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PD E M5S RIESCONO A LITIGARE ANCHE SU URSULA – DOPO LA CAPORETTO SUI DAZI, IL MOVIMENTO CHIEDE LE DIMISSIONI DI VON DER LEYEN. SCHLEIN, CHE PURE È STA MOLTO CRITICA CON LA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE UE (HA MINACCIATO DI TOGLIERLE I VOTI CHE SOSTENGONO LA SUA MAGGIORANZA), PUNTA L’INDICE CONTRO TRUMP E MELONI. CONTE, INVECE, “DIFENDE” IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI IN QUESTA VICENDA E RINSALDA L’ASSE CON LA LEGA, COME AI TEMPI DEL GOVERNO GIALLOVERDE, CHIEDENDO LA TESTA DI URSULA…

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M. T. M. per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

ELLY SCHLEIN GIUSEPPE CONTE

Le opposizioni chiedono a Giorgia Meloni di riferire in Parlamento sui dazi. La prima a sollecitare la presenza della premier in Aula è stata Chiara Appendino. Alla richiesta dell’esponente 5 Stelle si è unita Avs con Angelo Bonelli. È stata poi la volta di Chiara Braga, capogruppo dem alla Camera. Pure il Pd vuole Meloni in Aula: «Spieghi agli italiani questo accordo capestro». 

 

 

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E ieri sono scesi in campo, contro Meloni, anche i leader delle opposizioni. Elly Schlein è durissima: «Se siamo arrivati a questo accordo che assomiglia più a una resa è perché il nostro governo, insieme ad altri governi nazionalisti, ha sempre spinto per una linea morbida e accondiscendente verso Trump, che si è rivelata fallimentare. Prima hanno accettato di togliere la tassazione minima globale alle multinazionali americane, poi hanno accettato di aumentare la spesa militare al 5 per cento, quindi hanno dovuto accettare questo accordo così svantaggioso sui dazi».

schlein landini conte

 

Anche Giuseppe Conte non ha usato mezzi termini: «È una situazione che si preannuncia disastrosa per l’economia italiana ed europea. È una Caporetto». Come per Schlein pure per il leader del M5S «quella di Meloni è una resa» e per questo motivo dovrebbe «andarsene a casa».

 

E ancora: «Trump è un uomo d’affari abilissimo. Non voglio fare il fenomeno. Io ho governato quando c’era Trump. Ho approfittato del buon rapporto fra Italia e Usa per portare risultati. Se coltivi un rapporto di amicizia per cedere all’alleato più forte questa è sudditanza».

 

IL SIGNOR QUINDICIPERCENTO - DONALD TRUMP E URSULA VON DER LEYEN - MEME BY EMILIANO CARLI

Ma c’è una differenza, non di toni e di accenti, bensì di sostanza tra l’impostazione del Pd e quella dei 5 Stelle.

 

Schlein, che pure è molto critica con von der Leyen, tanto che ha minacciato di toglierle i voti che sostengono la sua maggioranza, punta l’indice contro Trump e Meloni. Conte, invece, «difende» il presidente degli Stati Uniti in questa vicenda e, piuttosto, si scaglia contro Ursula von der Leyen.

 

«La posizione degli Usa è indecente ed è indecorosa su Gaza, non sui dazi con cui Trump difende il suo Paese», ha spiegato il leader 5 Stelle Che poi è partito a testa bassa contro la presidente della Commissione europea: «Dovrebbe andarsene a casa».

 

È questa la posizione del M5S, non dissimile, in fondo da quella della Lega, il cui capogruppo al Senato, Massimiliano Romeo, sollecita provocatoriamente il centrosinistra a presentare una mozione di sfiducia contro von der Leyen, «che noi voteremmo sicuramente». Basta ascoltare Appendino per rintracciare il filo «giallo-verde» che unisce Lega e M5S: «Ursula von der Leyen deve andarsene a casa.

URSULA VON DER LEYEN - DONALD TRUMP

 

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Il Pd, invece, pur non risparmiando critiche alla presidente della Commissione europea non si spinge a chiederne le dimissioni. I dem, soprattutto quelli di Strasburgo, a parte rare eccezioni, evitano di spingere troppo sull’acceleratore. In questa fase infatti, è il ragionamento che viene fatto dagli europarlamentari pd, se von der Leyen lasciasse la Ue entrerebbe in fibrillazione, dimostrando tutta la propria debolezza. Sarebbe la vittoria dei sovranisti europei, di Trump e di Putin.

DONALD TRUMP E URSULA VON DER LEYENUrsula von der leyen e donald trump a Turnberry in Scozia - foto lapresseVIGNETTA ELLEKAPPA - TRUMP E L'ACCORDO SUI DAZI CON URSULA VON DER LEYENGIUSEPPE CONTE - ELLY SCHLEIN - NICOLA FRATOIANNI - ANGELO BONELLI - MANIFESTAZIONE PD AVS M5S PER GAZA - FOTO LAPRESSE -