
DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA…
1- GRILLO, RIVOLTA ONLINE CONTRO LE PRIMARIE...
Annalisa Cuzzocrea per "la Repubblica"
Le proteste per il voto on line che non funziona, le denunce degli esclusi, le prese in giro dei video degli aspiranti «cittadini» (si chiameranno così, non onorevoli, i parlamentari a 5 stelle). Non comincia bene, la "presa della Bastiglia" immaginata da Beppe Grillo con le sue non primarie.
Per capire come stanno andando, le consultazioni al computer cominciate lunedì e in corso fino a domani, ci si può giusto affidare al blog del comico. Lì si trovano proteste di questo tipo: «Qualcosa non funziona a livello tecnico. Ho votato tra i candidati della circoscrizione Lazio1, ma dopo aver espresso le 3 preferenze, la pagina mi diceva che mi restavano ancora 3 voti», lamenta Rossella, che ha chiuso, riaperto, e votato di nuovo: «Ma credo non sia un funzionamento corretto, vero?».
C'è Gianni Pasquini, che ha visto i video ed è un po' spaventato: «La maggior parte è fatta male e povera di contenuti, uno per tutti Gianna della Toscana. Mi sono venuti i brividi. Forse la selezione via Web non è la più sicura!». O ancora Luigi: «Mi sembra di avere capito che per votare devo ricevere una e mail, ma ciò non è accaduto. Mi sono registrato con le modalità richieste. Come devo fare a contattare il blog?». Non può farlo, Luigi.
Può giusto sfogarsi, come tutti gli iscritti al portale, che non hanno modo di instaurare un dialogo con chi manda indicazioni via mail, o form da riempire. Non hanno potuto chiedere
spiegazioni neanche gli aspiranti parlamentari che, nei giorni scorsi, hanno ricevuto una lettera in cui gli si imponeva di accettare che i fondi dei gruppi di Camera e Senato saranno destinati a "strutture di comunicazione" scelte da Grillo e Casaleggio. A quei soldi il MoVimento non rinuncerà - si è invece impegnato a restituire i rimborsi elettorali e parte degli stipendi degli eletti - ma non ci sarà alcuna democrazia nel decidere come usarli. Potranno farlo, come al solito, solo i due depositari del marchio.
Intanto, i video fatti in casa dei candidati impazzano su Youtube.
Il blogger Zoro avverte su Twitter: «Sono una droga». Altri ringraziano per le risate. Non sono invece affatto allegri gli attivisti che ci credono: a Bologna in tre avevano tutti i requisiti (essere stati candidati, non aver svolto più di un mandato, la fedina penale pulita), e nonostante questo non si sono ritrovati nelle liste. Il loro caso non è l'unico.
Tanto che perfino i consiglieri comunali genovesi del MoVimento denunciano: «Ci sarebbe piaciuto che non solo la rete, ma anche la nostra assemblea plenaria avesse potuto scegliere i portavoce in Parlamento». Alle sette di ieri sera Bartolomeo scriveva sul sito: «Come garantire che non vi siano brogli? Gli amministratori in teoria possono monitorare tutto, il voto non è segreto?». Domande che si rincorrono da giorni.
Insieme al quesito fondamentale: va bene i parlamentari, ma chi sarà il candidato
premier? «Alcuni dicono il più votato tra noi - rivela uno degli attivisti in corsa - ma niente è certo». Non bastasse questo, il sindaco 5 stelle di Parma, Federico Pizzarotti, è andato in tv disobbedendo al diktat del capo e ha manifestato la sua solidarietà a Federica Salsi: «Se Grillo avesse dato il suo sostegno sarebbe stato importante».
Sul caso delle minacce di morte alla consigliera, la procura di Bologna ha aperto un'inchiesta. Sempre ieri, il consigliere regionale ha denunciato il giornalista autore del fuorionda in cui parlava della scarsa democrazia nei 5 stelle, e il cronista freelance che definì il servizio concordato. Vuole dimostrare che non era una combine, ma sul web i più continuano ad attaccarlo: «Quelle cose le hai dette. Non cambia nulla». E gli insulti continuano.
2 - UN ATTIVISTA DI FERRARA: "DITEMI DOV'Ã IL SERVER E CHI CUSTODISCE I DATI" ASSEDIO IN 20 DOMANDE AL GURU E A CASALEGGIO...
Annalisa Cuzzocrea per "la Repubblica"
«Chi è o chi sono gli amministratori del portale? Dov'è fisicamente il server? Chi ha accesso alle informazioni sensibili? Come sono suddivisi per regione e provincia gli iscritti e gli attivi? Come si garantisce trasparenza nelle votazioni?». Sono alcune delle venti domande che rimbalzano da giorni su blog, siti e pagine Facebook dei militanti a 5 stelle. Le ha scritte Fulvio Biagini, di Ferrara, un simpatizzante del MoVimento, iscritto da troppo poco tempo per votare, ma amico di lunga data del dissidente storico Valentino Tavolazzi.
Le sue venti domande hanno avuto successo.
«Si sono sparse a macchia d'olio in giro per i blog. Il bello, è che sono certo che nessuno risponderà ».
