamentalismo che si fa con una parola. Che non si può sciogliere il matrimonio è cosa chiara e assodata, eppure ci sono passi biblici che menzionano una qualche “eccezione” alla parola del Signore sull’indissolubilità del matrimonio, e cioè nel caso di pornèia (il capitolo 19 di Matteo) e nel caso di separazione a motivo della fede (la prima lettera ai Corinzi, capitolo sette). Tali testi indicano che i cristiani in situazioni difficili hanno conosciuto già nel tempo apostolico un’applicazione flessibile della parola di Gesù».

 

BERGOGLIO AL CONGRESSO USABERGOGLIO AL CONGRESSO USA

C’è chi sostiene che concedere l’eucaristia ai divorziati risposati è «tradire il Vangelo».

«Ognuno vuole conservare il Vangelo, questa è la base comune di tutti ma qui si tratta di come applicare lo stesso Vangelo alle situazioni concrete. Nessuno di noi dice che esiste una soluzione generalizzata, si devono guardare le situazioni complesse e particolari. Questo è anche quello che diceva Giovanni Paolo II, e cioè che bisogna discernere le situazioni caso per caso. Fra l’altro l’eucaristia non è per i perfetti. Quando celebriamo la messa preghiamo “per la remissione dei peccati”. L’eucaristia è per i peccatori. Gesù stesso condannava il peccato ma giustificava i peccatori. Il fine della misericordia è la salvezza delle anime, occorre non dimenticarlo mai. La misericordia arriva fino ad amare il proprio nemico. Gesù è morto in croce per la misericordia».

 

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Corrisponde a verità la visione di un Sinodo diviso fra progressisti e conservatori?

«La misericordia è il primo attributo di Dio e per questo Francesco è senz’altro un conservatore, ma questa contrapposizione tra oppositori del Papa e progressisti dall’altra parte non ha alcun senso. Il Sinodo segue l’eterna novità del Vangelo che è la misericordia. C’è oggi un vuoto di misericordia e di tenerezza. È questo vuoto che il Papa chiede di colmare».

 

Arrivare al Sinodo con delle tesi precostituite non può chiudere da subito ogni discussione?

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«Il Sinodo è convocato per discutere e confrontarsi sulle sfide della famiglia. Le dispute sono necessarie perché senza di esse non si crea nulla. Ci sono tanti problemi di cui parlare. Occorre adattare la dottrina alle situazioni particolari. Incarnare la dottrina è il Vangelo».

 

Nel suo libro spiega che la genialità di Francesco è stata quella di aver capito l’immenso bisogno di misericordia dell’uomo.

«Per Francesco la misericordia deve costituire il nuovo volto della Chiesa “ospedale da campo” nel panorama tragico della modernità. Francesco ha cambiato radicalmente l’immagine del Papa, portandola in mezzo alla gente, e così il popolo si stringe attorno a lui».

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Il Papa vuole correggere la visione di Dio veterotestamentaria per cui Egli è geloso, cattivo e pericoloso come sosteneva Nietzsche?

«Francesco non smette di ricordare che Dio è amore, che concede sempre una nuova possibilità, che vuole fortemente la libertà e la felicità dell’uomo. Il sogno di Francesco è una Chiesa che abbraccia la terra senza catturarla, e una fede autentica che include sempre il profondo desiderio di cambiare il mondo».