Grillo e Casaleggio non daranno spiegazioni, neanche a tutti gli attivisti che le rigirano?
«Non credo proprio. Sa, io sono un informatico, e quelle domande mi sono venute di getto, perché c'è qualcosa che non torna. C'erano molti modi per rendere questo voto trasparente. Così non è stato».
Si poteva mettere un contatore automatico per i voti nella pagina dei candidati?
«Il mio vecchio professore di informatica diceva che in questa materia non c'è niente di impossibile. Negli Stati Uniti anche le votazioni tradizionali avvengono attraverso sistemi elettronici, molto più limpidi di questo».
Che reazioni le sono arrivate?
«Alcuni miei amici mi dicono bravo, hai ragione. Molti del MoVimento però mi ricoprono di parolacce. Non sa quello che mi hanno scritto, ma è normale. In rete succede».
Non è proprio normale, essere insultato per delle domande.
«Ma sì. Poi sanno che sono amico di Valentino, magari vogliono sottolineare la distanza».
Nonostante questo, lei vota il MoVimento 5 stelle?
«Ci ho creduto molto, ma sono molto spaventato e preoccupato da quello che sta diventando. Il mio è stato un piccolo sfogo personale di chi non ha capito qualcosa, e ancora fa fatica a capire».
3 - SINO ALLA FINE DELLE CONSULTAZIONI NESSUNO DEI 1400 CANDIDATI SA QUANTI VOTI HA PRESO
Emiliano Liuzzi per il "Fatto quotidiano"
Tante candidature e una sola certezza: il casaleggium, il sistema elettorale on line pianificato negli uffici della Casaleggio associati per decidere chi si candiderà al Parlamento sotto il simbolo del Movimento 5 stelle, era e resta un grande mistero. Non ci sono proiezioni, i candidati stessi non sanno, tantomeno possono sapere, il numero degli iscritti.
Nodi che probabilmente verranno sciolti nei prossimi giorni, anche se per ora né Grillo né Casaleggio si sono esposti. Ci sono regole che devono essere rispettate, c'è un numero di candidati (1400) e le indicazioni su come e quando votare. Niente altro. Fino a oggi la questione si è risolta all'interno di quel contenitore che va sotto il nome dibeppegrillo.it . E nel gruppo c'è chi è pronto a impugnare eventuali errori tecnici, proprio perché convinto di potersi candidare, ma che si è trovato nella lista degli esclusi. Senza trovare motivo.
Come Alessandro Cuppone, candidato sulla carta che non ha invece trovato posto in lista. Ha scoperto di essere fuori solo qualche giorno prima. "Sono stato contattato da Beppe Grillo, ma non ha saputo darmi delle spiegazioni precise sulla motivazione della mia esclusione. Mi ha detto che ci saremmo risentiti. Io ho segnalato allo staff, ma a oggi non ho ancora avuto una risposta. Bisogna capire se sono stato messo fuori secondo criteri soggettivi o oggettivi. Ne va della validità di queste elezioni".
C'è chi ha saputo all'ultimo minuto di non poter aspirare a una vita romana. Come Lorenzo Andraghetti, bolognese, tagliato fuori dalla lista dei candidati alla vigilia dell'apertura delle votazioni. Secondo lo staff, la sua esclusione ha un motivo ed è dovuta al fatto che, dopo essere stato eletto in quartiere nel 2011, ha rinunciato all'incarico per completare gli studi in Brasile.
"Casaleggio sostiene di aver specificato questa regola in un documento fatto sottoscrivere da tutti candidati al momento dell'adesione", spiega Andraghetti. "Ma io non l'ho mai firmato. Il problema è che Casaleggio ha inviato, immagino involontariamente, versioni diverse a una parte dei candidati. E se la responsabilità non è mia, non ha senso che io venga penalizzato per errori altrui". Andraghetti parla e sa che se decide di fare politica può rivolgersi altrove. Se non altro perché il capo, Beppe Grillo, ha avvertito tutti: "Ci possono essere errori, imprecisioni e imprevisti, ma siamo di fronte a un esperimento che viene introdotto per la prima volta nel mondo".
Davide Bono, delegato di lista in Piemonte, vicinissimo a Casaleggio, spiega al Fatto Quotidiano: "Abbiamo avuto un po' di problemi con i profili dei candidati. Alcuni, ad esempio, non hanno caricato il video o il curriculum in tempo. Ma per ora non c'è stata alcune segnalazione da parte di persone escluse senza ragione. In genere, un motivo riconducibile al regolamento c'è".
Chi se la ride a distanza è Valentino Tavolazzi, l'espulso dal Movimento: "Il Casaleggium ha stabilito chi sia candidabile, senza alcun confronto preventivo, e ha tradito quanto promesso da Grillo in tutte le piazze: chiunque si può candidare, se incensurato, non iscritto a partiti e se non ha svolto due mandati. Le scarse informazioni disponibili e le modalità di voto hanno impedito una partecipazione più larga e consapevole". Altro che milioni al voto, "le Parlamentarie stanno assumendo una dimensione parrocchiale" e usano un "metodo inqualificabile in base ai valori fondanti per il Movimento, quali trasparenza e partecipazione".
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